periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 469 - Roma, 25 febbraio 2005

Sommario

Maroni: ricorsi Regioni bloccano politiche sociali

Istat: dati su alcune province e commercio estero

Disabili: servizi on line più accessibili

Trento: emigrazione ed Europa

Incentivi per le imprese: news da Piemonte, Lombardia e Trento

Agenzia del farmaco istituisce Commissione ricerca farmaceutica

Maroni: ricorsi Regioni bloccano politiche sociali

Si è tenuta giovedì 17 febbraio  presso la  Commissioni affari sociali della Camera un'audizione del Ministro del Welfare, Roberto Maroni (cfr. il resoconto integrale dell'audizione pubblicato sul sito della Camera dei Deputati) . Oggetto dell'audizione le nuove misure che il Governo intende adottare a sostegno delle persone con disabilità , ma il Ministro ha poi voluto svolgere alcune considerazioni "più generali, sullo stato di salute delle politiche sociali", "piuttosto rilevanti".
A distanza di soli quattro mesi dall’entrata in vigore del superbonus, ha spiegato il Ministro Maroni (nella foto), "l’INPS stima, anche se in modo ancora grezzo, risparmi di spesa previdenziale rilevanti già per il 2005, attorno al miliardo di euro" e se "la cifra sarà di questa entità o, addirittura, superiore, si porrà la questione di come utilizzare queste risorse".  "Si può pensare, quindi, di utilizzare questa somma per interventi di carattere assistenziale nei confronti delle persone non autosufficienti o delle persone affette da grave disabilità". Queste risorse potrebbero anche essere utilizzate per interventi coordinati con le regioni sulla disabilità grave, il cosiddetto tema del “dopo di noi”, ossia nel caso di persone disabili non autosufficienti che sopravvivono ai propri genitori e improvvisamente si trovano senza il sostegno della propria famiglia.
Vi è però una questione alla base di questa decisione: la competenza sulla spesa riguardante le politiche sociali in base alla riforma della Costituzione. Su questo punto si è generato un fortissimo contenzioso su iniziativa di alcune regioni, in particolare l’Emilia-Romagna, la Toscana e l’Umbria, che ha determinato ricorsi alla Corte costituzionale nei confronti di iniziative del Governo e del Parlamento in materia di politiche sociali che destinavano risorse per alcune finalità. Questi ricorsi alla Corte costituzionale hanno portato alla dichiarazione di incostituzionalità di questi interventi, con ritardi anche di due anni, il che determina problemi interpretativi circa il fatto che parte di questi interventi è già stata compiuta. Si pone comunque il problema di cosa il Governo e il Parlamento possano fare e di come possano spendere queste risorse". E il ministro si è poi soffermato sulle conseguenze, a suo dire, di tali ricorsi.
E, fra l'altro, "Su ricorso della regione Emilia-Romagna - ha affermato Maroni - la Corte costituzionale ha dichiarato l’incostituzionalità di questa norma poiché si ritiene che la competenza esclusiva a decidere e a finanziare questo tipo di intervento sia delle regioni.
Di conseguenza - lamenta il Ministro - "lo Stato non può neppure cofinanziare un intervento diretto al sostegno del reddito deciso dalle regioni sulla base dei principi generali propri dell'ordinamento giuridico". "Di fronte a questo scenario interpretativo ed avendo a disposizione delle risorse, ci si è posti il problema di come utilizzarle, ossia di quali interventi realizzare senza che questi ultimi risultino contrari alle decisioni della Corte costituzionale(...) Al riguardo sono state individuate due soluzioni, la prima delle quali è la più semplice, ma credo anche la meno efficace. Mi riferisco al trasferimento di una certa somma di denaro alle regioni per finalità di politica sociale lasciando decidere le stesse circa la sua specifica utilizzazione. Questa soluzione è la più semplice, perché in questo modo si trasferisce la responsabilità alle regioni, ma anche la meno efficace, perché non è possibile individuare precise destinazioni. (...) Come può operare allora il Parlamento per destinare somme, anche ingenti, per le politiche sociali con la garanzia che queste ultime siano all’uopo utilizzate?
La seconda soluzione consiste nell’utilizzare lo strumento della Conferenza unificata per negoziare questa destinazione con le regioni. Noi l'abbiamo fatto in più di un’occasione per quanto concerne la destinazione del fondo nazionale per le politiche sociali. Tra l’altro, le regioni si erano impegnate per iscritto a destinare una certa quantità di quote a sostegno della famiglia; successivamente, però, ci siamo accorti che tale impegno veniva disatteso. Quindi, se Governo e Parlamento decidono di destinare una certa somma di denaro a sostegno della famiglia, neppure la via pattizia - tra virgolette - può garantire loro che tale risorsa venga effettivamente utilizzata per quel dato scopo. Questo è il quadro di riferimento da tenere presente per decidere la destinazione da dare a questi risparmi previdenziali". "In conclusione (...)credo si ponga un problema istituzionale. Ad oggi ha ancora un senso il fondo nazionale per le politiche sociali, che pure ha svolto un’importante funzione ordinando la spesa sociale? Mi chiedo, invece, se tutto non si riduca semplicemente ad un negoziato tra il sottoscritto e le regioni per trasferire una certa quantità di risorse senza che il Governo abbia alcuna possibilità di verifica. Se così è, se cioè non sussiste la possibilità di vincolare queste risorse, tanto vale allora che ad occuparsi di tutta questa faccenda sia il Ministero dell'economia e delle finanze o la Ragioneria generale dello Stato".
