CAMERA DEI DEPUTATI – XIV LEGISLATURA

Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 315 del 28/5/2003

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata alle quali risponderanno il ministro della salute ed il ministro per i rapporti con il Parlamento.

 

 

(Politica di bilancio delle regioni nel settore sanitario relativa all'esercizio finanziario 2002 - n. 3-02318)

 

CÈ, GUIDO GIUSEPPE ROSSI, DARIO GALLI, LUCIANO DUSSIN, BALLAMAN, BIANCHI CLERICI, BRICOLO, CAPARINI, DIDONÈ, GUIDO DUSSIN, ERCOLE, FONTANINI, GIBELLI, GIANCARLO GIORGETTI, LUSSANA, MARTINELLI, FRANCESCA MARTINI, PAGLIARINI, PAROLO, POLLEDRI, RIZZI, RODEGHIERO, SERGIO ROSSI, STUCCHI e VASCON. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
nel documento approvato dalla conferenza dei presidenti delle regioni del 19 settembre 2002 era emerso che, ad un anno dall'accordo dell'8 agosto 2001 sulla spesa sanitaria, le regioni avevano portato avanti, sia pure con tempi e modalità diverse, un percorso virtuoso per il raggiungimento degli obiettivi concordati con il Governo, attuando misure di copertura e di rientro dal disavanzo, che complessivamente hanno assicurato la copertura dell'intero squilibrio finanziario dell'anno 2001;
in relazione alla verifica degli adempimenti regionali, il ministero dell'economia e delle finanze, tuttavia, aveva espresso il timore che alcune regioni si fossero limitate ad adottare misure di correzione «di facciata» (tra cui le cartolarizzazioni e gli interventi con effetti diluiti nel tempo);
secondo le rilevazioni del ministero dell'economia e delle finanze, in relazione al 2001, le uniche regioni «in regola» sarebbero state Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Toscana, Umbria, Marche, Basilicata e Puglia, mentre Lazio e Campania si sarebbero limitate ad interventi «di facciata» e la Sardegna sarebbe rimasta in alto mare nel ripianamento dei disavanzi pregressi;
in merito ai disavanzi relativi alla spesa sanitaria nel 2002, la «Relazione generale sulla situazione economica del Paese nel 2002» evidenzia come, nonostante gli effetti di razionalizzazione prodotti dall'accordo Stato-regioni dell'8 agosto 2001, continui a permanere un disavanzo complessivo di 3.835 milioni di euro, distribuito differentemente tra le venti regioni;
anche in relazione al 2002, si ripresenta il pericolo che alcune regioni, al fine di ripianare il disavanzo del settore sanitario, ricorrano a correttivi «di facciata» -:
quale sia il giudizio complessivo del Ministro interrogato sulla politica di bilancio delle regioni nel settore sanitario relativa all'esercizio finanziario 2002, specificando se siano in programma interventi di ripianamento dei disavanzi delle regioni che presentano gli extra-deficit più vistosi. (3-02318)
(27 maggio 2003).

PRESIDENTE. L'onorevole Luciano Dussin ha facoltà di illustrare l'interrogazione Cè n. 3-02318 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 1), di cui è cofirmatario.

LUCIANO DUSSIN. Signor Presidente, signor ministro, l'interrogazione è stata presentata con lo scopo di capire in quale misura e in che tempi le regioni si stanno attivando relativamente ai principi dell'accordo sul contenimento, sul rientro dal disavanzo della spesa sanitaria. L'iniziativa prende spunto dalla necessità di capire - è un dubbio, peraltro, condiviso anche dal ministro dell'economia e delle finanze - se tutti i governatori si stanno attivando in tal senso o se qualcuno sta adottando le solite correzioni «di facciata» per poi magari attendere l'intervento dello Stato volto a sistemare i soliti sprechi delle risorse pubbliche. Si tratta di atteggiamenti che non possono essere accettati perché si rischia di penalizzare i governatori più efficienti, premiando, invece, chi spende senza razionalità, mirando solo al quieto vivere (mi viene in mente, ad esempio, la regione Campania).
Ci interessa, pertanto, conoscere il suo giudizio in merito a quanto esposto.

PRESIDENTE. Il ministro della salute, professor Sirchia, ha facoltà di rispondere.

