|
L'augurio è che nel 2004 avanzi decisamente
la riforma federalista dello Stato. Nascerà il Senato
federale, punto chiave della riforma? I
'presidenti' delle regioni italiane se lo
augurano per il bene del Paese. E lo ribadiscono, con toni più o meno scettici
e critici, in una serie di interviste
all'agenzia giornalistica Adnkronos.
Per la Camera delle Autonomie le regioni avevano individuato nel modello tedesco
il riferimento
ideale, ma la "bozza" Bossi non l'ha fatto proprio. Però alcune
correzioni sono ancora possibili. Ora serve una autentica
e convinta concertazione istituzionale che costruisca un
accordo su funzioni, competenze e meccanismo di elezione della
futura Camera.
Le riforme istituzionali da un parte e il federalismo fiscale dall'altra:
sono due facce della stessa medaglia. Il cammino del federalismo fiscale, senza il quale
è impossibile procedere alla devoluzione delle competenze dallo Stato
centrale alle autonomie, deve viaggiare sullo stesso treno e binario delle
riforme. Va unita insieme la riforma, quindi, all'applicazione dell'articolo 119 della
Costituzione, che già prevede per regioni, comuni e province
"risorse autonome",
l'introduzione nel nostro sistema finanziario di forme di autonomia "di
entrata e di spesa", e la possibilità di stabilire e applicare
"tributi ed entrate propri", e cioè l'inizio del federalismo fiscale.
GHIGO:
A parlare di ''bene per il Paese'' a proposito della nascita del Senato
federale nel 2004 e' il presidente della Conferenza dei presidenti delle
Regioni Enzo Ghigo (nella foto), 'governatore'del Piemonte. ''E' ormai chiaro a tutti che il nostro sistema di
organizzazione, di partecipazione democratica e di rapporto con i governi
dei territori vada rafforzato e quindi riformato in senso federalista -
dichiara Enzo Ghigo - Crediamo che non si possa perdere l'occasione di
modernizzare e di avvicinare il potere politico e amministrativo ai
cittadini. E questo e' possibile se correggiamo la bozza di riforma varata
dal Governo nel modo giusto''.
Quanto al futuro assetto della Camera delle autonomie Ghigo ribadisce che
''Il nostro modello e' quello tedesco. Anche se il progetto di riforma non
fa riferimento a quel modello dobbiamo puntare con decisione ad un Senato
federale che sia una vera espressione dei governi dei territori''.
''La contestualita' della sua elezione con le elezioni dei Consigli
regionali potrebbe servire a questo, -continua il governatore- ma serve
anche modificare le sue prefigurate prerogative lavorando su maggiori
assunzioni di responsabilita' e di autonomia. Non puo' essere immaginato
il Senato come un semplice organismo di controllo dell'interesse
nazionale. La rappresentanza nel Senato deve avere un diretto rapporto con
i programmi che i cittadini indicano di preferire in ciascuna Regione e
una propria capacita' legislativa''.
I presupposti perche' sia una riforma soddisfacente per le regioni ci sono
ma, secondo Ghigo, ora servono anche dei correttivi importanti che ''in
parte il ministro Bossi ha gia' accolto. Speriamo che si continui su
questa strada''. Tuttavia ''non c'e' federalismo
senza federalismo fiscale. Il Governo ha indicato che entro il prossimo
anno finira' il lavoro dell'Alta Commissione sul federalismo fiscale e
quindi, come sistema Regioni, ci auguriamo che l'applicazione
dell'articolo 119 della Costituzione veda luce nella prossima Finanziaria.
E' fondamentale. Cosi' come e' fondamentale che tutti questi passaggi
vedano la concertazione di Regioni ed Enti locali''.
ERRANI:
Non mostra grande ottimismo
Vasco Errani, presidente della
Regione Emilia-Romagna e
vicepresidente della Conferenza delle Regioni, sul futuro
delle
riforme. Almeno per quel che riguarda i tempi di realizzazione.
Come ad esempio sul Senato federale per cui il 2004 dovrebbe rappresentare
l'anno di nascita. ''Le Regioni e le Autonomie -dice il governatore- lo
chiedono da sempre e hanno chiesto il completamento della riforma del
titolo V proprio pensando al Senato federale. Ma la proposta del
centrodestra va nella direzione opposta, per composizione e per
competenze, rispetto alle proposte delle Regioni''.