Fra le repliche quelle di Augusto Battaglia: "le parole pronunciate dal ministro mi fanno pensare in qualche modo ad un ripensamento relativamente alla devolution. Il Governo, di cui il signor ministro fa parte, ci ha proposto una legge sulla devolution grazie alla quale materie come la sanità diventano di competenza esclusiva delle regioni. Ora lei si lamenta del fatto che la Corte costituzionale abbia contestato una serie di provvedimenti. È normale che ciò accada quando il Parlamento pretende di concedere somme a solo vantaggio degli asili nido aziendali, non prendendo affatto in considerazione coloro che fanno ricorso ad asili nido pubblici o anche ad altri tipi di nidi. Forse questa è una prerogativa che non è più del Governo. Avete voluto il federalismo, c'è il federalismo, lo abbiamo voluto insieme, abbiamo approvato una legge, successivamente confermata da un referendum popolare, addirittura il Governo pensa di andare oltre, arrivando alla cosiddetta devolution, e poi lei viene qui a lamentarsi del fatto che le regioni voglio fare per conto loro. Mi sembra un po' contraddittorio".
Katia Zanotti ha espresso "condivisione sui ricorsi di alcune regioni per quanto riguarda i servizi di asilo nido, gli aiuti alle giovani coppie, e così via, perché in questo caso la destinazione vincolata di risorse taglia fuori completamente la programmazione regionale, la quale, ai sensi del titolo V, per questi servizi, rappresenta una titolarità esclusiva delle regioni. Penso che le questioni del rapporto fra Stato centrale e federalismo non passano solo attraverso il riequilibrio dei fondi finanziari, ma passano anche attraverso una modalità e una possibilità di relazione. In questa relazione abbiamo la certezza che le regioni erano in attesa dell'istituzione del fondo nazionale, del quale ne avevano bisogno sia per sostenere l'aumento consistente dei servizi sia per aiutare le famiglie in termini monetari a causa della forte implementazione del numero degli anziani non autosufficienti, di cui oggi si occupano prevalentemente solo le famiglie, a volte con l’ausilio delle badanti; quindi - ha concluso la Zanotti -continua a sussistere la possibilità di condivisione di questo tema specifico con le regioni.
Punta l'indice sulle Regioni, Francesca Martini:"
I ricorsi costituzionali rappresentano una realtà che non permette alle persone e alle famiglie di vedere incrementato il panorama dei servizi a loro disposizione, che mette in crisi un fondo per gli asili nido che noi, dopo 24 anni di assenza assoluta di destinazione di fondi da parte dello Stato per questo settore, abbiamo costituito. Credo, quindi, che se esiste qualcuno da deplorare, si tratta di quelle regioni che non hanno fatto gli interessi dei cittadini dei loro territori, ma nemmeno dei cittadini di questo paese in senso lato".
E' rimasta invece
"sconcertata dai toni molto aggressivi usati in alcuni interventi", Tiziana Valpiana: "mi ha alquanto spiazzato lo sconcerto dimostrato dal ministro nei confronti delle sentenze pronunciate dalla Corte costituzionale a causa di provvedimenti adottati dal Governo. Che dire? Mi meraviglio della meraviglia; infatti è evidente che fino al momento in cui verranno compiute scelte incostituzionali da parte di questo Governo, a ragione alcune regioni le impugneranno e a ragione la Corte costituzionale - le cui sentenze non sono criticabili - le riterrà incostituzionali. Ricordo che l’attuale maggioranza ha deciso, per esempio, di valorizzare solo il fondo per gli asili nido aziendali, dimenticando e lasciando a se stessi i nidi territoriali. La collega Martini prima diceva che le regioni che hanno impugnato non hanno fatto gli interessi dei loro cittadini. Vorrei ricordare a questo proposito che gli asili nido territoriali dell’Emilia-Romagna sono universalmente riconosciuti come esempio di riferimento: vengono dai vostri osannati Stati Uniti a vedere come si istituiscono gli asili nido a Reggio Emilia e in Emilia-Romagna, per cui non credo che questa regione, impugnando la vostra legge, non abbia fatto l'interesse dei cittadini. Al contrario, la regione ha fatto l’interesse dei cittadini, perché noi pensiamo che l'asilo nido sia un servizio sociale che deve essere aperto a tutta la cittadinanza, a tutti i bambini, a tutte le bambine. Non era quindi - ha concluso Valpiana - assolutamente accettabile la discriminazione contenuta nella legge finanziaria (non ricordo adesso se relativa al 2002 o al 2003), per cui potevano essere deducibili fiscalmente solo le rette relative ai nidi aziendali e non quelle dei nidi territoriali" .