GIROLAMO SIRCHIA, Ministro della salute. Signor Presidente, l'accordo dell'8 agosto 2001 fissa in maniera definitiva il principio secondo cui in caso di emersione del disavanzo rispetto ai finanziamenti statali le eventuali eccedenze restano a carico dei bilanci regionali. Successivamente detto accordo, con l'obiettivo di un'evoluzione dei finanziamenti che mantenga un quadro stabile nel tempo, provvede alla determinazione della disponibilità complessiva ed onnicomprensiva di risorse da destinare al finanziamento del servizio sanitario nazionale per gli anni 2002-2004.
Tuttavia, lungi dal cristallizzare il concorso dello Stato al finanziamento della spesa sanitaria, l'articolo 52 della legge finanziaria per il 2003 ha previsto una possibilità di accesso all'adeguamento del finanziamento del servizio sanitario nazionale per gli anni 2003, 2004 e 2005, individuando all'uopo specifici ed ulteriori adempimenti cui sono tenute le regioni, ai sensi dell'articolo 4 del decreto-legge 15 aprile 2002, n. 63, convertito in legge. Mi riferisco all'attivazione del monitoraggio delle prescrizioni, all'adozione dei criteri e delle modalità per l'erogazione delle prestazioni che non soddisfano il principio di appropriatezza, all'adozione di iniziative per la copertura del servizio per gli accertamenti diagnostici in maniera continuativa nei sette giorni della settimana, nonché all'adozione di provvedimenti diretti a prevedere la decadenza automatica dei direttori generali nell'ipotesi di mancato raggiungimento dell'equilibrio economico delle aziende sanitarie.
Al fine, quindi, di monitorare l'effettiva implementazione degli adempimenti suddetti, è stato attivato presso il Ministero dell'economia e delle finanze un tavolo tecnico interministeriale ed interregionale, con il preciso compito di verificare lo stato di avanzamento degli stessi, posto che qualsiasi intervento finanziario dello Stato di tipo aggiuntivo rispetto a quanto stabilito dal citato accordo dell'8 agosto del 2001 resta subordinato alla sussistenza delle condizioni previste dalla legge finanziaria.
Il tavolo tecnico ha definito le modalità di attuazione della verifica e dal 20 maggio le verifiche sono cominciate presso il Ministero dell'economia e delle finanze con l'audizione delle singole regioni, le quali sono chiamate a produrre i provvedimenti adottati o da adottarsi relativi alla copertura dell'eventuale disavanzo per l'anno 2002. Solo al termine di tale attività di verifica sarà possibile emettere giudizi sugli eventuali interventi di ripianamento dei disavanzi delle regioni.
Va comunque sottolineato che all'accordo dell'8 agosto, che elencava i livelli essenziali di assistenza, non ha ancora fatto seguito la definizione degli standard quantitativi e qualitativi dei servizi sanitari; standard che sono indispensabili per un efficace governo della spesa. Infatti, sappiamo che ciò dipende da due principali variabili: il corretto dimensionamento dell'offerta e l'appropriatezza della domanda.
Con le regioni è in corso questo passaggio, nell'ambito dell'accordo per l'applicazione del piano sanitario appena approvato. Infine, va citato il risultato che si è ottenuto con il nuovo prontuario farmaceutico, con la previsione di rientro al 13 per cento della spesa, rispetto a quella sanitaria globale, entro un anno.

PRESIDENTE. L'onorevole Luciano Dussin, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

LUCIANO DUSSIN. Signor Presidente, signor ministro, onorevoli colleghi, lavorando sui dati ISTAT per l'anno 2001 risulta che la spesa sanitaria pro capite è stata al nord di 530 euro, al centro di 695 e al sud d'Italia di 980, senza citare le spese farmaceutiche. Queste differenze, se moltiplicate per il numero dei cittadini delle diverse aree, provocano sperequazioni intollerabili e per di più dove si risparmia si hanno anche migliori servizi a livello europeo, per esempio in Lombardia ed in Veneto. Da citare tuttavia è anche l'impegno che si è verificato in Puglia dove il presidente Fitto ha lavorato al riguardo. Ricordo di essere stato nella sua regione quando egli ha rischiato più volte di essere aggredito per la sua politica sanitaria corretta e moderna, contestato dalla sinistra che ha presidenti di regioni che «bruciano» milioni di euro senza offrire una buona sanità ai propri cittadini (citavo prima la Campania e la ricordo anche adesso). Questo mi ha molto infastidito! Lo stesso ministro in altre occasioni ricordava che occorre rivedere la distribuzione delle risorse perché è inspiegabile la differenza che ad esempio intercorre tra l'Emilia-Romagna e la Puglia; così, mentre il presidente Fitto si impegnava e si impegna, gli altri se la godono, protestano e magari hanno anche il consenso da parte di quei cittadini che queste cose non le sanno.
Pertanto, anche nella prossima attribuzione di competenze esclusive alle regioni in termini di sanità, è doveroso che il Governo sia chiaro sin dall'inizio: niente imbrogli sulle spalle di chi governa bene e su quelle dei cittadini contribuenti; niente sussidi e fondi perequativi senza vincoli di destinazione a chi non li meriti. L'autogoverno del territorio vuol dire questo (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania)!