Insomma su questo fronte Errani vede ''molti problemi''. Il timore e'
quello di dover fare i conti con ''un progetto che non tenga conto dei
soggetti stessi del federalismo e rispetto al quale la maggioranza fa
muro, al punto da respingere gli emendamenti del Governo stesso''. Oggi,
per Errani, e' come trovarsi ''di fronte ad un gioco delle parti che a mio
avviso smaschera chi predica il federalismo ma pratica il centralismo''.
In ogni caso e' da tempo avviato un confronto nella Conferenza dei
presidenti delle Regioni ''che ha evidenziato -dice il presidente
romagnolo- alcune convergenze significative''. In particolare sulle
funzioni e sulla composizione del Senato federale, spiega, ''che deve
essere, coerentemente, una Camera rappresentativa dei territori''. Altro
argomento degli incontri ''la contestualita' dell'elezione dei senatori e
dei consigli regionali, che significa ribadire il radicamento territoriale
degli eletti al Senato federale''.
Ma anche sul federalismo fiscale il governatore Errani non manifesta buoni
auspici. ''Mi sembra -dice- un obiettivo molto lontano dalle volonta' del
Governo attuale'' e sottolinea che: ''nel 2003 abbiamo assistito al
contrario ad un blocco delle risorse delle Regioni e delle autonomie
deciso senza concertazione di sorta, dal centro. A mio avviso occorre
cambiare radicalmente orientamento''.
FORMIGONI:
''Se il Governo non si decide, la vicenda rischia di diventare una presa
in giro''. E' quanto dichiara all'ADNKRONOS il presidente della Regione
Lombardia, Roberto Formigoni, in merito alla questione del federalismo
fiscale. L'anno prossimo sara' quello buono? ''Deve esserlo -scandisce il
governatore lombardo- La Finanziaria dell'anno scorso aveva istituito una
Commissione che avrebbe dovuto terminare i lavori entro il marzo del 2003.
Poi la data e' stata spostata a questo dicembre e ora e' stata nuovamente
posticipata a marzo 2004. Un ulteriore rinvio sarebbe assurdo''.
''Senza federalismo -spiega Formigoni- tutto sarebbe appiattito verso il
basso, quando invece la riforma servirebbe per elevare le potenzialita'
delle Regioni''. In merito alla creazione di un Senato federale, Formigoni
precisa: ''Lo immagino sul modello tedesco. da due mesi e' in corso il
confronto con la commissione Affari istituzionali del Senato e stiamo
cercando un compromesso perche' si realizzi un Senato 'con' le Regioni. Il
passo successivo mi auguro sia quello di un Senato 'delle' Regioni.
ILLY:
Il presidente del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Illy, dubita che il 2004
porti alla nascita del Senato federale. 'Vorrei tanto -spiega- ma non e'
che nutra molte speranze. E' un desiderio, ma non mi pare che ci siano le
condizioni, neanche all'interno della maggioranza, perche' questo possa
avvenire''. ''E poi quello che rischia di nascere -prosegue- e' un Senato
delle autonomie per modo di dire, perche' per me, l'unico modello
possibile di Senato federale, e' quello tedesco, quindi quello fatto da
rappresentanti delle Regioni: questa e' l'unica vera soluzione federale,
le altre sono pasticci''. Insomma, per Illy ''si fa di tutto per cambiare,
ma per lasciare le cose come sono''.
In quanto al futuro assetto dell'Assemblea delle autonomie all'interno di
ogni Regione, ''noi abbiamo gia' legiferato in materia, anche se
intendiamo modificare un po' la legge -afferma Illy- perche' l'attuale
Assemblea non ha un assetto ottimale, e' un po' troppo numeroso''.
''Comunque -spiega ancora il presidente del Friuli- mi aspetto
un'Assemblea che sia veramente rappresentativa dei Comuni, della Regione e
dei vari territori, ma anche delle diverse dimensioni dei Comuni, e poi
evidentemente delle Province, ora 4, forse 5 domani (nel 2004 ci sara' un
referendum per istituire la Provincia dell'Alto Friuli, ndr)''.
