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Sommario |
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Sospesa istruttoria deposito rifiuti radioattivi | |||||||||||||||||||
“Il Coordinamento tecnico ambiente, protezione civile ed energia ha sospeso l’esame istruttorio dello “Studio per l’individuazione di un sito di deposito definitivo per i rifiuti radioattivi a media e bassa attività e a vita breve” trasmesso dal “Commissario di Governo per la sicurezza dei materiali e delle installazioni nucleari”, lo ha annunciato il Coordinatore degli Assessori all’ambiente per la Conferenza delle Regioni, Ugo Cavallera (Assessore Regione Piemonte). “La sospensione si è resa necessaria perché sono state sollevate due pregiudiziali che non hanno evidentemente permesso la prosecuzione del confronto e la possibilità di entrare nel merito. Da un lato si è chiesto di chiarire meglio il contesto e il quadro in cui ci si sta muovendo, anche attraverso una interpretazione esatta dell’ordinanza dal punto di vista operativo. Dall’altro si è chiesto di verificare la possibilità di rivedere l’accordo della Conferenza Stato-Regioni, del 4 novembre 1999, che vedeva nel sito unico nazionale la modalità ideale per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi.
Per
questi motivi – ha spiegato Cavallera (nella foto) – il Coordinamento tecnico ha
ritenuto di sospendere l’approfondimento dei documenti e di riferire al
Presidente della Conferenza delle Regioni, Enzo Ghigo, affinché la
questione sia posta all’ordine del giorno della Conferenza dei Presidenti
delle Regioni. Una indicazione che è emersa affinché in quella sede si
stabiliscano almeno indicazioni politiche sulla strada da seguire. E’
importante che la Conferenza si esprima sulle due questioni sollevate
oggi: i presupposti del Documento e il contesto dell’Ordinanza; la
possibilità di rivisitare l’accordo Conferenza Stato-Regioni del ’99.
Chiariti questi aspetti – ha concluso Cavallera - il Coordinamento potrà
riprendere i suoi lavori e l’esame del Documento”. |
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UE su nuovi fondi strutturali | |||||||||||||||||||
L'attuale ciclo di programmazione dei fondi
strutturali terminerà nel 2006. Il periodo successivo - dal 2007 al 2013 -
si svolgerà in un contesto assai diverso dall'attuale: l'Unione conterà 25
Stati membri con caratteristiche e livelli di sviluppo diversificati, in
relazione ai quali è necessario elaborare risposte concrete ed efficaci.
In attesa del Terzo rapporto della Commissione sulla coesione economica e
sociale che segnerà l'avvio della fase negoziale (previsto a fine anno),
il dibattito tra gli Stati - membri e candidati - è già aperto. L'Italia
vi partecipa attivamente e ha elaborato una propria proposta di riforma
della politica di coesione comunitaria, illustrata in un
Memorandum che individua 11 punti-chiave: |
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Emilia-Romagna: nuove misure antismog | |||||||||||||||||||
La Regione
Emilia-Romagna vara le nuove misure
antismog e sottoscrive con le Province e i Comuni superiori ai 50.000
abitanti (i nove capoluoghi, Faenza, Imola e Carpi) il secondo accordo
sulla qualità dell’aria riconfermando in parte i provvedimenti sul
traffico nei centri urbani e rafforzando in maniera consistente gli
interventi strutturali che da qui al 2005 dovranno dare risposte durature
al problema dell’inquinamento. “Abbiamo fatto un’ulteriore passo in avanti
proponendo un pacchetto di misure più efficaci rispetto all’anno scorso e,
soprattutto, investendo molte risorse e favore della mobilità sostenibile
- ha spiegato il presidente della Regione Vasco Errani (nella foto) che, insieme
all’assessore alla mobilità e ai trasporti Alfredo Peri, ha illustrato ai
giornalisti i punti salienti dell’intesa sottoscritta questa mattina in
Regione - Il nostro riferimento principale è la salute dei cittadini e c’è
stata in questa occasione una forte sintonia tra la Regione, i Comuni e le
Province”. |
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Federalismo: a confronto Errani, Fitto, Galan e Bassolino | |||||||||||||||||||
Mentre Ciampi sosteneva che ''L'Italia e' sorta non per contrapporre un
particolarismo ad altri particolarismi, ma per unire gli abitanti della
penisola in nome di una comune identita'', alcuni presidenti di regione si
confrontavano proprio sul senso che il federalismo deve avere nel nostro
Paese. L'occasione è stata una tavola rotonda
promossa da Confartigianato per la propria assemblea generale, il lancio
di un patto con le Regioni da parte del Presidente di Confartigianato
Luciano
Petracchi (nella foto) e la presentazione di
un'indagine Abacus (per Confartigianato) su imprese e federalismo.
