CAMERA DEI DEPUTATI – XIV LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata alle quali risponderanno il ministro della salute ed il ministro per i rapporti con il Parlamento.
(Politica di bilancio delle regioni nel settore sanitario relativa all'esercizio finanziario 2002 - n. 3-02318)
CÈ, GUIDO GIUSEPPE ROSSI,
DARIO GALLI, LUCIANO DUSSIN, BALLAMAN, BIANCHI CLERICI, BRICOLO, CAPARINI,
DIDONÈ, GUIDO DUSSIN, ERCOLE, FONTANINI, GIBELLI, GIANCARLO GIORGETTI, LUSSANA,
MARTINELLI, FRANCESCA MARTINI, PAGLIARINI, PAROLO, POLLEDRI, RIZZI, RODEGHIERO,
SERGIO ROSSI, STUCCHI e VASCON. - Al Ministro della salute. - Per sapere
- premesso che:
nel documento approvato dalla conferenza dei presidenti delle regioni del 19
settembre 2002 era emerso che, ad un anno dall'accordo dell'8 agosto 2001 sulla
spesa sanitaria, le regioni avevano portato avanti, sia pure con tempi e
modalità diverse, un percorso virtuoso per il raggiungimento degli obiettivi
concordati con il Governo, attuando misure di copertura e di rientro dal
disavanzo, che complessivamente hanno assicurato la copertura dell'intero
squilibrio finanziario dell'anno 2001;
in relazione alla verifica degli adempimenti regionali, il ministero
dell'economia e delle finanze, tuttavia, aveva espresso il timore che alcune
regioni si fossero limitate ad adottare misure di correzione «di facciata» (tra
cui le cartolarizzazioni e gli interventi con effetti diluiti nel tempo);
secondo le rilevazioni del ministero dell'economia e delle finanze, in relazione
al 2001, le uniche regioni «in regola» sarebbero state Piemonte, Lombardia,
Emilia-Romagna, Veneto, Toscana, Umbria, Marche, Basilicata e Puglia, mentre
Lazio e Campania si sarebbero limitate ad interventi «di facciata» e la Sardegna
sarebbe rimasta in alto mare nel ripianamento dei disavanzi pregressi;
in merito ai disavanzi relativi alla spesa sanitaria nel 2002, la «Relazione
generale sulla situazione economica del Paese nel 2002» evidenzia come,
nonostante gli effetti di razionalizzazione prodotti dall'accordo Stato-regioni
dell'8 agosto 2001, continui a permanere un disavanzo complessivo di 3.835
milioni di euro, distribuito differentemente tra le venti regioni;
anche in relazione al 2002, si ripresenta il pericolo che alcune regioni, al
fine di ripianare il disavanzo del settore sanitario, ricorrano a correttivi «di
facciata» -:
quale sia il giudizio complessivo del Ministro interrogato sulla politica di
bilancio delle regioni nel settore sanitario relativa all'esercizio finanziario
2002, specificando se siano in programma interventi di ripianamento dei
disavanzi delle regioni che presentano gli extra-deficit più vistosi.
(3-02318)
(27 maggio 2003).
PRESIDENTE. L'onorevole Luciano Dussin ha facoltà di illustrare l'interrogazione Cè n. 3-02318 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 1), di cui è cofirmatario.
LUCIANO DUSSIN. Signor Presidente,
signor ministro, l'interrogazione è stata presentata con lo scopo di capire in
quale misura e in che tempi le regioni si stanno attivando relativamente ai
principi dell'accordo sul contenimento, sul rientro dal disavanzo della spesa
sanitaria. L'iniziativa prende spunto dalla necessità di capire - è un dubbio,
peraltro, condiviso anche dal ministro dell'economia e delle finanze - se tutti
i governatori si stanno attivando in tal senso o se qualcuno sta adottando le
solite correzioni «di facciata» per poi magari attendere l'intervento dello
Stato volto a sistemare i soliti sprechi delle risorse pubbliche. Si tratta di
atteggiamenti che non possono essere accettati perché si rischia di penalizzare
i governatori più efficienti, premiando, invece, chi spende senza razionalità,
mirando solo al quieto vivere (mi viene in mente, ad esempio, la regione
Campania).
Ci interessa, pertanto, conoscere il suo giudizio in merito a quanto esposto.
PRESIDENTE. Il ministro della salute, professor Sirchia, ha facoltà di rispondere.
GIROLAMO SIRCHIA, Ministro
della salute. Signor Presidente, l'accordo dell'8 agosto 2001 fissa in
maniera definitiva il principio secondo cui in caso di emersione del disavanzo
rispetto ai finanziamenti statali le eventuali eccedenze restano a carico dei
bilanci regionali. Successivamente detto accordo, con l'obiettivo di
un'evoluzione dei finanziamenti che mantenga un quadro stabile nel tempo,
provvede alla determinazione della disponibilità complessiva ed onnicomprensiva
di risorse da destinare al finanziamento del servizio sanitario nazionale per
gli anni 2002-2004.
