periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 98 - Roma, 12 agosto 2003

Sommario

Un editoriale di Ghigo riapre dibattito su OGM Friuli-Venezia Giulia: prosegue collaborazione con la Carinzia
Tavolo interistituzionale su disabilità Fisco: entrate tributarie e  dati di cassa I semestre 2003
Marche: modello per sviluppo rurale e agricoltura biologica D'Onofrio: la Cdl prepara una proposta di riforma istituzionale
Un editoriale di Ghigo riapre dibattito su OGM

Un editoriale di Enzo Ghigo, Presidente della Regione Piemonte e Presidente della Conferenza delle regioni, pubblicato oggi in prima pagina su La Stampa, riapre il dibattito sugli Ogm. "Il presupposto indispensabile per affrontare il problema della tutela della bio-diversità e dello sviluppo dell’OGM è quello di non sposare pregiudizialmente alcuna delle tesi in campo. Mi pare - scrive Ghigo - che le evidenze scientifiche disponibili non lo consentano. Conviene quindi spostare l’approccio sul piano delle garanzie per i consumatori e per i produttori. Occorre piuttosto soffermarci sui limiti che occorre fissare per evitare una contaminazione OGM dell’intero comparto agricolo. Per molti ambientalisti e per molti cultori della materia, sicuramente per il mio amico Carlin Petrini, e sicuramente per lo studioso Jeremy Rifkin (cfr. la Stampa 6 agosto 2003)  bisognerebbe farlo per una sacrosanta azione di prevenzione, ma io voglio proporre tale esigenza anche in una chiave di lettura diversa. Se non saremo in grado di difendere il diritto dei coltivatori di poter dar vita a coltivazioni realmente OGM free sarà davvero tutelato il fondamento su cui poggia un’economia di mercato che voglia dirsi liberale ? Quale concorrenza reale ci sarà fra venditori che non possono far altro che offrire la stessa merce? E se le popolazioni più povere perderanno del tutto il “diritto al seme” – perché i “semi modificati” non servono a nulla - non ci sarà il rischio della creazione di pericolosi monopoli alimentari che come altri, ma forse peggio di altri, possono condizionare la vita politica e amministrativa di molte zone del pianeta? C’è poi l’altra faccia della medaglia. Quand’anche avessimo risolto il problema sul fronte della produzione, dovremmo comunque interrogarci su cosa dobbiamo fare per garantire un analogo diritto di scelta ai consumatori, come ha peraltro ribadito in più occasioni lo stesso Ministro Alemanno. E da questo punto di vista risulta fondamentale l’impegno dell’Unione Europea per l’etichettatutra dei prodotti. Ed è, a mio avviso, centrale il ruolo che può svolgere l’Italia per la difesa della qualità dell’alimentazione.
Prevenzione, tutela della concorrenza, diritto di scelta di consumatori e produttori sono a mio avviso i moderni “diritti di libertà” su cui devono poggiare le democrazie occidentali. E su questo terreno l’Europa non deve temere di impostare una competizione che non è e non dev’essere “politica”, ma che è culturale e che può aiutarla – col tempo – a colmare rapidamente alcuni gap che ancora sussistono. Nel definirla “battaglia culturale” intendo riferirmi alla necessità di riportare l’approccio filosofico/culturale e scientifico del rapporto uomo-ambiente ad un unicum nell’ambito delle legittime e necessarie sperimentazioni scientifiche che l’uomo, per il necessario progresso scientifico, persegue. Nel momento in cui ci preoccupiamo saggiamente di porre dei limiti – e di farli rispettare – alla sperimentazione sull’uomo e sugli animali, con altrettanta sollecitudine dobbiamo porci il problema di regolamentare il nostro rapporto con il mondo vegetale. Si sta invece facendo strada fra gli orientamenti legislativi l’idea che possa stabilirsi una contraddittoria gerarchia, come se ciò che realizzeremo con le piante non abbia ricaduta alcuna sulla sfera animale. E forse anche su questi temi - conclude Ghigo nel suo editoriale - occorrerà concentrarsi nel prossimo vertice WTO in programma a Cancoon. Ed anche su questi argomenti, ne sono certo, il nostro Paese saprà giocare un ruolo-guida nel Semestre di Presidenza dell’UE".(sm)

