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Sommario |
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Conferenza Regioni 10 Dicembre: documenti approvati | |||||||||||||||||||
On line su
www.regioni.it alcuni dei Documenti approvati dalla
Conferenza delle Regioni del 10 dicembre:
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Export regioni in calo | |||||||||||||||||||
Nei primi nove mesi del 2003
il valore delle esportazioni italiane ha registrato una flessione del
4,6 per cento rispetto all'analogo periodo del 2002. In Friuli-Venezia
Giulia la flessione e' stata del 6,1%.
Lo comunica l' Istat
precisando che dal punto di vista
territoriale, l'andamento e' risultato negativo in tutte le ripartizioni,
con l' eccezione dell' Italia insulare (+8,9%). Nel dettaglio regionale, l'andamento e' stato positivo in Sardegna (+20,7%), Valle d'Aosta (+4,4%), Sicilia (3,9%), Trentino Alto Adige (+3,6%), Abruzzo (+1,3%). Nell'area nord-occidentale, osserva l'Istat, la buona performance della Valle d'Aosta e' stata sostenuta soprattutto dalle vendite di mezzi di trasporto, di apparecchi elettrici e di precisione e da quelle relative ai metalli e prodotti in metallo. Risultato negativo per Lombardia (-3,5%), le cui esportazioni rappresentano il 28,1 per cento del complesso nazionale, Piemonte (-1,9%), Liguria (-1%). Nell'Italia nord-orientale, le esportazioni hanno registrato contrazioni in tutte le regioni ad eccezione, come detto, del Trentino-Alto Adige. Flessione in Veneto (-8,6%), Friuli-Venezia Giulia (-6,1%), Emilia-Romagna (-3%). Calo generale delle esportazioni in tutte le regioni dell'Italia centrale. Significativa la diminuzione del Lazio (-13,7%) seguita da Toscana (-6,6%), Marche (-3,6%), Umbria (-3,4%). Nelle regioni meridionali (-7,6%), le esportazioni sono aumentate in Abruzzo (+1,3%) mentre sono diminuite in misura considerevole, osserva l'Istat, in Campania (-14,2%), Basilicata (-9,4%), Molise (-8,5%) e Puglia (-6,6%). Pressoche' stazionarie appaiono le esportazioni della Calabria. Positivo il dato nelle isole: l'incremento delle vendite all'estero (+8,9%) di Sardegna e Sicilia e' stato dovuto soprattutto dell'aumento del valore delle vendite dei prodotti petroliferi raffinati. Inoltre, sempre l'Istat, ha reso noto i dati statistici regionali sulla base dei quali è stata condotta l’attività di programmazione e valutazione ex ante degli interventi da attuarsi nelle regioni Obiettivo 1 nell’ambito dei Fondi strutturali 2000-2006. Tali indicatori, proposti nel Programma di Sviluppo del Mezzogiorno e in seguito adottati nel Quadro Comunitario di Sostegno (QCS), si articolano in tre livelli: a) indicatori di "contesto chiave", relativi a tutti i settori della programmazione, come base per l'attuazione e la determinazione degli obiettivi specificati; b) variabili di "rottura", finalizzati alla quantificazione dell'impatto complessivo del PSM; c) indicatori di "programma", specifici per ciascun Asse tematico, di competenza dei titolari dei singoli Programmi Operativi regionali e nazionali. (Download tavole regionali - Download metadati indicatori) Indicatori di "contesto chiave": Asse I Risorse naturali Asse II Risorse culturali Asse III Risorse umane Asse IV Sistemi locali di sviluppo Asse V Città Asse VI Reti e nodi di servizio (sm) |
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De Poli: risposte su definizione livelli essenziali delle prestazioni sociali | |||||||||||||||||||
Il rispetto delle competenze delle Regioni, così come prevede il nuovo Titolo V° della Costituzione e la richiesta di chiarire alcuni importanti aspetti di carattere finanziario relativi alla legge finanziaria 2004 tra cui, ad esempio, l'esatto finanziamento alle Regioni del Fondo per le politiche sociali (diminuito nello stanziamento 2004 tanto da non permettere la prosecuzione di servizi già garantiti sul territorio). Questo hanno chiesto le Regioni al Governo, tramite l'inserimento di punti specifici all'interno dell'ordine del giorno dei lavori della Conferenza Unificata tra Stato - Regioni e Città che si è tenuta ieri a Roma. E questi punti sono stati approvati prendendo con ciò atto delle esigenze regionali di riavviare con il Governo un confronto in merito a questi problemi aperti nel settore delle politiche sociali. Ne dà notizia Antonio De Poli (nella foto), Assessore alle politiche sociali della Regione Veneto in qualità di Coordinatore degli Assessori regionali. Nello specifico: le Regioni hanno chiesto di avere una risposta da parte governativa sulla definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali (sui quali la Conferenza dei Presidenti delle Regioni ha già trasmesso nello scorso luglio una proposta al tavolo tecnico misto presso la segreteria della Conferenza Stato-Regioni); inoltre hanno evidenziato che la direttiva Maroni relativa alla disciplina dei criteri e delle modalità di concessione dei finanziamenti per la realizzazione di progetti sperimentali previsti dalla legge 104 del 1992 è stata emanata in violazione delle disposizioni di legge che prevedono lo strumento del decreto e l'intesa tra governo e Regioni in sede di Conferenza Unificata; hanno sottolineato l'incertezza del finanziamento alle Regioni del Fondo per le politiche sociali e la mancata introduzione di una misura generalizzata di contrasto alla povertà nonché la previsione di una misura parziale (reddito di ultima istanza) che si configura realizzabile solo con oneri aggiuntivi a carico delle Regioni; infine è stata fatta presente l'inesistenza, ad oggi, di proposte da parte del Governo per l'attuazione della delega alle Regioni prevista dall'articolo 24 della legge quadro n.328 del 2000 sul sistema integrato dei servizi sociali. (gs) |
