periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 79 - Roma, 16 luglio 2003

Sommario

Sospesa istruttoria deposito rifiuti radioattivi Federalismo: a confronto Errani, Fitto, Galan e Bassolino
UE programma nuovi fondi strutturali Dpef: critici  Regioni ed enti locali
Emilia-Romagna: misure antismog Allargamento UE: nordest per sviluppo tecnologico
Sospesa istruttoria deposito rifiuti radioattivi

“Il Coordinamento tecnico ambiente, protezione civile ed energia ha sospeso l’esame istruttorio dello “Studio per l’individuazione di un sito di deposito definitivo per i rifiuti radioattivi a media e bassa attività e a vita breve” trasmesso dal “Commissario di Governo per la sicurezza dei materiali e delle installazioni nucleari”, lo ha annunciato il Coordinatore degli Assessori all’ambiente per la Conferenza delle Regioni, Ugo Cavallera (Assessore Regione Piemonte).

“La sospensione si è resa necessaria perché sono state sollevate due pregiudiziali che non hanno evidentemente permesso la prosecuzione del confronto e la possibilità di entrare nel merito.

Da un lato si è chiesto di chiarire meglio il contesto e il quadro in cui ci si sta muovendo, anche attraverso una interpretazione esatta dell’ordinanza dal punto di vista operativo.

Dall’altro si è chiesto di verificare la possibilità di rivedere l’accordo della Conferenza Stato-Regioni, del 4 novembre 1999, che vedeva nel sito unico nazionale la modalità ideale per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi.

Per questi motivi – ha spiegato Cavallera (nella foto) – il Coordinamento tecnico ha ritenuto di sospendere l’approfondimento dei documenti e di riferire al Presidente della Conferenza delle Regioni, Enzo Ghigo, affinché la questione sia posta all’ordine del giorno della Conferenza dei Presidenti delle Regioni. Una indicazione che è emersa affinché in quella sede si stabiliscano almeno indicazioni politiche sulla strada da seguire. E’ importante che la Conferenza si esprima sulle due questioni sollevate oggi: i presupposti del Documento e il contesto dell’Ordinanza; la possibilità di rivisitare l’accordo Conferenza Stato-Regioni del ’99. Chiariti  questi aspetti – ha concluso Cavallera - il Coordinamento potrà riprendere i suoi lavori e l’esame del Documento”.
Il presidente della Sardegna, Mauro Pili, ha detto che il piano del commissario di governo, gen. Carlo Jean, sara' rispedito al mittente. Pili ha assicurato che sulla sua proposta di rispedire indietro il piano per l'individuazione del sito unico nazionale ha registrato il consenso unanime dei tecnici regionali presenti. (gs)

UE su nuovi fondi strutturali

L'attuale ciclo di programmazione dei fondi strutturali terminerà nel 2006. Il periodo successivo - dal 2007 al 2013 - si svolgerà in un contesto assai diverso dall'attuale: l'Unione conterà 25 Stati membri con caratteristiche e livelli di sviluppo diversificati, in relazione ai quali è necessario elaborare risposte concrete ed efficaci. In attesa del Terzo rapporto della Commissione sulla coesione economica e sociale che segnerà l'avvio della fase negoziale (previsto a fine anno), il dibattito tra gli Stati - membri e candidati - è già aperto. L'Italia vi partecipa attivamente e ha elaborato una propria proposta di riforma della politica di coesione comunitaria, illustrata in un Memorandum che individua 11 punti-chiave:
1. La politica regionale di coesione comunitaria deve essere finalizzata, attraverso una decisa riforma, ad accrescere la competitività dei territori dell'Unione che presentano una sottoutilizzazione delle proprie risorse, non a compensare con aiuti di Stato i divari di sviluppo.
2. La politica regionale di coesione comunitaria ha in potenza la capacità di apportare un valore aggiunto rispetto alle singole politiche nazionali, non solo perché realizza un principio di solidarietà fra regioni di paesi diversi.
3. Coerentemente con gli obiettivi del Trattato (art. 158), la politica regionale di coesione comunitaria è rivolta alle regioni d'Europa, non ai Paesi.
4. Le regioni arretrate rappresentano il principale obiettivo della politica regionale di coesione comunitaria e devono ricevere maggiori risorse rispetto al passato.
5. L'esigenza di evitare soluzioni arbitrarie suggerirebbe di mantenere invariato l'attuale criterio di ammissibilità al sostegno obiettivo 1.
6. Alle regioni ritenute ammissibili al sostegno obiettivo 1 deve essere garantito un volume di risorse pro-capite appropriato, proporzionale ai differenziali di prosperità e di disagio strutturale, nella cui misura trovi peso adeguato il tasso di occupazione.
7. Nel disegno della futura politica regionale di coesione comunitaria si dovrà affrontare il tema dell'insularità, attraverso un'attenzione particolare agli interventi per le regioni arretrate insulari.
8. Alle regioni in uscita dall'obiettivo 1 deve essere offerto un adeguato sostegno transitorio (phasing-out), maggiorato nel caso di uscita a causa dell'effetto statistico.
9. La politica regionale di coesione comunitaria è necessaria anche nelle aree non arretrate.
10. Le attività di cooperazione devono essere rafforzate, attraverso l'inserimento nel mainstream delle azioni strutturali, sia nelle regioni arretrate sia nelle regioni non arretrate, e il loro potenziamento anche al di fuori dell'Unione allargata.
11. La politica regionale di coesione comunitaria deve ulteriormente rafforzare il sostegno ai processi di modernizzazione delle istituzioni pubbliche. (gs)

