periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 89 - Roma, 30 luglio 2003

Sommario

Dpef: incontro Conferenza Regioni e parlamentari Ulivo Rivista "Il Mulino" su Autonomie locali
Emilia-Romagna: ordinamento coerente a Titolo V Costituzione Relazione sullo stato sanitario del paese 2001-2002
Abruzzo su acqua alla Puglia 5/Siti  Presidenti Regioni: Storace e Cuffaro
Dpef: incontro Conferenza Regioni e parlamentari Ulivo

Una delegazione della Conferenza delle Regioni, guidata dal vice presidente Vasco Errani, e composta anche da Donato Robilotta (assessore agli Affari istituzionali, Enti locali e Sicurezza della Regione Lazio) ha incontrato i gruppi parlamentari dell’Ulivo per discutere del DPEF. E' stato espresso un giudizio negativo per il metodo "perché è mancato - ha spiegato Errani - il coinvolgimento di Regioni ed Enti locali. Giudizio non positivo anche nell’insieme delle grandi linee: "Preoccupano il venir meno della competività del Paese, l’irrisolto tema dei trasferimenti e del rapporto tra il prelievo fiscale e la spesa”. 
“Con questo Dpef - ha sempre sottolineato Errani - non sono state date risposte fondamentali a Regioni ed Enti locali su questioni che riguardano la qualità del Paese, la qualità sociale e la sua competività. Soprattutto nel Dpef non vi sono riferimenti concreti al federalismo fiscale e all’applicazione dell’articolo 119 della Costituzione. Abbiamo quindi rappresentato ai parlamentari dell’Ulivo le nostre preoccupazioni sulla programmazione economica e sulla sostenibilità finanziaria di tutto il sistema delle Autonomie. Siamo di fronte ad una fase molto critica e negativa, per questo diventerà decisiva la Finanziaria e il modo in cui sarà scritta. E’ fondamentale pertanto che la prossima Finanziaria veda protagonisti le Autonomie e le Regioni. C’è il rischio concreto - se non vi saranno novità sostanziali nella Finanziaria, di cui non si vedono tracce in questo Dpef– che ci possano essere tagli alla sanità, alle politiche sociali e per la casa. Senza risposte nuove avremmo ulteriori tagli ai servizi resi a cittadini”.
“C’è un profondo disappunto da parte delle Regioni – ha aggiunto Donato Robilotta – nel metodo utilizzato dal Governo per informare le stesse sul DPEF. Metodo di vera concertazione che adesso è rinviato alla prossima Finanziaria. Le Regioni vogliono poter partecipare prima che sia presentata alla Camera. E’ evidente che bisogna affrontare il nodo di un vero federalismo fiscale compatibile con l’attuale situazione economica internazionale. Il Paese ha effettivamente bisogno di riforme strutturali della spesa pubblica. Non è stato permesso a regioni ed enti locali di collaborare, di discutere sulle priorità e contribuire così alle indicazioni per il reperimento delle risorse necessarie. Mi auguro - ha sottolineato Robilotta - che questo “ritardo” possa essere recuperato nella prossima Finanziaria che deve, al contrario, vedere compartecipi tutti i soggetti che hanno responsabilità di governo a tutti i livelli istituzionali, nel pieno rispetto del nuovo Titolo V della Costituzione”.
Anche i parlamentari dell'Ulivo hanno rilevato che non ci sia stata: ''
Nessuna concertazione per l'elaborazione del Dpef, inoltre il documento di programmazione economica e finanziaria  lascia intravedere una ''drastica riduzione'' delle risorse per gli enti locali. E aggiungono che è un Dpef ''carente di riferimenti e risorse per lo sviluppo e la competitivita'''.  ''Le Regioni e piu' estesamente le associazioni dei Comuni e delle Province -ha detto il vicepresidente del gruppo Ds-L'Ulivo Mauro Agostini- non sono state messe in grado di contribuire all'elaborazione del Dpef". Condivise anche le preoccupazioni sui possibili tagli alle risorse: ''molto probabilmente -dice Agostini- il governo, in finanziaria, seguira' la strada di una drastica riduzione delle risorse. E questo comporta un'ulteriore erosione dello Stato sociale''.  ''Anche da parte nostra -ha concluso Agostini- c'e' pieno sostegno all'iniziativa che le associazioni dei Comuni, delle Province e delle Regioni stanno promuovendo attraverso un attento monitoraggio dei risultati dei patti territoriali e dei contratti d'area''.
Nel contempo si discutono i Dpef regionali: polemiche in Lombardia sul Dpefr e lo stesso presidente della Regione Veneto Giancarlo Galan ha presentato in Consiglio Regionale alle Commissioni riunite, il Documento di programmazione economica e finanziaria (DPEF) uno degli strumenti previsti dalla nuova legge regionale nella programmazione (35/2001): "Il DPEF, ha ricordato Galan, è strumento voluto dal Consiglio regionale per dare una forte valenza istituzionale al ciclo di programmazione basato su quattro passaggi: analisi, programmazione ossia decisione, monitoraggio, valutazione degli effetti e dei risultati e aggiustamenti per il nuovo ciclo". (gs)