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Illy-Rifkin: nuova rete distribuzione energia elettrica | |||||||||||||||||||
Jeremy Rifkin (nella foto), presidente della "Foundation
of Economic Trends" di Washington, afferma la necessità, per l'Europa, di
una "nuova rete per la distribuzione dell'energia elettrica in tutta la Ue,
una griglia energetica tra l'Unione, i Paesi partner e le Regioni". Una nuova rete che però deve affrontare un duplice problema, secondo il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Riccardo Illy. Per Illy infatti, è necessario andare veramente verso la liberalizzazione della vendita dell'energia in Europa. Nel contempo occorre responsabilizzare le Autonomie locali sulle scelte che debbono compiere sul territorio, interrando ad esempio le reti (quelle aeree sono ad alto impatto paesistico) o utilizzando energie il più possibile pulite, pur tenendo conto che l'energia prodotta da centrali a turbogas o sfruttando fonti rinnovabili di certo è destinata a costare qualcosa di più rispetto al carbone. Accanto alle nuove connessioni con l'estero (che peraltro sembrano l'unica chance per l'Italia, ha indicato D'Onghia, ricordando come la situazione italiana resterà fino al 2005 "abbastanza drammatica", mentre Rifkin ha ribadito la possibilità di nuovi black-out) per il Friuli-Venezia Giulia l'approvigionamento elettrico, con il piano energetico regionale che sarà approvato nel 2004, dovrà anche puntare alla promozione della produzione idroelettrica (oggi sono in attesa 130 - 140 domande), di quella fotovoltaica, dell'eolica ed anche, forse, di quella geotermica. Nel breve periodo non solo per il Friuli-Venezia Giulia ma per l'Italia ed il mondo, ha insistito a questo punto Jeremy Rifkin, "ci si dovrebbe concentrare proprio sull'utilizzo del gas naturale" (il nucleare è a rischio terrorismo ed il carbone ha un costo ambientale troppo alto), in attesa che la terza rivoluzione industriale rappresentata dallo sfruttamento dell'idrogeno prenda possesso di questa nuova, "democratica e decentralizzata" forma di energia. Un'energia oggi ancora difficile da estrarre e da gestire ma sulla quale, secondo Rifkin, si gioca il destino del mondo. (red) |
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Riforme: Senato rimane "federale" | |||||||||||||||||||
La commissione Affari costituzionali di
Palazzo Madama ha respinto l'emendamento all'articolo 1 del ddl del
governo sulle riforme che escludeva la dizione ''federale'' per il Senato.
Il testo, quindi, resta invariato: ''il Parlamento si compone della Camera
dei deputati e del Senato federale della Repubblica''. ''E' la prima volta, dal 1947 ad oggi -commenta il relatore, Francesco D'Onofrio, presidente dei senatori dell'Udc (nella foto)- che la parola federale entra in un contesto costituzionale per indicare un organo della Repubblica. Stasera si e' preso atto che esiste una volontà di dialogo. Gli esponenti del centrosinistra hanno dimostrato attenzione per una possibile intesa politica sulle riforme, a condizione che siano accettate alcune loro posizioni fondamentali''. ''La maggioranza -ha aggiunto D'Onofrio- vuole comunque che queste riforme siano fatte, in tempo utile per lo svolgimento del referendum, non oltre la primavera del 2005. Occorre quindi che la prima lettura del Senato avvenga in aula non oltre il 21 gennaio, come e' stato stabilito''. D'Onofrio ha riferito inoltre che martedì fornirà in commissione il parere sugli emendamenti relativi alle funzioni del Senato, all'art. 117 della Costituzione, e all'interesse nazionale. ''Il parere mi e' stato chiesto dall'opposizione che vuole capire se ci potra' essere, accanto ai 200 senatori eletti del prossimo Senato federale, una parte dei rappresentanti delle autonomie locali, che possa in qualche misura integrare il Senato. Lunedì pomeriggio -ha concluso D'Onofrio- avrò un incontro con i colleghi, i cosiddetti saggi della Cdl. Non faccio nessun passo se non c'è un'intesa politica generale. Altrimenti, ho già detto che me ne vado in Australia''. (red) |
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Chiaravalloti: forte impegno Regioni nel recupero del sommerso | |||||||||||||||||||
''Anche il forte impegno delle
Regioni nel recupero del sommerso può dare risultati
concreti''. Lo ha affermato
Giuseppe Chiaravalloti, presidente della
regione Calabria, intervenendo
a Catania alla Conferenza europea sul Lavoro in rappresentanza
della Conferenza dei presidenti delle Regioni italiane e delle
Province autonome. ''La novita' - ha spiegato il presidente della Regione Calabria - e' che c' e' un' inversione di tendenza nell' occupazione, che cresce, e che negli ultimi periodi questo fenomeno positivo riguarda anche il Mezzogiorno''. ''Questo dato - secondo Chiaravalloti - e' frutto di un'azione a sostegno delle politiche del lavoro in Italia, ma nel Mezzogiorno può anche essere dovuto a fenomeni di emersione. E le cifre dell' emersione influiscono anche sui dati della disoccupazione, che in taluni casi possono essere falsati dal lavoro in nero''. Secondo Chiaravalloti, ''l'applicazione piena del federalismo, che attribuira' maggiori competenze alle Regioni, potrà favorire una ripresa generale del lavoro per il contatto diretto che hanno con il territorio e le sue vocazioni''. (red) |
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