Emilia-Romagna: nuove misure antismog

La Regione Emilia-Romagna vara le nuove misure antismog e sottoscrive con le Province e i Comuni superiori ai 50.000 abitanti (i nove capoluoghi, Faenza, Imola e Carpi) il secondo accordo sulla qualità dell’aria riconfermando in parte i provvedimenti sul traffico nei centri urbani e rafforzando in maniera consistente gli interventi strutturali che da qui al 2005 dovranno dare risposte durature al problema dell’inquinamento. “Abbiamo fatto un’ulteriore passo in avanti proponendo un pacchetto di misure più efficaci rispetto all’anno scorso e, soprattutto, investendo molte risorse e favore della mobilità sostenibile - ha spiegato il presidente della Regione Vasco Errani (nella foto) che, insieme all’assessore alla mobilità e ai trasporti Alfredo Peri, ha illustrato ai giornalisti i punti salienti dell’intesa sottoscritta questa mattina in Regione - Il nostro riferimento principale è la salute dei cittadini e c’è stata in questa occasione una forte sintonia tra la Regione, i Comuni e le Province”.
L’obiettivo è di ridurre le concentrazioni di PM10 (le cosiddette polveri sottili dannosissime per la salute), per raggiungere lo standard fissato dalla normativa europea di 50 microgrammi per metro cubo (media annua 40 microgrammi) da non superare per più di 35 giornate. “Noi stiamo costruendo le condizioni migliori per rispettare le indicazioni europee, con un impegno finanziario, nostro e degli Enti locali, consistente”. (sm)