Illy auspica ''un'assemblea che consenta veramente un dialogo e la
possibilita' quindi di uno scambio per ottimizzare le leggi che la Regione
approva, ma che riguardano Comuni, Province o Comunita' montane. Quindi
che abbia anche dei poteri: non quello diretto, non deve essere un secondo
Consiglio regionale, ma quantomeno un potere di ottenere una ridiscussione
o la motivazione del perche' i pareri che esprime non vengano ascoltati e
adottati''.
Nel 2004 si avviera' il federalismo fiscale... ''Anche su questo non ho
molte speranze per quanto riguarda il Parlamento -afferma Illy- per quanto
riguarda la nostra Regione certamente si'.
L'abbiamo scritto nel programma perche' sta scritto nella costituzione
italiana che i Comuni e le Province debbano, per le loro entrate,
compartecipare al gettito tributario del loro territorio e noi lo faremo
senz'altro''.
GALAN:
''Il senato federale si fara' sicuramente nel 2004, perche' e' una di
quelle riforme che il governo si appresta a varare''. Se ne dice certo il
Presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan (Fi), che spiega: ''anche
perche', la proposta del senato federale, dove siedano i rappresentanti
dei 'federati' e' stata una battaglia portata avanti con determinazione in
prima persona dagli stessi Presidenti delle Regioni''.
''D'altronde, il Senato Federale - sottolinea il governatore del Veneto-
e' una delle strutture portanti, un'architrave, della nuova democrazia
federalista''. E per Galan non c'e' dubbio:''Evidentemente dovra' essere
rappresentativo degli esecutivi regionali. Non potra' invece diventare
un'altra camera eletta come le due attuali, ma dovra' essere espressione-
ribadisce con forza Galan- espressione diretta delle realta' regionali:
dovra' rappresentare fedelmente la realta' di quello che sono oggi le
regioni
italiane''.
Ed anche sul federalismo fiscale, il Presidente della Regione Veneto,
Giancarlo Galan e' ottimista: ''Io ho sempre sostenuto che il federalismo
fiscale e' il terzo pilastro della riforma dello Stato, assieme appunto al
Senato federale e alla Corte Costituzionale, eletta in parte su base
regionale, da parte dei 'federati'''.
Secondo Galan insomma: ''Non puo' esserci vero federalismo senza una
riforma del fisco in senso appunto federalista. D'altra parte, e' ben nota
la mia simpatica, cortese, ma seria polemica con le regioni a statuto
speciale, oggi troppo avvantaggiate: infatti
non partiamo tutti con lo stesso passo''. E per questo, secondo il
Presidente della regione Veneto: ''il federalismo fiscale dovra' far salvo
un meccanismo di solidarieta' nei confronti delle regioni con piu'
difficolta'. Il principio della solidarieta' va salvaguardato -ribadisce
Galan- in modo tale da porter venir incontro a regioni
piu' svataggiate sul fronte della sanita', delle infrastrutture, dei
trasporti''. E, spiega Galan ''cio' avviene gia' oggi nell'Unione Europea,
nei confronti dei paesi dell'est e delle aree piu' deboli di Germania,
Francia, Spagna, Italia e cosi' via''.
Per il Presidente della Regione Veneto quindi ''il federalismo fiscale
sara' un grande passo avanti per la buona amministrazione, perche' a quel
punto non si potra' piu' dare la colpa a Roma se le cose non andranno bene
in periferia: il federalismo fiscale -spiega Galan- infatti mettera' alla
frusta ogni singola realta' regionale.
Sara' una sfida, la molla che provochera' confronti diretti, con la
necessita' di realizzare una buona amministrazione, a tutto vantaggio del
cittadino. Un banco di prova in grado di misurare la tua capacita' di
amministrare sia nel bene, ma anche nel male''.