Tuttavia, lungi dal cristallizzare il concorso dello Stato al finanziamento
della spesa sanitaria, l'articolo 52 della legge finanziaria per il 2003 ha
previsto una possibilità di accesso all'adeguamento del finanziamento del
servizio sanitario nazionale per gli anni 2003, 2004 e 2005, individuando
all'uopo specifici ed ulteriori adempimenti cui sono tenute le regioni, ai sensi
dell'articolo 4 del decreto-legge 15 aprile 2002, n. 63, convertito in legge. Mi
riferisco all'attivazione del monitoraggio delle prescrizioni, all'adozione dei
criteri e delle modalità per l'erogazione delle prestazioni che non soddisfano
il principio di appropriatezza, all'adozione di iniziative per la copertura del
servizio per gli accertamenti diagnostici in maniera continuativa nei sette
giorni della settimana, nonché all'adozione di provvedimenti diretti a prevedere
la decadenza automatica dei direttori generali nell'ipotesi di mancato
raggiungimento dell'equilibrio economico delle aziende sanitarie.
Al fine, quindi, di monitorare l'effettiva implementazione degli adempimenti
suddetti, è stato attivato presso il Ministero dell'economia e delle finanze un
tavolo tecnico interministeriale ed interregionale, con il preciso compito di
verificare lo stato di avanzamento degli stessi, posto che qualsiasi intervento
finanziario dello Stato di tipo aggiuntivo rispetto a quanto stabilito dal
citato accordo dell'8 agosto del 2001 resta subordinato alla sussistenza delle
condizioni previste dalla legge finanziaria.
Il tavolo tecnico ha definito le modalità di attuazione della verifica e dal 20
maggio le verifiche sono cominciate presso il Ministero dell'economia e delle
finanze con l'audizione delle singole regioni, le quali sono chiamate a produrre
i provvedimenti adottati o da adottarsi relativi alla copertura dell'eventuale
disavanzo per l'anno 2002. Solo al termine di tale attività di verifica sarà
possibile emettere giudizi sugli eventuali interventi di ripianamento dei
disavanzi delle regioni.
Va comunque sottolineato che all'accordo dell'8 agosto, che elencava i livelli
essenziali di assistenza, non ha ancora fatto seguito la definizione degli
standard quantitativi e qualitativi dei servizi sanitari; standard che sono
indispensabili per un efficace governo della spesa. Infatti, sappiamo che ciò
dipende da due principali variabili: il corretto dimensionamento dell'offerta e
l'appropriatezza della domanda.
Con le regioni è in corso questo passaggio, nell'ambito dell'accordo per
l'applicazione del piano sanitario appena approvato. Infine, va citato il
risultato che si è ottenuto con il nuovo prontuario farmaceutico, con la
previsione di rientro al 13 per cento della spesa, rispetto a quella sanitaria
globale, entro un anno.
PRESIDENTE. L'onorevole Luciano Dussin, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
LUCIANO DUSSIN. Signor Presidente,
signor ministro, onorevoli colleghi, lavorando sui dati ISTAT per l'anno 2001
risulta che la spesa sanitaria pro capite è stata al nord di 530 euro, al
centro di 695 e al sud d'Italia di 980, senza citare le spese farmaceutiche.
Queste differenze, se moltiplicate per il numero dei cittadini delle diverse
aree, provocano sperequazioni intollerabili e per di più dove si risparmia si
hanno anche migliori servizi a livello europeo, per esempio in Lombardia ed in
Veneto. Da citare tuttavia è anche l'impegno che si è verificato in Puglia dove
il presidente Fitto ha lavorato al riguardo. Ricordo di essere stato nella sua
regione quando egli ha rischiato più volte di essere aggredito per la sua
politica sanitaria corretta e moderna, contestato dalla sinistra che ha
presidenti di regioni che «bruciano» milioni di euro senza offrire una buona
sanità ai propri cittadini (citavo prima la Campania e la ricordo anche adesso).
Questo mi ha molto infastidito! Lo stesso ministro in altre occasioni ricordava
che occorre rivedere la distribuzione delle risorse perché è inspiegabile la
differenza che ad esempio intercorre tra l'Emilia-Romagna e la Puglia; così,
mentre il presidente Fitto si impegnava e si impegna, gli altri se la godono,
protestano e magari hanno anche il consenso da parte di quei cittadini che
queste cose non le sanno.
Pertanto, anche nella prossima attribuzione di competenze esclusive alle regioni
in termini di sanità, è doveroso che il Governo sia chiaro sin dall'inizio:
niente imbrogli sulle spalle di chi governa bene e su quelle dei cittadini
contribuenti; niente sussidi e fondi perequativi senza vincoli di destinazione a
chi non li meriti. L'autogoverno del territorio vuol dire questo (Applausi
dei deputati del gruppo della Lega nord Padania)!