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Sommario |
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Berlusconi assicura: su riforma confronto con Presidenti Regioni | |||||||||||||||||||||||||
'I
sei rappresentanti delle forze della Cdl incontreranno i rappresentanti
delle Regioni e i capigruppo
parlamentari e quindi conto di portare l'articolato della riforma se non
nel prossimo Consiglio dei ministri in quello successivo ''. Lo ha detto
il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (nella foto). ''Contiamo - ha aggiunto Berlusconi - di poter presentare come governo questa proposta di modifica a metà settembre nell'aula del Senato''. Anticipando qualche principio della riforma, il presidente del Consiglio, ha fra l'altro affermato:" Il Senato federale della Repubblica si configura come luogo idoneo per armonizzare il federalismo con l'interesse nazionale''. (red) |
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Statuto Calabria: Governo ricorre alla Corte Costituzionale | |||||||||||||||||||||||||
Il
consiglio dei ministri ha deciso di ricorrere alla corte Costituzionale
sullo Statuto approvato dalla regione Calabria. |
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Statuto Calabria: i commenti sul ricorso del Governo | |||||||||||||||||||||||||
''Nulla di drammatico''.
E' questo il commento del presidente della Giunta regionale
della Calabria,
Giuseppe Chiaravalloti
(nella foto), dopo che il Consiglio dei Ministri ha deciso di impugnare
davanti alla Corte costituzionale il nuovo Statuto. "Attendiamo ora
serenamente - ha aggiunto Chiaravalloti - che il 'giudice delle leggi'
esprima il suo parere sul lavoro che con impegno e tempestività ha
prodotto il Consiglio regionale della Calabria. Riteniamo che, al di là di
ogni eventualmente valida considerazione di merito, non ci siano nello
Statuto calabrese profili giuridicamente attaccabili in sede di giudizio
costituzionale'". "Tutto sommato però consideriamo positivo - fa sapere Chiaravalloti
in una nota del portavoce - che lo Statuto calabrese riceva un ulteriore
'controllo' da parte della piùalta magistratura giurisdizionale della
Repubblica. Resta la soddisfazione e l'orgoglio per il Consiglio regionale
calabrese di avere per primo aperto il grande dibattito costituzionale
e di avere indicato sentieri nuovi e originali nella ricerca degli
equilibri federali della Repubblica". Di diverso avviso
il Presidente della Regione Emilia-Romagna,
Vasco Errani: "Lo Statuto della Regione
Calabria, così come è stato approvato, è decisamente un passo
indietro rispetto all'elezione diretta, che rappresenta un
elemento fondamentale, che ha dato stabilita' alle Regioni''. Errani ha
ammesso tuttavia che ''esiste la necessita' di realizzare, confermando
l'elezione diretta del presidente della Regione, un equilibrio tra
potere esecutivo e legislativo, per dare un ruolo chiaro e forte alle
assemblee legislative. Noi in Emilia-Romagna stiamo procedendo in questa
direzione''. Per il Presidente della Regione Lazio Francesco Storace siamo di fronte ad ''Una decisione logica, comprensibile ed opportuna''. "Non ho né criticato né approvato la scelta della Regione Calabria, che ho rispettato''- ha affermato il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ''Ho rispettato la scelta della Calabria, perché nell'impostazione attuale a ogni Regione è data la possibilità di scegliere il proprio statuto. D'altra parte, noi in Lombardia siamo orientati in senso diametralmente opposto a quello scelto dalla Calabria''. "La scelta del governo - osserva ancora Formigoni - è legittima anch'essa: ora il governo si rimetterà alla Corte costituzionale per la decisione sulla legittimità della scelta fatta dalla Calabria''. Netto il giudizio del Presidente del Friuli Venezia Giulia Riccardo Illy , contrario allo Statuto della Calabria laddove parla di elezione diretta, da parte dei cittadini, anche del vicepresidente. ''E' una bestialità totale -afferma- anche perché ci sarebbe l'interesse del Vicepresidente a far cadere il Presidente. E diventa difficile anche chi indicare come vicepresidente. E' un sistema adottato negli Stati Uniti, ma in America la situazione è diversa, ci sono solo due partiti". "Posto che l'obiettivo principale dell'elezione diretta del Presidente della Regione -aggiunge- è garantire la stabilità di governo, si rischia di introdurre un elemento di instabilità. Per me, bisogna essere chiari: o c'e' l'elezione diretta del presidente e quando decade si torna al voto, oppure si faccia con il sistema vecchio, quello della prima Repubblica, con l'elezione da parte del Consiglio regionale''. "Sono d'accordo che il governo abbia deciso di impugnare lo statuto della Regione Calabria''. Lo afferma il presidente della Regione Sicilia, Salvatore Cuffaro: "La scelta dell'elezione diretta dei presidenti delle Regioni ha un valore così alto, che tornare indietro significa fare una cosa che è contraria al buonsenso. Dunque - conclude - indietro non si può e non si deve tornare''. "Il primo Statuto regionale, quello della Calabria, ha formalizzato la tensione tra presidenti e Consigli regionali; quella del Consiglio dei ministri è stata una giusta assunzione di responsabilità ''. A sostenerlo è Maria Rita Lorenzetti, presidente della Regione Umbria. ''I problemi dei rapporti tra i presidenti e i consigli regionali - osserva Lorenzetti - sono reali. La legge sull'elezione diretta si e' fermata ad un certo punto senza determinare fino in fondo l'equilibrio dei poteri. Questo ha creato continue tensioni nei rapporti tra i presidenti e i consigli regionali. La problematica e' seria ed ora si tratta di evitare errori maggiori. La stessa discussione si sta avendo in Umbria''. Lorenzetti si dice ''convinta che