D'AMBROSIO:
''Su una materia delicata come la riforma costituzionale il Governo
Berlusconi e' partito con il piede sbagliato, facendoci trovare, ancora
una volta, di fronte ad un progetto che si e' preoccupato di risolvere
solo i problemi della maggioranza''. E' il parere del presidente della
Giunta regionale delle Marche, Vito D'Ambrosio. ''I cambiamenti
istituzionali forti, e il passaggio ad un modello compiuto di Stato
federale lo e', richiedono il massimo della condivisione e la
disponibilita' politica ad un confronto aperto ai contributi di tutti i
soggetti coinvolti. I tempi di approvazione dipendono dalla volonta' di
Governo e della maggioranza. Le Regioni auspicano che nel 2004 il processo
possa trovare una conclusione positiva a patto che le scelte da compiere
siano operate in spirito di concreta apertura''. D'Ambrosio spiega
inoltre che ''Sul Senato abbiamo avanzato due ipotesi: nella prima, tra le
altre disposizioni normative, si afferma che e' composto da rappresentanti
dei governi delle Regioni e delle Province autonome; nella seconda le
modalita' di elezione di 200 senatori (l'assegnazione dei seggi avviene
sulla base di quote minime per tutte le regioni e il resto in proporzione
alla popolazione) e' demandata a leggi regionali, inserendo la
contestualita' dell'elezione dei senatori con quella dell'Assemblea
regionale e la loro decadenza con l'eventuale scioglimento della stessa''.
Per quanto riguarda i disegni di legge concernenti la perequazione delle
risorse, l'attuazione dell'articolo 119 della Costituzione e la
determinazione delle prestazioni dello Stato sociale, ''le Regioni -dice
D'Ambrosio- chiedono, nel caso esista discordanza tra le due Camere, che
una commissione mista predisponga il testo da sottoporre definitivamente
all'approvazione della Camera dei deputati''.
LORENZETTI:
Per la presidente della Regione dell'Umbria Maria Rita Lorenzetti quella
del Senato federale e' una sorta di ''riforma della riforma'' presentata
dal Governo, e mentre ''nei titoli'' sembra essere coerente con
un'esigenza di completamento della riforma federalista dello Stato, ''non
lo e' nei fatti''. Per la Governatrice dell'Umbria infatti basta guardare
le norme per capire che il Senato federale, che dovrebbe essere il luogo
della composizione -combinazione, raccordo - tra le leggi di carattere
regionale e le esigenze di carattere nazionale, e' invece quasi un luogo
''di processo'' delle stesse leggi regionali da parte dello Stato. E
a questo proposito la Lorenzetti ha ricordato che c'e' una discussione tra
i Presidenti delle Regioni in cui ''siamo tutti d'accordo: abbiamo
concordato le modifiche da operare e che presenteremo alla ripresa dei
lavori, subito dopo l'Epifania, in modo tale che il Senato federale si
avvii in contemporanea alle elezioni dei Consigli regionali, e che nelle
funzioni sia delegato ad essere il luogo della composizione degli
interessi e non di 'processo' alle Regioni per le proprie leggi''. Per la
Lorenzetti questa e' una ''partita aperta'' che spera si possa vincere.
Secondo la presidente della Regione Umbria ancora non ci sarebbero i
presupposti per far partire il Senato federale principalmente perche' il
Governo ''presentando la 'riforma della riforma''', ha messo in ''stand by
l'attuazione del Titolo V'', in riferimento soprattutto alla conferma e
alla stabilizzazione delle competenze delle Regioni e soprattutto alla
partita finanziaria. E sul federalismo fiscale la Lorenzetti auspica
inoltre che il 2004 possa rappresentare un anno decisivo per il suo avvio.
Anche se, sottolinea ancora, ''quello che si evince all'interno delle
Regioni, il confronto tra le Regioni e in particolare con quelle del Sud -
ma e' comprensibile che questo avvenga - in ragione anche del fatto che il
Governo abbia deciso di congelare quella commissione, chiamata 'Alta
commissione per il Federalismo fiscale', che doveva attuare il nuovo art.
119, quello appunto sul federalismo fiscale, e' stato messo in stand by
perche' ha dato tempo, di fatto, con questa Finanziaria, di ulteriori 12
mesi. E questo significa arrivare al 2004, andando oltre questa
legislatura, oltrepassando le elezioni amministrative, quelle comunali e
provinciali, ma in pratica significa non fare niente entro la legislatura
regionale che si conclude nella primavera del 2005''.
STORACE:
''Una clava contro le Regioni'', rischia di essere tale il Senato federale
targato Bossi secondo il presidente della regione Lazio Francesco Storace.