Federalismo: a confronto Errani, Fitto, Galan e Bassolino
Mentre Ciampi sosteneva che ''L'Italia e' sorta non per contrapporre un particolarismo ad altri particolarismi, ma per unire gli abitanti della penisola in nome di una comune identita'', alcuni presidenti di regione si confrontavano proprio sul senso che il federalismo deve avere nel nostro Paese.  L'occasione è stata una tavola rotonda  promossa da Confartigianato per la propria assemblea generale, il lancio di un patto con le Regioni da parte del Presidente di Confartigianato Luciano Petracchi (nella foto) e la presentazione di un'indagine Abacus (per Confartigianato) su imprese e federalismo. Argomenti dibattuti dai Presidenti di Emilia-Romagna, Veneto, Puglia e Campania. Per Vasco Errani, Presidente della Regione Emilia Romagna, ''il federalismo ha senso solo se serve davvero e se non da' vita a sovrapposizioni con il governo nazionale, ad esempio sui finanziamenti pubblici''.  Per varare un federalismo valido serve un'effettiva cooperazione, ''al di la delle appartenenze politiche''. Per il presidente della Puglia, Raffaele Fitto, e' venuto il momento di aumentare le competenze verso le Regioni. ''In ogni caso - ha però osservato - serve capire la vera qualità delle risorse ad esse assegnate. E questo perche' l'internazionalizzazione delle imprese e' fondamentale, soprattutto per il Mezzogiorno''. In sintonia con Fitto il presidente del Veneto Giancarlo Galan, il quale ha chiesto ''una volta per tutte, di prendere atto che il famoso Nord-Est non esiste''.  Naturalmente, ha proseguito Galan, ''non c'e' nessun declino, ma solo blocchi momentanei, ogni volta provocati da ragioni diverse''. Le Pmi, a suo dire, hanno bisogno di ricerca e sviluppo, ma per questi ''debbono essere proprio le Regioni a prendere le iniziative del caso''. Una giusta valorizzazione delle diversita' e' stata chiesta infine dal presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, il quale ha espresso apprezzamento per l'intesa tra Confindustria e sindacati all'indomani del referendum sull'articolo 18. ''Più si ricompongono le diverse posizioni - ha affermato - e meglio e'''. La Campania, ha ricordato, sta lavorando molto sul fronte fiscale a favore degli artigiani, ''ed essendo la nostra regione Obiettivo 1 lavoriamo sia sui progetti ambientali che territoriali, utilizzando i fondi comunitari come integrazione per lo sviluppo''.
Infine sul tema è intervenuto anche il coordinatore dei Ds
Vannino Chiti, che ha affermato che sul federalismo nella maggioranza regna una grande ''confusione''. Per Buttiglione ''l'approvazione delle riforme ha bisogno di tempi precisi", e per Alessandro Ce' serve un vertice che dia il via libera alla cosiddetta 'road map' per le riforme, e sottolinea che ''in questo pacchetto non debba rientrare il Ddl La Loggia di riforma del Titolo V della Costituzione''. (gs)
Dpef: critici regioni ed enti locali
Dove e' finita la volontà del governo di aprire sul Dpef un dibattito costruttivo, ''un percorso condiviso, una vera concertazione con le istituzioni locali?''. E' la domanda polemica di Lorenzo Ria, presidente dell'Unione delle Province italiane, che critica tempi e modi scelti dall'esecutivo per illustrare il Dpef a Regioni ed Enti locali.
Quindi a
ncor prima della presentazione del Dpef alle Regioni e agli Enti locali, avvenuta in serata di ieri, sono partiti i primi commenti. Il presidente della regione Marche, Vito D' Ambrosio, affermava di non partecipare alla riunione dichiarando: "Si tratta di ''un Dpef volante, costruito totalmente al di fuori dei soggetti che ne sono i principali e preoccupatissimi protagonisti: gli enti locali''. E lo stesso Presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia, Riccardo Illyy,  annunciava anch'esso di non partecipare per precedenti impegni e polemicamente si è chiesto:''Come pensano di organizzare un incontro con i Presidenti dal mattino alla sera?". Mentre, Giancarlo Galan, presidente della Regione Veneto dichiarava di attendersi "Dal prossimo Dpef che arrivino i soldi, quelli che le Regioni avanzano''.
Enzo Ghigo, (nella foto) Presidente della Conferenza delle Regioni, è stato il primo a lasciare Palazzo Chigi, dopo la presentazione del Dpef a Regioni ed enti locali e non ha nascosto la preoccupazione delle Regioni per i tagli strutturali che il Dpef prevede nella misura di cinque miliardi. Ghigo ha anche ribadito le critiche al Governo per la mancata stesura del Dpef, d'intesa con le Regioni, procedura prevista dall'accordo interistituzionale tra Governo e Regioni. Ghigo ha poi escluso che i tagli alla spesa possano in alcun modo riguardare la sanità, settore  già in sofferenza. ''Abbiamo ascoltato con attenzione - ha spiegato - la relazione del Viceministro per l'Economia Baldassarri sui dati macroeconomici. Abbiamo chiesto l'istituzione di un tavolo che, successivamente all'approvazione del Dpef, e prima della finanziaria, consenta alle Regioni di incidere sui capitoli di stretta competenza. Mi sembra che ci sia qualche disponibilità verso questa nostra richiesta. Le Regioni sono responsabilmente rispettose dei problemi del Paese, ma sulla finanziaria vogliamo dire la nostra''. Il Presidente del Piemonte ha infine osservato, in risposta a un cronista, che e' difficile dirsi soddisfatti o contrari al Dpef. ''Le problematiche macroeconomiche ci sono tutte - ha spiegato - ma non si può dimenticare che, come Regioni, abbiamo competenze specifiche''. Tornando al capitolo dei tagli, Ghigo ha ipotizzato la possibilità di che questi vadano a colpire l'esercizio di alcune funzioni degli enti locali, la fornitura di beni e servizi.
Pollice verso sul metodo del governo per il Dpef anche da
Vasco Errani, presidente dell'Emilia-Romagna e Vicepresidente della Conferenza delle regioni. Errani ha criticato un metodo definito ''ipercentralista''. ''Chiacchiere, chiacchiere e solo chiacchiere''. Il presidente Errani ha commentato così, in un'intervista a l'Unità l'incontro Governo, Regioni ed enti locali per presentare il Dpef. ''Un incontro negativo, non ci hanno detto niente di più di quanto non avessimo già letto sulle agenzie e sui giornali', non ci hanno fatto vedere neanche un pezzo di carta. Noi non abbiamo avuto il Dpef. A proposito di federalismo...''. ''Se si vuole fare un discorso sul Dpef per lo sviluppo e la crescita - ha detto il Presidente dell'Anci, Leonardo Domenici - si deve capire che gli nvestimenti delle autonomie locali hanno funzione anticiclica. Non si capisce perché bisogna dare delle randellate ai Comuni in questo modo ''.  Antonio Bassolino ha trovato il governo
inadempiente sul metodo e l'augurio e' che, almeno per la finanziaria ''si possa discutere 15 giorni prima''. ''Nel merito - ha detto il Presidente della Campania - si e' discusso poco. Non c'e' ancora un testo. L'Italia - ha aggiunto preoccupato - cresce poco e il rischio è che il Mezzogiorno cresca meno del Nord, invertendo un trend che si era affermato negli ultimi anni ...''. Per Bassolino la fonte di maggiore preoccupazione è  che il governo possa decidere di convertire i contributi a fondo perduto alle imprese in presti a tasso agevolato. ''Sarebbe una mazzata ...'', ha aggiunto.
Allargamento UE: nordest per sviluppo tecnologico