Tavolo interistituzionale su disabilità
E' stato insediato a Roma, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Tavolo di lavoro interistituzionale sui temi della disabilità, come indicato dai lavori del recente meeting tenutosi a Montegrotto Terme che ha visto la presenza e l'impegno su questi temi da parte delle Regioni e dei Ministeri competenti. La Regione Veneto è stata scelta come coordinatrice delle attività del Tavolo che si è organizzato in diversi sottogruppi di lavoro sui punti dell'integrazione scolastica, dell'invalidità civile, dei trasporti. Ne dà notizia l'Assessore alle politiche sociali della Regione Veneto Antonio De Poli (nella foto) in qualità anche di coordinatore nazionale degli assessori regionali alle politiche sociali. "Con la prima riunione di questo tavolo - spiega De Poli - composto dai rappresentanti delle Regioni e di tutti i ministeri competenti, da quello del Welfare alla Salute, da quello delle Attività produttive all'Istruzione, da quello dell'Economia al Dipartimento per le pari opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, concludiamo un percorso che partì dalla Conferenza nazionale sulla disabilità tenutasi a Bari, diamo un segnale forte a tutto il mondo della disabilità e al mondo istituzionale e dimostriamo la volontà di andare avanti sulle indicazioni indicate ad Abano nell'importante documento approvato dalla Conferenza dei Presidenti. Al termine dei lavori del Tavolo - conclude De Poli - le Regioni chiedono che venga previsto quanto prima il confronto politico tra Governo, Regioni Autonomie Locali e Associazioni delle persone con disabilità". Ricordiamo che i temi su cui si concentrerà il lavoro del Tavolo saranno, in sintesi: ricognizione delle iniziative regionali e locali sul tema della disabilità nella sua trasversalità; verifica dello stato di attuazione della legge 104 del 1992 e formulazione di proposte per il suo aggiornamento; approfondimento di temi quali la mobilità con particolare riferimento al trasporto scolastico; proposte di rimozione di barriere architettoniche; rifinanziamento del progetto "Dopo di noi" rivolto ai soggetti con disabilità grave privi di famiglia. (gs)
Marche: modello per sviluppo rurale e agricoltura biologica

I territori di Pesaro e Urbino rientrano tra le sette aree pilota, individuate dall’Unione europea (Ue), per sperimentare – nei prossimi tre anni - un modello innovativo di sviluppo rurale basato sull’agricoltura biologica. Il progetto è finanziato dalla Ue, nell’ambito dell’iniziativa comunitaria Interreg 3 B CADSES e coinvolge Italia, Grecia, Croazia, Repubblica Slovacca e Polonia. “Il programma – spiega l’assessore regionale all’Agricoltura, Giulio Silenzi – intende promuovere una maggiore integrazione territoriale tra le regioni europee, per realizzare uno sviluppo sostenibile, nell’ambito dell’Unione, e favorire l’adesione dei Paesi candidati”.Il progetto sarà realizzato dall’Istituto agronomico mediterraneo di Bari, in collaborazione con la Facoltà di agraria dell’Università di Bari, la Regione Puglia, la Regione Marche, la società Sviluppo Marche, l’Arssa Abruzzo, l’Iam di Chania (Grecia), l’Eko Liburnia (Croazia), l’Università di agraria di Varsavia (Polonia) e l’Accademia delle scienze della Repubblica Slovacca.
Le aree di sperimentazione individuate dalla Ue sono: Ostuni (Puglia), Monti della Laga (Abruzzo), Pesaro e Urbino (Marche), Kolimvari (Isola di Creta, Grecia), Primorsko-Goranska (Croazia), Tuhe (Repubblica Slovacca) e Brodnicki Park (Polonia).
Le iniziative in cantiere prevedono studi finalizzati allo sviluppo rurale, il coinvolgimento di diverse categorie sociali (amministratori, ricercatori, consumatori…) e l’utilizzo di tecnologie innovative, anche informatiche.
“La priorità sarà data – chiarisce Silenzi (nella foto) – alla divulgazione dell’agricoltura biologica, considerata forza trainante di uno sviluppo rurale sostenibile, in quanto capace di conciliare il ruolo dell’azienda con un uso ecocompatibile delle risorse naturali”.  (red)