''Il senato federale e' un'altra cosa rispetto a quello che c'e' scritto
nella riforma approvata dal Consiglio dei ministri - spiega senza mezzi
termini il ''governatore'' laziale - Vanno ridefiniti compiti e
composizione, altrimenti non e' uno strumento di rappresentanza del
territorio, ma una clava contro le Regioni''. Un progetto affatto
condiviso da Storace al punto che ''Se deve nascere cosi' - conclude
lapidario- e' meglio bloccarlo subito e se Bossi strilla chi se ne frega''.
IORIO:
Il presidente del Molise Michele Iorio (Fi), si mostra fiducioso sul
completamento delle riforme istituzionali entro il 2004. ''Mi auguro -ha
detto- che ci sara' l'impegno della maggioranza di governo e che la
riforma costituzionale venga completata entro il 2004. Sul Senato delle
Regioni -ha poi aggiunto- dobbiamo pero' ancora perfezionare quello che e'
il problema della sua composizione''. ''Io ho sostenuto -ha proseguito-
una linea mediana rispetto all'idea di un federalismo rappresentativo
all'americana che prevede due senatori per stato, cosa che in Italia
potrebbe equivalere a due senatori per regione. Ma -ha aggiunto- le
ragioni di opportunita' suggeriscono, nel nostro Paese, una rappresentanza
diversa''. Secondo il governatore molisano ''le Regioni piccole dovranno
puntare ad avere maggiore presenza, perche' -ha sottolineato- il Senato
delle Regioni sara' fondamentale''. Altro punto fermo per Iorio e' poi
l'aspetto dell'elezione del nuovo organo ''questa -ha concluso- dovra'
essere contestuale a quella delle Regioni e quindi sganciata dall'elezione
del Parlamento proprio perche' il significato del Senato federale e' che
questo sia legato alle realta' regionali e non puo' avere un suo momento
elettorale diverso da quello delle Regioni.
BASSOLINO:
''Mi auguro che il 2004 sia l'anno del Senato federale''. E' quanto ha
detto il governatore della Campania Antonio Bassolino all'ADNKRONOS. ''E'
una scelta -ha proseguito- per completare il percorso delle riforme
istituzionali. Ogni sistema reclama e richiede un grande punto di
equilibrio e di incontro tra le principali forze e tra i principali
livelli istituzionali e questo ruolo puo' essere svolto appunto dal Senato
federale''.
Quanto al federalismo fiscale Bassolino ha sottolineato che ''spingiamo
per mettere mano al federalismo fiscale. Abbiamo cercato di raggiungere
una posizione unitaria tra i presidenti delle Regioni e avviare cosi' un
confronto con il governo e con il Parlamento. Puntiamo ad un federalismo
fiscale che abbia come strumento sostanziale il fondo di solidarieta'''.
Il paese, secondo quanto aggiunge Bassolino, se vuole puntare allo
sviluppo deve far crescere il Mezzogiorno. Nella finanziaria c'e' una
ripartizione ''discutibile e sbagliata''. Nel 2003 il centro nord potrebbe
essere cresciuto piu' del Mezzogiorno e questo perche' ''le risorse
nazionali -ha concluso Bassolino- si stanno riducendo quando invece
dovrebbe essere il contrario''.
BUBBICO:
E' critico il giudizio del Presidente della Basilicata Filippo Bubbico
sulla riforma proposta dal Governo: ''Se guardiamo al disegno di legge
Bossi il nostro giudizio e' nettamente negativo, perche' il governo
ipotizza una riforma che finirebbe per acuire le differenze fra aree forti
e aree deboli del paese, scaricando sulle Regioni il peso di nuove ed
enormi responsabilita' finanziarie''.
''E' difficile fare previsioni -aggiunge- in presenza di un governo che
sembra alimentare la sua esistenza attraverso continui conflitti interni,
alternando vuoti proclami sulla devoluzione e sul federalismo con scelte
che vanno invece in direzione di un rafforzamento del centralismo
burocratico e statalista''. Per quanto concerne poi l'organizzazione e
l'assetto della futura Camera delle Autonomie, il presidente Bubbico
immagina un'assemblea eletta contestualmente ai Consigli regionali, e che
quindi abbia lo stesso corso e decada con essi. ''Non vedo la presenza
automatica dei presidenti delle Regioni in questo organismo -precisa
Bubbico- ma piuttosto l'elezione di rappresentanti che siano espressione
delle comunita' regionali nel loro complesso, cioe' dei Comuni, delle
Province e della Regione''. Per quanto concerne il federalismo fiscale,
Bubbico ritiene che un grosso passo in avanti e' gia' stato fatto: ''E' un
processo che, nella pratica, e' gia' avviato, almeno in un settore
decisivo per l'equilibrio finanziario delle Regioni, come quello
sanitario. Ma la situazione generale e', profondamente condizionata dalla
finanziaria.