Nella sua replica, il Ministro ha difeso l'operato del Governo che ha avuto "il merito di avere aumentato, per la parte di competenza delle politiche sociali, gli stanziamenti e i trasferimenti alle regioni, in quattro anni, del 32 per cento. Questo è un dato di fatto, non è un'opinione, è scritto ed è stata una scelta non facile, perché non si trattava di un aggiornamento automatico. Le regioni si sarebbero accontentate dei soldi dell'anno precedente; abbiamo dovuto e voluto cercare nuove risorse, perché nel fondo nazionale per le politiche sociali sono contenute la quota indistinta che va alle regioni e quella destinata all'INPS per i diritti soggettivi. Di fronte all'incomprimibilità dei diritti soggettivi, avremmo potuto convincere le regioni ad accettare i 700 milioni degli anni precedenti; invece abbiamo reperito risorse aggiuntive e abbiamo portato il fondo nel 2004 ad 1 miliardo di euro.  (...) Per quanto riguarda gli asili nido, non è scritto da nessuna parte che si trattava solo di asili nido aziendali, per cui il ricorso presentato dalla regione Emilia-Romagna non è stato accolto per questo motivo; infatti, il finanziamento era possibile anche per gli enti locali, anzi per i nidi aziendali sussisteva il vincolo di estendere l’ingresso al nido anche ai bambini abitanti nel territorio. Il motivo del ricorso è stato del tutto ideologico: si è voluto dimostrare che lo Stato e il Parlamento non possono decidere di assegnare risorse per gli asili nido, per la disabilità e quant'altro e questo – a mio avviso - è il fatto grave e vergognoso (...) Stiamo discutendo - lo dico con rammarico - da tre anni con le regioni per l'attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni perché, ormai, non prendiamo nessun provvedimento senza l’accordo di tutte le regioni. Ho notato - ha aggiunto il Ministro - da parte di alcune regioni, un comportamento di netta e pregiudiziale chiusura". "Considero legittimo -ha proseguito il Ministro - che le regioni abbiano queste competenze, però mi rammarico del fatto che, invece di negoziare con il Governo l'utilizzo delle risorse, abbiano preferito il ricorso giurisdizionale che ha annullato provvedimenti importanti, vanificando gli interventi e impedendo di utilizzare le risorse".
"La sentenza della Corte costituzionale n. 423 del 19 dicembre 2004, stabilisce principi importanti che interferiscono anche con il provvedimento sulla non autosufficienza; infatti, la sentenza della Corte costituzionale dice che il reddito di ultima istanza viene cancellato perché rientra nella categoria delle politiche sociali che sono di competenza esclusiva delle regioni, quindi anche gli interventi sulla non autosufficienza sono di competenza delle regioni e sia il Governo sia il Parlamento non possono adottare provvedimenti in materia, neanche mettendo a disposizione somme di danaro. Ciò che mi preoccupa non è il fatto che anche le regioni abbiano poteri – anzi, questa maggioranza desidera che le regioni abbiano questi poteri – ma il continuo conflitto che blocca ogni iniziativa del Governo, non perché sia giusta o sbagliata, ma in alcuni casi solo perché è del Governo.
Assicuro che l'impegno preso dal Governo di mantenere all'interno del welfare i risparmi di spesa derivanti dal “superbonus” è una promessa che sarà confermata. La mia preoccupazione è di evitare di creare un provvedimento che metta a disposizione tante risorse ma che poi - così come è avvenuto per il reddito di ultima istanza, per la disabilità, per gli asili nido, per le giovani coppie - grazie ad un ricorso venga cancellato, mentre l'importo rimane confermato, anche se non è più necessariamente destinato a questo scopo; quindi, ci rimane l'obbligo di trasferire alle regioni alcuni miliardi di euro che queste ultime possono tranquillamente utilizzare come vogliono, per assurdo anche per la costruzione di strade (e questo sarebbe davvero una beffa). Tutto ciò che è previdenza, e cioè prestazione dietro un corrispettivo, rimane di competenza governativa. La cassa integrazione, comunemente definita intervento assistenziale, è tecnicamente un intervento previdenziale, mentre le pensioni di invalidità civile, considerate comunemente intervento previdenziale, rientrano nell'ambito delle politiche assistenziali e quindi, come tali, sono di competenza regionale.(...) Inoltre, sono ancora le regioni (...) dal 2001, a decidere a chi spetta il diritto alla pensione di invalidità civile, salvo poi essere l'INPS a pagare. Vi è un’altra osservazione da svolgere, riguardo ai contrasti istituzionali: la definizione di parametri che, senza ridurre le prestazioni, garantiscano l’oculatezza della spesa, eliminando tutti gli abusi sinora compiuti, viene di fatto attualmente ostacolata e resa impossibile dall'atteggiamento di alcune regioni. In conclusione, nel riconfermare la disponibilità del ministero, reputo però preliminarmente opportuno che la Commissione e gli uffici della Camera, non solo su questo tema ma per tutto ciò che concerne gli interventi più generali in materia di politiche sociali, svolgano un attento esame del contenuto della sentenza del 2004 e degli effetti da essa derivanti. Credo infatti che quella sentenza costituisca un punto fermo fondamentale per individuare chi possa fare cosa, nei rapporti tra Stato-Parlamento e Governo e regioni. Questo nodo va sciolto prima di poter riprendere la discussione sul provvedimento sulla non autosufficienza
.