Argomenti dibattuti dai Presidenti di Emilia-Romagna, Veneto, Puglia e Campania. Per
Vasco
Errani, Presidente della Regione Emilia Romagna, ''il federalismo ha
senso solo se serve davvero e se non da' vita a sovrapposizioni con il
governo nazionale, ad esempio sui finanziamenti pubblici''. Per
varare un federalismo valido serve un'effettiva cooperazione, ''al di la
delle appartenenze politiche''. Per il presidente della Puglia, Raffaele
Fitto, e' venuto il momento di aumentare le competenze verso le Regioni.
''In ogni caso - ha però osservato - serve capire la vera qualità delle
risorse ad esse assegnate. E questo perche' l'internazionalizzazione delle
imprese e' fondamentale, soprattutto per il Mezzogiorno''. In sintonia con
Fitto il presidente del Veneto Giancarlo Galan, il quale ha chiesto ''una
volta per tutte, di prendere atto che il famoso Nord-Est non esiste''.
Naturalmente, ha proseguito Galan, ''non c'e' nessun declino, ma solo
blocchi momentanei, ogni volta provocati da ragioni diverse''. Le Pmi, a
suo dire, hanno bisogno di ricerca e sviluppo, ma per questi ''debbono
essere proprio le Regioni a prendere le iniziative del caso''. Una giusta
valorizzazione delle diversita' e' stata chiesta infine dal presidente
della Regione Campania, Antonio Bassolino, il quale ha espresso
apprezzamento per l'intesa tra Confindustria e sindacati all'indomani del
referendum sull'articolo 18. ''Più si ricompongono le diverse posizioni -
ha affermato - e meglio e'''. La Campania, ha ricordato, sta lavorando
molto sul fronte fiscale a favore degli artigiani, ''ed essendo la nostra
regione Obiettivo 1 lavoriamo sia sui progetti ambientali che
territoriali, utilizzando i fondi comunitari come integrazione per lo sviluppo''. Infine sul tema è intervenuto anche il coordinatore dei Ds Vannino Chiti, che ha affermato che sul federalismo nella maggioranza regna una grande ''confusione''. Per Buttiglione ''l'approvazione delle riforme ha bisogno di tempi precisi", e per Alessandro Ce' serve un vertice che dia il via libera alla cosiddetta 'road map' per le riforme, e sottolinea che ''in questo pacchetto non debba rientrare il Ddl La Loggia di riforma del Titolo V della Costituzione''. (gs) |
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Dpef: critici regioni ed enti locali | |||||||||||||||||||
Dove e' finita la volontà del governo di
aprire sul Dpef un dibattito costruttivo, ''un percorso condiviso, una
vera concertazione con le istituzioni locali?''. E' la domanda polemica di
Lorenzo Ria,
presidente dell'Unione delle Province italiane, che critica tempi e modi
scelti dall'esecutivo per illustrare il Dpef a Regioni ed Enti locali. Quindi ancor prima della presentazione del Dpef alle Regioni e agli Enti locali, avvenuta in serata di ieri, sono partiti i primi commenti. Il presidente della regione Marche, Vito D' Ambrosio, affermava di non partecipare alla riunione dichiarando: "Si tratta di ''un Dpef volante, costruito totalmente al di fuori dei soggetti che ne sono i principali e preoccupatissimi protagonisti: gli enti locali''. E lo stesso Presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia, Riccardo Illyy, annunciava anch'esso di non partecipare per precedenti impegni e polemicamente si è chiesto:''Come pensano di organizzare un incontro con i Presidenti dal mattino alla sera?". Mentre, Giancarlo Galan, presidente della Regione Veneto dichiarava di attendersi "Dal prossimo Dpef che arrivino i soldi, quelli che le Regioni avanzano''. Enzo Ghigo, (nella foto) Presidente della Conferenza