Presentato progetto internazionale di tre Regioni italiane legato all'allargamento a est dell'U.E..  Si vuole così promuovere nuove e importanti occasioni di sviluppo e partenariato denominate: “Allargamento a est: sfide e opportunità per le imprese innovative delle aree transfrontaliere, LOOK-EAST NET”.
Il Centro di Servizi e Documentazione per la cooperazione economica internazionale, "Informest" - che cura il progetto - è partecipato dalle Regioni Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto adige. Sono interessati i settori delle tecnologie avanzate per l’industria alimentare, biotecnologie, meccanica, elettromeccanica, tecnologie per l’edilizia e per la gestione ambientale.
E'
uno dei cinque progetti pilota  approvati dall’UE, volti a gestire l’impatto dell’allargamento nelle diverse aree di confine dell’Unione. Si prevedono interventi volti a realizzare lo sviluppo della dimensione europea di imprese di alcuni settori innovativi prioritari, rilevanti in termini di produttività, e che sono pronte ad integrarsi con i nuovi mercati in espansione. 
Il Progetto – cui collaborano anche qualificate organizzazioni di Austria, Grecia, Slovenia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Spagna, Belgio e Italia - si articola, tra l’altro, in tre eventi di partenariato che avranno luogo rispettivamente in Friuli, a Udine, il 12 e 13 dicembre prossimi, a Kavala, nella regione greca della Macedonia orientale nel giugno del prossimo anno, e a Klagenfurt, in Carinzia, nel novembre del 2004.
Intanto n
el Trentino si parla anche di un altro progetto di ricerca e consulenza del Fraunhofer Institute for System and Innovation Research (ISI) relativo a “La base scientifica e tecnologica della Provincia autonoma di Trento: capacità, tendenze ed opportunità ” che intende tratteggiare il profilo della competitività e dell’innovazione tecnologica e scientifica.  (sm)

 

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