Emilia-Romagna: ordinamento con nuovo Titolo V Costituzione
Foto Luciano Vandelli

Regola i rapporti internazionali e con l'Unione europea, stringe un'alleanza strategica con l'Università, definisce il sistema dei poteri e delle competenze locali, accelera la semplificazione della pubblica amministrazione grazie all'unificazione degli sportelli per il pubblico e all'utilizzo spinto delle nuove forme di comunicazione informatica nelle istituzioni e tra le istituzioni e i cittadini, cancella i controlli sugli atti degli Enti locali, istituisce il Circondario di Imola.
E’ stato approvato ieri dalla Giunta il progetto di legge che adegua l'ordinamento della Regione ai nuovi poteri che la Costituzione ha decentrato. Varato dopo un'ampia consultazione con Comuni, Province e Comunità locali, è lo snodo delle leggi federaliste che dovrebbero consegnare entro il 2005 all'Emilia-Romagna un governo coerente con il nuovo Titolo V della Costituzione.
"L'Emilia-Romagna crede fortemente in un federalismo solidale e cooperativo - spiega l'assessore all'Innovazione amministrativa ed istituzionale Luciano Vandelli - e vuole esercitare pienamente il ruolo che la Costituzione le riconosce. Con questo progetto rafforziamo un sistema di governo a rete, dove ciascun livello ha un ruolo diverso ma collegato agli altri”.
La riforma proposta dalla Giunta, che dà per acquisito il passaggio dal centralismo dello Stato all'autonomia delle Regioni e delle Autonomie locali, sceglie invece la strada del "federalismo regionale", creando un sistema di governo regionale a rete più vicino alle realtà locali. Tra gli obiettivi: valorizzare l'autonomia degli Enti locali, rafforzare gli strumenti di integrazione tra le varie istituzioni, accelerare la semplificazione amministrativa anche attraverso gli strumenti informatici. 
Tra i principali temi trattati: 1) LA RIFORMA DEL SISTEMA AMMINISTRATIVO: La legge, che si compone di sette titoli e 57 articoli, adegua il sistema istituzionale della Regione Emilia-Romagna alla legge costituzionale 3 del 2001 e al nuovo ruolo nei confronti dell'Unione europea; 2) DALLA SCUOLA ALLA POLIZIA LOCALE LE ALTRE LEGGI REGIONALI: Sono le "Riforme per i diritti" all'istruzione e alla salute, all'assistenza e alla sicurezza. (gs)

Abruzzo su acqua alla Puglia

In Abruzzo la Conferenza di servizi ha confermato la bontà dell'impostazione data dalla Giunta regionale in ordine al problema dell'acqua alla Puglia. Era stato da qualcuno avanzato il sospetto che la mancata risposta dell'Autorità di bacino della Regione Abruzzo al Ministero dell'Ambiente avrebbe potuto significare una manifestazione di assenso. Ma così non è, come spiegai in sede di Consiglio regionale". Lo ha affermato il presidente della Giunta regionale, Giovanni Pace, a margine della Conferenza convocata dal Provveditorato alle opere pubbliche, per esaminare la richiesta di concessione di grande derivazione ad uso idropotabile dai fiumi Vomano, Pescara e Sangro, avanzata dalla società consortile AMP. Pace ha aggiunto che "i tecnici della Regione hanno spiegato nuovamente, così come era stato fatto in sede politica in Consiglio regionale, che c'era irricevibilità della richiesta di concessione e vizio di legittimità sull'iter procedurale per la concessione stessa. I tecnici hanno avuto modo di ribadire la mancanza, al momento, di atti, che giustifico i fabbisogni potabili della Regione Puglia: con il che", ha sottolineato il Presidente, "si conclama la esattezza del comportamento fin qui adottato dalla Regione Abruzzo". (gs)