delle Regioni, è stato il primo a lasciare Palazzo Chigi, dopo la presentazione del Dpef a Regioni ed enti locali e non ha nascosto la preoccupazione delle Regioni per i tagli strutturali che il Dpef prevede nella misura di cinque miliardi. Ghigo ha anche ribadito le critiche al Governo per la mancata stesura del Dpef, d'intesa con le Regioni, procedura prevista dall'accordo interistituzionale tra Governo e Regioni. Ghigo ha poi escluso che i tagli alla spesa possano in alcun modo riguardare la sanità, settore già in sofferenza. ''Abbiamo ascoltato con attenzione - ha spiegato - la relazione del Viceministro per l'Economia Baldassarri sui dati macroeconomici. Abbiamo chiesto l'istituzione di un tavolo che, successivamente all'approvazione del Dpef, e prima della finanziaria, consenta alle Regioni di incidere sui capitoli di stretta competenza. Mi sembra che ci sia qualche disponibilità verso questa nostra richiesta. Le Regioni sono responsabilmente rispettose dei problemi del Paese, ma sulla finanziaria vogliamo dire la nostra''. Il Presidente del Piemonte ha infine osservato, in risposta a un cronista, che e' difficile dirsi soddisfatti o contrari al Dpef. ''Le problematiche macroeconomiche ci sono tutte - ha spiegato - ma non si può dimenticare che, come Regioni, abbiamo competenze specifiche''. Tornando al capitolo dei tagli, Ghigo ha ipotizzato la possibilità di che questi vadano a colpire l'esercizio di alcune funzioni degli enti locali, la fornitura di beni e servizi. Pollice verso sul metodo del governo per il Dpef anche da Vasco Errani, presidente dell'Emilia-Romagna e Vicepresidente della Conferenza delle regioni. Errani ha criticato un metodo definito ''ipercentralista''. ''Chiacchiere, chiacchiere e solo chiacchiere''. Il presidente Errani ha commentato così, in un'intervista a l'Unità l'incontro Governo, Regioni ed enti locali per presentare il Dpef. ''Un incontro negativo, non ci hanno detto niente di più di quanto non avessimo già letto sulle agenzie e sui giornali', non ci hanno fatto vedere neanche un pezzo di carta. Noi non abbiamo avuto il Dpef. A proposito di federalismo...''. ''Se si vuole fare un discorso sul Dpef per lo sviluppo e la crescita - ha detto il Presidente dell'Anci, Leonardo Domenici - si deve capire che gli nvestimenti delle autonomie locali hanno funzione anticiclica. Non si capisce perché bisogna dare delle randellate ai Comuni in questo modo ''. Antonio Bassolino ha trovato il governo inadempiente sul metodo e l'augurio e' che, almeno per la finanziaria ''si possa discutere 15 giorni prima''. ''Nel merito - ha detto il Presidente della Campania - si e' discusso poco. Non c'e' ancora un testo. L'Italia - ha aggiunto preoccupato - cresce poco e il rischio è che il Mezzogiorno cresca meno del Nord, invertendo un trend che si era affermato negli ultimi anni ...''. Per Bassolino la fonte di maggiore preoccupazione è che il governo possa decidere di convertire i contributi a fondo perduto alle imprese in presti a tasso agevolato. ''Sarebbe una mazzata ...'', ha aggiunto. |
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Allargamento UE: nordest per sviluppo tecnologico | |||||||||||||||||||
Presentato progetto internazionale di tre Regioni
italiane legato
all'allargamento a est dell'U.E.. Si
vuole così
promuovere nuove e importanti
occasioni di sviluppo e partenariato denominate:
“Allargamento a est:
sfide e opportunità per le imprese innovative delle aree transfrontaliere,
LOOK-EAST NET”. |
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