l'elezione diretta debba rimanere: la stabilità è un'esigenza inestimabile. Credo - aggiunge - che l'unica possibilità sia che seriamente governo e parlamento lavorino ad una modifica della Costituzione per prevedere la possibilità in determinate situazioni - impedimento e morte o intervenuta incompatibilità, ma non dimissioni volontarie - di evitare che il Consiglio venga sciolto". "Al Consiglio dei ministri e al Parlamento - ha concluso Lorenzetti - dico: lavoriamo insieme per questa modifica costituzionale per il rush finale in vista dell'elaborazione degli Statuti. Questi devono essere gli atti fondanti delle Regioni, salvaguardando l'esigenza di stabilità, rappresentanza ed equilibrio tra potere esecutivo e Consiglio regionale''. "La decisione di ieri sullo Statuto della Calabria: un passo in materia di federalismo e di restaurazione del primato della politica... ma indietro''. A sostenerlo e' stato il presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga. ''All' esame di diritto costituzionale dei giovanetti Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini - ha sostenuto Cossiga in una dichiarazione - emerge una brutta prospettiva per le future riforme: ragazzi ritiratevi e presentatevi all' esame almeno fra un anno, altrimenti dovrei bocciarvi. ''Non condivido la decisione del Governo - afferma il presidente del Consiglio regionale della Calabria luigi Fedele,ma sono questi i rischi che si corrono per essere stati i primi ad approvare la Carta Costituzionale regionale e quindi per aver trattato argomenti cosi' delicati. Probabilmente la decisione del Governo di adire la Suprema Corte e' stata dettata da alcuni dubbi su dei punti che, a giudizio del Consiglio dei Ministri, sono apparsi controversi, ma che per noi certamente non lo sono".Per Riccardo Nencini, coordinatore nazionale della Conferenza dei Presidenti dei Consigli Regionali "Il ricorso del Governo, contro il nuovo Statuto della Calabria, e' un'inutile invasione di campo''."Adesso - prosegue - c' e' il rischio che si fermi tutto il nostro processo di riforma e mi appello alla Corte Costituzionale per una decisione che tenga conto della scadenza del 2005 per la legislatura regionale, visto che per giustizia e coerenza i nuovi Statuti dovrebbero essere votati almeno con un anno di anticipo per avere il tempo di essere sottoposti a referendum confermativo''. (sm) |
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Corte dei conti: accelerazione interventi pubblici nelle aree depresse | |||||||||||||||||||||||||
Nella Relazione sul fondo speciale rotativo per l’innovazione tecnologica, il II Collegio della Sezione centrale del controllo sulla gestione (Delibera n. 28/2003/G del II Collegio della Sezione centrale di controllo sulla gestione e testo della Relazione) ha preso in esame le misure dirette ad accelerare il completamento degli interventi pubblici – in specie grazie all’amministrazione dei benefici mediante gestioni fuori bilancio, all’erogazione degli stessi in forma “automatica” e all’affidamento dell’istruttoria sulle domande di accesso alle agevolazioni ad un soggetto terzo - e la realizzazione dei nuovi interventi nelle aree depresse nel periodo 1997-2000. Lo snellimento delle procedure, particolarmente gradito alle imprese, ha dato luogo ad accertamenti meramente formali che, a giudizio della Corte, non possono sostituire le necessarie visite ispettive, da effettuarsi in tempi ravvicinati rispetto alla data delle erogazioni (entro i 5 anni, periodo oltre il quale le imprese non hanno più l’obbligo di conservare la documentazione giustificativa delle spese), allo scopo di contrastare possibili abusi. Quanto agli effetti prodotti dagli incentivi previsti dalle leggi n. 341/1995 e 266/1997 e consistenti nel rilascio di un “bonus” utilizzabile mediante detrazione per il pagamento delle imposte, la Sezione ha rilevato che sono stati complessivamente approvati 41.670 progetti e sono state assegnate agevolazioni per circa 447 milioni di euro; il maggior valore delle agevolazioni, pari a circa 213 milioni di euro, è stato assegnato alle regioni del Mezzogiorno, con una prevalenza delle piccole imprese. Non sembra esservi stata una ricaduta in termini occupazionali a seguito degli investimenti agevolati. (red) |
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I dati del conto del settore statale (giugno 2003) | |||||||||||||||||||||||||
il
Ministero dell'economia e delle finanze ha reso noti alcuni dati di
sintesi del settore statale delmese di giugno 2003:
I dati comprendono la raccolta postale e il conto di disponibilità. Il calendario delle pubblicazioni di tali dati è disponibile sul sito ( http://dsbb.imf.org). (gs) |
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Ogm: in arrivo in Piemonte risarcimento per agricoltori | |||||||||||||||||||||||||
Parere favorevole da parte del Comitato Agricolo riunitosi ieri a Torino alla proposta di deliberazione dell’Assessore Regionale all’Agricoltura Ugo Cavallera (nella foto) che consente l’anticipazione finanziaria agli agricoltori che hanno dovuto distruggere le coltivazioni di mais nate da sementi geneticamente modificate. All’incontro odierno, presieduto dall’Assessore Ugo Cavallera, hanno preso parte i rappresentanti delle Province e delle maggiori organizzazioni sindacali agricole e cooperativistiche. "La deliberazione – spiega l’Assessore Cavallera – sarà approvata dalla Giunta regionale martedì prossimo e prevede un’erogazione di 1250 euro per ogni ettaro di mais interessato. Il provvedimento è la concreta applicazione della legge regionale n. 22 dell’8 agosto scorso. Gli agricoltori interessati dovranno presentare la relativa domanda entro il 30 settembre". (red) |
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