In questo quadro non e' affatto facile immaginare quale sara' il cammino
delle riforme. Possiamo solo auspicare che il governo modifichi
profondamente il suo atteggiamento''.
CHIARAVALLOTI:
''E' difficile che nel 2004 sara' attuata la riforma costituzionale con la
nascita del Senato Federale''. Ne e' convinto il presidente della Giunta
regionale della Calabria, Giuseppe Chiaravalloti, che nell'immaginare il
futuro assetto della Camera delle autonomie come luogo di rappresentanza
''delle regioni'', perche' commenta, ''sono le uniche autonomie locali
fornite di podesta' legislativa'', ritiene, comunque, difficile che il
Paese, nel prossimo anno, si possa dotare ''del senato federale. ''Del
resto -aggiunge- i tempi sono lunghi. Probabilmente in un anno non si
fara' in tempo a perfezionare tutto. Si tratta di una riforma
costituzionale ed i tempi sono lunghi. Nel 2004 non credo, forse nel 2005.
Del resto e' previsto che entri in funzione nel 2008.
La riforma e' gia' largamente avviata, quindi si tratta di completare il
sistema, il piu', credo sia stato fatto''. Per quanto riguarda il
federalismo fiscale il governatore della Calabria, ritiene che avra' un
''impatto enorme. Se non funziona il federalismo fiscale e' chiaro che
tutto il sistema si squilibria''. Chiaravalloti e' convinto che se ''il
federalismo fiscale sara' ispirato ai principi della solidarieta' potra'
essere un buon sistema''.
MASALA:
Per il presidente della Giunta regionale della Sardegna Italo Masala (An),
il 2004 potra' essere un anno importante per le riforme costituzionali. In
particolare, almeno una: ''Sicuramente sara' realizzato il Senato delle
Regioni. C'e' l'impegno governativo in tal senso e non mi preoccupa il
fatto che la rappresentanza sarda si possa ridurre da nove a quattro
eletti. Siamo pochi ed e' chiaro che tutto dipende dalla popolazione, che
se si riduce ulteriormente rispetto alle altre Regioni avremo non solo
meno senatori ma anche meno deputati''. Qualche dubbio, invece, Masala lo
esprime sul raggiungimento dell'obiettivo del federalismo fiscale: ''Non
e' che non ci dorma la notte per questa riforma. A me va bene, ma solo a
patto che sia solidale. Non e' che dobbiamo sopravvivere con i doveri e
senza diritti, diritti che si concretizzeranno solo con la possibilita' di
poter godere delle risorse a noi necessarie, anche se prodotte in altre
parti d'Italia''.
MARTINI:
Il
presidente della regione Toscana
Claudio Martini
ha invece rilasciato all'agenzia giornalistica ANSA la seguente
dichiarazione: ''Il
federalismo deve essere assunto pienamente dal governo come questione per
la quale non si puo' restare a meta' del guado, ma ormai si deve passare
obbligatoriamente dall' altra parte''. ''Credo - ha aggiunto - che
molte regioni, oltre alla Toscana, stiano gia' provando per conto loro a
fare del federalismo o almeno a fare quello che si puo' in questa
situazione. E ritengo che la Toscana sia all' avanguardia nel
decentramento di funzioni a comuni e province e a tutto a cio' che
riguarda l' assunzioni di responsabilita' nei campi trasferiti di
competenza alle Regioni''. ''Su alcuni temi in particolare - ha aggiunto -
credo che siamo anche piu' avanti di altre regioni: e mi riferisco, ad
esempio, alla sussidiarieta' comunale e provinciale e all' assunzione di
una funzione primaria su un tema come la protezione civile. Ma il
problema non e' certo la competizione con le altre regioni''.