(red)

Agenzia del farmaco istituisce Commissione ricerca farmaceutica

Il Consiglio di Amministrazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco, in osservanza al dettato del DM n. 245 del 2004, ha deliberato l’istituzione e la composizione della Commissione per la promozione della Ricerca e Sviluppo in ambito farmaceutico.
La Commissione per la promozione della Ricerca e Sviluppo si occuperà di dare impulso e sostegno alla ricerca scientifica pubblica e transnazionale nei settori strategici dell’assistenza e di favorire gli investimenti in Ricerca e Sviluppo da parte delle Industrie farmaceutiche in Italia. Tra le principali attività che saranno svolte dalla Commissione, la definizione di principi e modalità per il riconoscimento di un premio alla ricerca da attribuire sul prezzo di rimborso di medicinali con rilevante grado di innovatività; la predisposizione di un monitoraggio sulle normative, i finanziamenti, i progetti e i risultati della ricerca nel settore farmaceutico sul territorio nazionale; la valutazione di progetti di ricerca, anche cofinanziati da privati, in funzione del loro impatto economico, sociale e del valore strategico rivestito per il Servizio Sanitario Nazionale; la promozione dell’integrazione della ricerca scientifica italiana con quella europea ed internazionale. La Commissione, che avrà durata quinquennale, è presieduta dal prof. Silvio Garattini (nella foto), Direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri”, ed è composta dal prof. Enrico Garaci, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, dal prof. Renato Bernardini, Ordinario di Farmacologia all’Università di Catania, dalla prof.ssa Gloria Saccani Jotti, Ordinario di Patologia clinica all’Università di Parma, dal prof. Sergio Bonini, Direttore scientifico dell’Istituto S. Raffaele di Roma, dal prof. Lucio Annunziato, esperto della Regione Campania, dal dott. Alessandro Liberati, Responsabile dell’Area Programma Ricerca Innovazione dell’Agenzia sanitaria della Regione Emilia Romagna, dal prof. Antonio Francavilla, esperto della Regione Puglia, dalla prof.ssa Maria Del Zompo, esperto della Regione Sardegna, dal dott. Giampietro Rupolo, Dirigente della Direzione Piani e Programmi socio-sanitari della Regione Veneto.