Friuli-Venezia Giulia: prosegue collaborazione con la Carinzia
"Il mio impegno per trasformare in realtà il progetto per lo sviluppo turistico del polo sciistico italo-austriaco di Pramollo", un'iniziativa che diverrebbe "simbolo della capacità di Friuli-Venezia Giulia e Carinzia di trasformare gli accordi che da anni legano le due Regioni in veri atti di cooperazione". Il presidente della Regione Riccardo Illy, a passo Pramollo per la 55.ma edizione della Festa dell'amicizia Friuli-Carinzia, ha così confermato al governatore Joerg Haider (nella foto) la volontà di giungere alla realizzazione del collegamento tra Pontebba e le piste da sci di Nassfeld, che lo stesso Illy ha ricordato essere stato inserito tra gli obiettivi del suo programma di governo. Nell'odierno incontro tra i due presidenti ed anche successivamente, nei discorsi che hanno accompagnato la Festa dell'amicizia tra Friuli e Carinzia, sia Haider che i sindaci di Pontebba, Luigi Clauderotti, e di Hermagor-Pressegger See, Vinzenz Rauscher, avevano infatti sollecitato Illy ad intervenire a favore dell'opera che - è stato sottolineato - contribuirebbe a far invertire la difficile situazione socio-economica dell'area di Pontebba ed a trasformare Pramollo/Nassfeld in uno tra i migliori comprensori turistici a livello europeo. Ma la collaborazione tra le due Regioni, hanno concordato Illy ed Haider, proseguirà anche in altri settori, sulla base di quell'Accordo bilaterale sottoscritto nel 2001 e che dalla prossima riunione ufficiale tra i due Governi, fissato per il 20 settembre in Carinzia, dovrà portare ad "operatività e fatti concreti".
Una "comune volontà", hanno indicato i due presidenti, di offrire nuovi contenuti alla collaborazione tra Friuli-Venezia Giulia e Carinzia, nell'ottica dell'ampliamento della Ue alla Slovenia ed agli altri sette Paesi del Centro-Est Europa (ha evidenziato Illy), ad iniziare proprio dal comparto turistico, con un'azione promozionale congiunta delle due regioni soprattutto orientata agli emergenti mercati dell'Europa orientale. Ed ancora, come ha voluto sottolineare Illy, in campo sanitario, cominciando a studiare la messa in rete delle strutture sanitarie di Friuli-Venezia Giulia, Carinzia e Veneto, ai quali a breve si aggiungerebbe la Slovenia, per permettere ai "nostri" cittadini una fruizione integrata dei diversi servizi sanitari: una sorta di "passaporto della salute", ha aggiunto Haider. Infine, Illy ed Haider hanno ribadito l'interesse prioritario delle due Regioni per un miglior sfruttamento commerciale della linea ferroviaria Pontebbana e della connessa Koralmbahn (tra Klagenfurt e Graz), che se oggi sconta alcuni "colli di bottiglia" in territorio austriaco, nel giro di pochi anni potrebbe rappresentare una direttrice su rotaia molto importante per i traffici verso Vienna e l'Est.Alla manifestazione di Pramollo hanno partecipato il vice presidente del Consiglio regionale Roberto Asquini ed il consigliere regionale Bruno Malattia.(red)
Fisco: entrate tributarie e dati di cassa I semestre 2003

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze comunica che nel periodo gennaio - giugno 2003 sono state accertate entrate tributarie dello Stato – calcolate secondo il criterio della competenza - per un ammontare pari a 154.717 milioni di euro, in crescita di 8.660 milioni di euro (+5,9%) rispetto allo stesso periodo dell’anno 2002. Nel solo mese di giugno le entrate sono ammontate a 37.971 milioni di euro, in crescita di 1.857 milioni di euro (+5,1%) rispetto allo stesso mese del 2002. Le entrate relative alle sanatorie fiscali 2003 ammontano, fino al mese di giugno, a 5.744 milioni di euro. Il gettito, tuttavia, è ancora parziale poiché rappresenta solo la parte che dalla tesoreria è stata già riversata sul bilancio dello Stato. Per quanto riguarda i primi dati relativi all’autotassazione, la somma del gettito IRPEF e IRPEG dei primi sei mesi del 2003 è stata pari a 11.757 milioni di euro, in calo di 1.873 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2002. Tale diminuzione è da attribuirsi principalmente ad un decremento del numero dei contribuenti che hanno versato nel mese di giugno 2003 rispetto a quelli che hanno versato nel giugno 2002 e, quindi, ad uno slittamento di cassa nei mesi successivi.
Le imposte dirette del periodo gennaio-giugno 2003 sono risultate pari a 81.393 milioni di euro, in aumento di 4.438 milioni di euro (+5,8%) rispetto allo stesso periodo del 2002. L’IRPEF, il cui gettito è arrivato a 59.627 milioni euro, risulta in crescita di 1.756 milioni di euro (+3,0%). L’IRPEG diminuisce di 1.329 milioni di euro (-14,2% a quota 8.027 milioni di euro).
Le imposte indirette hanno generato un gettito pari a 73.324 milioni di euro, in crescita di 4.222 milioni di euro (+6,1%). L’IVA del primo semestre 2003 è in crescita di 1.803 milioni di euro (+4,4% a quota 42.906 milioni di euro). La componente sugli scambi interni aumenta di 1.644 milioni di euro (+4,6% a quota 37.222 milioni di euro) e quella sulle importazioni si incrementa di 159 milioni di euro (+2,9% a quota 5.684 milioni di euro).
Il totale delle entrate fiscali incassate nel periodo gennaio-luglio 2003 è invece pari a 258.198 milioni di euro, con un aumento di 12.660 milioni di euro (+5,2%) rispetto allo stesso periodo del 2002, lo rende noto un Comunicato del Ministero del tesoro.  L’aggregato registra i dati di cassa, che comprendono il bilancio dello Stato, i bilanci delle Regioni e quelli degli Enti previdenziali. In particolare, nel periodo indicato le entrate tributarie sono pari a 200.026 milioni di euro, con un incremento di 10.298 milioni (+5,4 per cento). Il tasso di crescita del gettito risulta in realtà più elevato, (+6,1%) di quello indicato, non essendo state contabilizzate entro il mese di luglio le ritenute IRPEF operate dall’INPS nel mese di giugno, pari a 1.248 milioni di euro.I contributi sociali sono risultati pari a 58.171 milioni di euro (+4,2%) rispetto ai 55.810 dei primi sette mesi dello scorso anno.Considerando sia la mancata contabilizzazione delle ritenute IRPEF operate dall’INPS nel mese di giugno, sia la circostanza che i concessionari della riscossione hanno recuperato nel periodo in esame il maggiore acconto (oltre 1.500 milioni) versato a dicembre 2002, sia che il gettito delle accise risulta più basso in relazione al recupero dell’acconto (750 milioni di euro versato a dicembre 2002) effettuato a gennaio 2003, l’effettivo tasso di crescita degli incassi fiscali si attesta, tra gennaio e luglio, al +7,3% . Secondo il Ministero I dati relativi ai primi sette mesi mostrano: un buon andamento dell’IRPEF, pur in presenza della riduzione delle aliquote previste dal primo modulo della riforma fiscale; una positiva evoluzione dell’IVA; un buon andamento delle imposte di produzione, per effetto soprattutto delle entrate relative all’imposta sul consumo del gas metano; il recupero dell’IRPEG e dell’imposta sostitutiva sui redditi da capitali. Considerando la predetta mancata contabilizzazione delle ritenute IRPEF operate dall’INPS, l’effettivo tasso di crescita delle entrate tributarie è pari allo 0,9%, mentre quello delle entrate totali al 2,3%.(sm)