(gs) |
|
"Ci sono
tutte le premesse perché queste siano vacanze di Natale da ricordare per
tutta la montagna veneta, dalle Dolomiti bellunesi, all'Altopiano di
Asiago, sino alla Lessinia veronese. La neve, per quantità e qualità, non
era così bella da anni, le prenotazioni volano, e ci sono tante novità
rivolte alla sicurezza sulle piste e al comfort,
a cominciare da 2000 caschi griffati da Deborah
Compagnoni pronti per i bambini delle scuole sci di Cortina, Civetta,
Arabba, Marmolada, Padon e 3 Valli-Falcade".
Con queste parole, l'assessore regionale al turismo del Veneto Floriano
Pra "apre" idealmente la stagione sciistica che, dopo le lusinghiere
avvisaglie del primo scorcio di dicembre, sta entrando nel vivo su tutta
l'area montana veneta. "Il 2003 - dice Pra - si sta chiudendo con numeri
importanti: nel solo periodo gennaio-luglio abbiamo registrato aumenti del
5,29% e superato quota 3 milioni 300 mila presenze. Ora non è azzardato
puntare ai 4 milioni, perché il turista italiano, raffreddati gli
entusiasmi per le destinazioni esotiche, sta riscoprendo la montagna
nazionale; e quello straniero è sempre più interessato: cominciano a
venire russi, inglesi, ceki, slovacchi e polacchi che fino ad un paio
d'anni fa ce li sognavamo!".
Inoltre parte una grande campagna per la sicurezza sulle piste ("Sci in
libertà, con gioia e sicurezza") rivolta ai bambini, che troveranno 2000
caschi "proposti" loro da Deborah Compagnoni, ambasciatrice Unicef, con la
raccomandazione di non fare i furbi e di indossarli. Li distribuiscono i
maestri di sci delle varie località a tutti i ragazzini dei corsi e delle
lezioni singole, non tralasciando di convincere prima di tutto i genitori
dell'utilità della cosa. Il Veneto presenta anche una novità tecnologica:
il primo casco certificato di qualità (dalla bellunese Certottica in
convenzione con la Fisi) dopo lunghi test nel settore agonistico: andrà
bene per gli atleti, ma anche per tutti coloro che cercano sicurezza e
comfort, con inedite caratteristiche di ergonomia e compatibilità
fisiologica, soprattutto per i bambini. Tra le novità, mentre Cortina
presenta il rinnovato e "storico" rifugio Col Drusciè, e un servizio
d'informazioni ai turisti via Sms grazie ad una convenzione con un'azienda
di telefonia mobile italiana, vanno annoverati anche molti impianti che,
ricorda Pra, "risolvono molti dei punti neri della viabilità sciistica
veneta". Nella zona di Arabba, debuttano la nuova seggiovia quadriposto "Mesola"
(1.500 persone/ora) che sostituisce la vecchia e obsoleta seggiovia; la
seggiovia biposto "Vizza" (1.200 persone/ora) al posto degli skilift "Crepaz
I e II"; la seggiovia quadriposto ad agganciamento automatico "Burz"
(2.400 persone/ora) che ha mandato in pensione la vecchia biposto; la
riduzione del pendio intermedio della pista "Saler", oggi più facile e
divertente. Il comprensorio del Civetta presenta la nuova seggiovia
biposto "Valgranda-Col de Grava" (1.200 persone/ora) al posto del vecchio
e scomodo skilift; la seggiovia quadriposto ad aganciamento automatico "Casot-Col
de la Grava" (2.200 persone/ora) al posto dello skilift "Grava"; e il
nuovissimo rifugio (inaugurazione il 26 dicembre) tra le due seggiovie in
cima al monte Grava. Il Comprensorio Tre Valli-Falcade, a cavallo tra
Veneto e Provincia di Trento, presenta a Falcade la nuova seggiovia
quadriposto "Lago Cavia-Laresei" da 1.500 persone l'ora. Tutti questi
impianti sono inseriti nel tratto Veneto del Dolomiti Superski, il più
grande carosello sciistico del mondo con 1.220 chilometri di piste e 120
milioni di passaggi l'anno, dei quali circa 40 effettuati sui tratti
veneti.
(red) |