(red)

Incentivi per le imprese: news da Piemonte, Lombardia e Trento

Notizie dalle Regioni sull'ultimo numero di incentivionline, la newsletter di Mediocredito centrale. In particolare dal Piemonte, dove dal 1° marzo si chiude la legge 598 consolidamento. La Regione ha decretato (Determinazione Dirigenziale n. 37 del 18/02/2005) la sospensione dei termini a partire dal 1° marzo per la presentazione delle domande a valere sulla 598 consolidamento, per esaurimento delle risorse.
La
Provincia Autonoma di Trento ha stabilito che le operazioni relative a cambiali emesse nel periodo 21 giugno- 30 settembre 2003 possono accedere ai benefici della Legge Sabatini.
La
Regione Lombardia ha fissato al 14 febbraio la sospensione dei termini per la Presentazione delle domande a valere sul “Pia Innovazione- Investimento New Economy”.
(red)

Trento: emigrazione ed Europa

Si è aperto oggi al Centro Europa - la manifestazione è promossa dalla provincia autonoma di Trento - con il saluto dell’assessore alla programmazione, innovazione e ricerca Gianluca Salvatori, il meeting con i partner europei aderenti al progetto comunitario Emile. Il progetto si propone di confrontare una parte della storia comune europea a partire dalle emigrazioni verso il nord America che hanno interessato l’Europa tra il1840 e il 1920. I paesi partecipanti, Svezia, Irlanda, Polonia, Repubblica Ceca e Italia intendono rileggere i processi migratori da un punto di vista individuale, come raccontato nelle lettere degli emigrati e delle loro famiglie: www.emigrantletters.com.
(red)

Istat: dati su alcune province e commercio estero

L'Istat ha reso noto alcuni dati per località abitata di alcune provincie. L’Istituto nazionale di statistica diffonde on line alcune tavole sulla distribuzione territoriale per località abitata della popolazione e su altri aspetti del territorio delle province di Bari, Chieti, Cosenza, Cremona, Frosinone, Gorizia, Imperia, Nuoro, Piacenza, Pordenone, Potenza, Rieti, Roma, Treviso, Varese, Vibo Valentia, Viterbo.
Le tavole relative ad altre province sono già state diffuse nei mesi di luglio, ottobre, novembre 2004 e gennaio e febbraio 2005.
La località abitata rappresenta un'area più o meno vasta di territorio, conosciuta di norma con un nome proprio, sulla quale sono situate una o più case raggruppate o sparse.
Le tipologie di località abitate considerate dal censimento sono il centro abitato, il nucleo abitato, le case sparse e le aree speciali.
Le tavole sono consultabili: www.istat.it oppure
http://censimenti.istat.it).
La bilancia commerciale italiana coni paesi extra Ue ha registrato in gennaio un passivo pari a 1.959 milioni di euro, a fronte di un deficit di 2.161 milioni registrato nello stesso mese del 2004. Lo comunica sempre l'Istat (Commercio estero- paesi extra Ue), precisando che le esportazioni sono salite del 19,2%, mentre le importazioni sono cresciute del 11,9%.

(red)

Disabili: servizi on line più accessibili

Il Consiglio dei ministri approva in via definitiva il regolamento di attuazione della cosiddetta 'legge Stanca' per favorire l'accessibilita' delle persone disabili alle nuove tecnologie informatiche.
I servizi on line della pubblica amministrazione si apprestano quindi ad essere piu' accessibili per i cittadini diversamente abili.
Il provvedimento obbliga le pubbliche amministrazioni ad adeguare entro un anno le nuove forme sull'accessibilita', pena la nullita' dei contratti di realizzazione o modifica dei loro siti Internet. Queste disposizioni non si limitano ai soggetti pubblici ma si estendono anche a quelli privati.
Verificato il livello di accessibilita' dei loro siti web, il ministero rilascera' infatti un 'logo' di certificazione, una sorta di bollino, che attestera' il livello di rispondenza dei siti ai requisiti richiesti, che sara' un marchio distintivo nella rete.
L'ordinamento recepisce le linee guida dell'Ue e le normative internazionalmente riconosciute ed e' stato elaborato con il contributo delle associazioni piu' rappresentative delle persone diversamente abili, oltre che di quelle competenti in materia di accessibilita' e di produttori di hardware e software.
(red)
 

Proprietario ed editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
Redazione: via Parigi, 11 - 00185 - Roma
Direttore editoriale: Marcello Mochi Onori
Direttore responsabile: Marco Tumiati
In redazione: Stefano Mirabelli (caporedattore); Giuseppe Schifini (caposervizio)
Progetto grafico: Mirabelli, Schifini
tel. 06.488829200 - fax 06 4881762
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