 

Gennaio-Luglio 2003

Gennaio-Luglio 2002

Variazione %

Entrate tributarie

200.026

189.728

+5,4%

Contributi sociali

58.171

55.810

+4,2%

Totale entrate

258.198

245.538

+5,2%

(dati in milioni di euro)

D'Onofrio: la Cdl prepara una proposta di riforma istituzionale
''La Casa delle liberta' preparerà una proposta di riforma istituzionale, che deve lasciare spazio  al federalismo di esprimersi, senza imbrigliare gli Statuti. 
(...) Ma su un punto rimarremo fermi: sul bipolarismo''. Così, 
nell'intervista a La Stampa, Francesco D'Onofrio (nella foto), capogruppo al  Senato dell'Udc, anticipa quelli che potranno essere i temi del  confronto tra i ''quattro saggi'' della maggioranza che dal 20  al 27 agosto si riuniranno in una localita' segreta sulle Dolomiti per stilare la bozza di modifica della Costituzione.  Insieme a D'Onofrio, ci saranno Andrea Pastore (Forza Italia), presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, Domenico Nania (capogruppo An a Palazzo Madama) e il  vicepresidente del Senato Roberto Calderoli, per la Lega. Ma  D'0nofrio precisa: ''Tutti devono partecipare a cambiare la  Costituzione: la maggioranza non deve considerarsi padrona delle  norme di garanzia. (...) Io non sono d'accordo che una  maggioranza di governo si faccia la sua Costituzione, serve la massima intesa con l'opposizione. Ad esempio noi concepiamo la Presidenza della Repubblica con una funzione di garanzia, e non è vero che al federalismo deve fare pendant il  presidenzialismo: chi va alla Casa Bianca e' eletto dagli Stati,  è federale''.   Punto centrale dell'intervista del quotidiano torinese e' il  ''caso Calabria''. ''Il sistema del ''ticket'' - dice  l'esponente dell'Udc - cioè del presidente cui puo' succedere il vicepresidente, in se stesso non e' ne' buono ne' cattivo.  Negli Stati Uniti il numero due della Casa Bianca bilancia il  presidente, non e' un suo ''clone''. In Italia in passato il  ''ticket'' e' stato inteso come una staffetta tra i partiti. 
Almeno si incomincia ad affrontare un tema che la legge attuale dimentica: la possibilità di un cambio di guida regionale in  corso di legislatura''.  Più in generale, per D'Onofrio ''si deve lasciare alle Regioni il diritto di scegliere. La storia italiana e' tutta centralista, solo la Lega a modo suo ha sottolineato questo 
problema''. Alla domanda ''Quale sarà il nodo del federalismo?'' D'Onofrio risponde: ''Tra presidenzialismo e  bipolarismo. Ma vedo che tutti gli Statuti si indirizzano verso  la logica bipolare, e' un passo avanti''. (gs)
 

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