Autonomie locali e servizi sociali: rivista de il Mulino
E' uscito il numero 1/2003 di Autonomie locali e servizi sociali - Vademecum a schede di orientamento e documentazione - quadrimestrale (edizioni il Mulino)
La rivista, diretta dal Professor Paolo Zurla, segue le trasformazioni della rete dei servizi sociali, sanitari, educativi, culturali e collettivi in generale in Italia nell'ottica del mutamento generale del welfare state. Nell'ultimo numero due articoli si riferiscono
al Riordino delle funzioni assistenziali: La trasformazione delle Ipab lombarde: la l.r. n. 1/2003  e la nuova legge della Regione Emilia-Romagna per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali. (red)
Relazione sullo stato sanitario del paese 2001-2002
Italiani più longevi, in buona salute e donatori generosi. Sono alcuni dati contenuti nella “Relazione sullo stato sanitario del paese 2001-2002”. E un articolo de "Il Sole24Ore" ne affronta i principali temi.
La speranza di vita alla nascita è cresciuta dal 1999 al 2002 passando da 75.8 anni per gli uomini e 82 per le donne, rispettivamente a 76,7 e 82,9. Dal 1999 al 2002 si stima una costante diminuzione dei decessi con una media pari al 1.25% annuo. Il numero dei decessi tende a diminuire tra i 75 e gli 84 anni, con un aumento di quelli relativi alle classi di età più avanzate (85 anni ed oltre). Decresce anche la mortalità per cause materne, perinatali ed infantili. La prima causa di morte, nel complesso della popolazione e negli anziani, è ancora imputabile alle malattie cardiovascolari, anche se dal 1996 al 2002 si registra una diminuzione complessiva, per entrambi i sessi, dell'1%. Nel biennio 2001-2002, si rileva una riduzione dei decessi per malattie cardio e cerebrovascolari, così come anche ad una riduzione della mortalità per tumori maligni.  L'Italia ha registrato un progressivo e costante aumento sia delle donazioni che dei trapianti di organi e tessuti. Il cospicuo incremento ha visto il nostro Paese passare da 329 donatori utilizzati nell'anno 1992 (5.8 p.m.p) a 945 (16.8 p.m.p.) nel 2002 superando la media europea.
Nell'ambito delle malattie infettive, va segnalata l'efficacia della copertura vaccinale per l'epatite virale B, la cui incidenza totale nel 2001 è diminuita di circa il 70% rispetto al dato del 1992. Complessivamente, nel 2002, i casi di AIDS sono stati 1.777. Il numero delle persone affette da AIDS si è stabilizzato, dopo una costante diminuzione nel periodo precedente. Per quanto riguarda l'influenza, nella stagione 2001-2002 l'attività epidemica è stata più intensa rispetto a quella della stagione precedente e complessivamente si stima che ad averla contratta in Italia siano stati circa 5 milioni di individui.
Vi è stata una progressiva diminuzione delle malattie professionali, che dal 1997 al 2001 sono passate rispettivamente da 26.879 al 21.988 con una diminuzione di circa 5.000 casi.
Nel 2001 i fumatori stimati nella popolazione italiana sono circa 12 milioni e 330 mila. La prevalenza è maggiore per gli uomini ma si è stabilizzata, mentre tra le donne ha subìto un aumento. Il 43,5% dei fumatori ha iniziato a fumare tra i 14 e i 17 anni ed il 38,2% tra i 18 e i 21 anni, con un'età media di inizio del consumo più elevata negli uomini che nelle donne. Coloro che non fumano ma convivono con almeno un fumatore risiedono per la maggior parte nelle regioni dell'Italia meridionale ed insulare e sono circa 12 milioni e 500 mila, pari al 21.9% della popolazione, di cui oltre 4 milioni sono bambini. Nel 2001 l'assistenza ospedaliera si è avvalsa di 1.308 istituti di cura, di cui il 59% pubblici e il rimanente 41% privati accreditati. Risulta confermato il trend decrescente del numero degli istituti, già evidenziatosi negli anni precedenti, effetto della riconversione e dell'accorpamento di molte strutture. Il 73% delle strutture pubbliche è costituito da ospedali direttamente gestiti dalle Aziende Sanitarie Locali, il 13% da Aziende Ospedaliere ed il restante 15% dalle altre tipologie di ospedali pubblici. Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) dispone di circa 260.000 posti letto per degenza ordinaria di cui il 19% nelle strutture private accreditate e 24.713 posti per day hospital, quasi totalmente pubblici (93%). A livello nazionale sono disponibili 5 posti letto ogni 1000 abitanti, di cui 4.4 dedicati all'attività per acuti. Nel 2001 sono state effettuate, nelle strutture pubbliche e private accreditate, circa 70 milioni di giornate di degenza per un totale di ricoveri pari a 9.275.973. Da questi dati emerge una diminuzione della degenza media (pari nei reparti pubblici a 6.9) e del tasso di utilizzo (77.8 %). Nei reparti dedicati all'attività di riabilitazione e lungodegenza si osserva la stessa tendenza tra istituti pubblici e istituti privati accreditati: si è verificata una riduzione dei posti letto e delle giornate di degenza (con corrispondente diminuzione della degenza media che passa da 77.6 giorni del 1995 a 26.9 del 2001 nelle strutture pubbliche e da 49.2 giorni del 1995 a 32.8 del 2001 nelle strutture private accreditate). Per quanto riguarda l'area dell'emergenza, nel 2001, circa il 37.7% degli ospedali pubblici risulta dotato di un dipartimento di emergenza e circa la metà del totale degli istituti si avvale di un servizio di rianimazione. Il pronto soccorso è presente nell'83% circa degli ospedali. Dai dati di attività delle strutture con pronto soccorso si evidenzia che nel 2001 ci sono stati circa 4 accessi ogni 10 abitanti e di questi il 21.4% è stato in seguito ricoverato. I reparti direttamente collegati all'area dell'emergenza dispongono per il complesso degli istituti pubblici e privati accreditati di 3.930 posti letto di terapia intensiva (6.7 per 100.000 abitanti), 1.186 posti letto di terapia intensiva neonatale (2.3 per 1000 nati vivi) e 2.687 posti letto per unità coronarica (4.6 per 100.000 abitanti). L'organico del SSN è costituito dal personale delle Aziende Sanitarie Locali, compreso quello degli Istituti di cura a gestione diretta (421.752 unità), e dal personale delle Aziende ospedaliere (216.881). Nel 2001 tale personale ammonta a 648.633 unità e risulta così ripartito: il 67% ruolo sanitario, il 21% ruolo tecnico, il 10% ruolo amministrativo e lo 0.2% ruolo professionale. Nelle strutture di ricovero delle ASL, nell'ambito del ruolo sanitario, il personale medico è costituito da 46.225 unità (4.5 medici ogni 10 posti letto) e quello infermieristico da 120.310 unità. Nelle Aziende ospedaliere operano 38.148 medici e 94.144 unità di personale infermieristico; tali strutture dispongono mediamente di circa 5.2 medici e di 12.8 infermieri ogni 10 posti letto.
(sm)
5/Siti  Presidenti Regioni: Storace e Cuffaro
Esiste uno spazio web tv  (curata da www.italiatv.it ) per il Presidente della Regione Lazio, Francesco Storace. La sezione istituzionale del sito della Regione Lazio dedicata al Presidente , raccoglie invece informazioni sulle attività di governo , fornisce indicazione sull'agenda e sugli eventi .
Coordinate e recapiti dello staff del Presidente nella
sezione che il sito della Regione Sicilia dedica al Presidente Salvatore Cuffaro (oltre alle informazioni relative al curriculum). (sm)
 

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