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La Regione Emilia-Romagna
- secondo quanto riportato dalla
newsletter Autonomie della Regione Emilia-Romagna
- ha approvato la programmazione energetica. Si tratta di una legge
regionale sulla programmazione energetica
territoriale "Disciplina della programmazione energetica
territoriale ed altre disposizioni in materia di energia".
L’obiettivo principale del Piano è qualificare il sistema elettrico ed energetico regionale. In Emilia-Romagna - si legge su Autonomie - c’è bisogno di più energia e soprattutto di energia più sicura, efficiente e pulita, con un preciso impegno di responsabilità ambientale più competitivo e meno costoso. Per questo l’obiettivo del Piano prevede di raggiungere l’autosufficienza elettrica della regione entro il 2010 con una strategia "a misura d’ambiente". Per raggiungere il pareggio del bilancio elettrico ed insieme mantenere fede agli impegni assunti a Kyoto, il Piano prevede azioni su tre livelli diversi. Occorre innanzitutto portare a conclusione il processo, già avviato, di conversione di tutte le vecchie centrali ad olio combustibile (altamente inquinanti e poco efficienti) in impianti a metano e a ciclo combinato da realizzare con le migliori tecnologie secondo quanto indicato dalle direttive europee per l’attuazione di Kyoto. Si punta poi su un aumento della produzione elettrica con fonti rinnovabili (idroelettrico, eolico, fotovoltaico, biomasse). Si prevede così di moltiplicare per sette il totale della produzione realizzata con impianti eolici e fotovoltaici e di dieci volte al dotazione attuale di pannelli solari. Infine, in questo scenario, la Regione Emilia-Romagna vuole effettuare la regolazione delle eventuali proposte di insediamento di nuove centrali di potenza, contenendole entro i limiti dei fabbisogni corrispondenti alla necessità di energia elettrica di potenza "alla punta" necessaria per costruire un "sistema elettrico autosufficiente". Con queste previsioni il Piano per il sistema elettrico regionale risulterà coerente con gli obiettivi di Kyoto: entro il 2010 le emissioni di CO2 dovute alla produzione elettrica si ridurrebbero dalle attuali 13,2 milioni di tonnellate (comprensive di 7 milioni di tonnellate imputabili alle importazioni) a 11,2 milioni di tonnellate. (cfr anche Link a Ermes Ambiente e il testo di legge "Disciplina della programmazione energetica territoriale ed altre disposizioni in materia di energia" (pdf, 133 Kb) |
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La newsletter di Palazzo Chigi
informa sulla bozza di
riforma del secondo ciclo
del sistema educativo di istruzione e formazione. Il ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca (nella foto il Ministro Moratti) ha messo on line il 13 gennaio scorso il documento di lavoro contenente i principi e le linee della riforma a norma della legge 53/2003: On line sul sito del Ministero:lo Schema di decreto legislativo concernente le norme generali relative al secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione ed i livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale, a norma dell'articolo 1 della legge 28 marzo 2003, n.53; il Documento di lavoro per la presentazione schematica dei principi e delle linee contenuti nello Schema di decreto e il Comunicato stampa del 18 gennaio 2005. Su tale documento è iniziato - secondo la newsletter di Palazzo Chigi - in questi giorni il confronto con le parti sociali, con le Regioni, con le forze politiche, con gli ordini professionali, con le associazioni degli insegnanti, dei genitori e degli studenti. La riforma sarà affidata ad un apposito decreto legislativo, da emanare ai sensi dell'art.1 della legge 53/2003. Il processo di attuazione della riforma avverrà nel rispetto delle norme vigenti in materia di programmazione regionale dell'offerta Formativa. (cfr. il dossier su www.governo.it). (red) |
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L'intesa politica sulla data in cui tenere
le elezioni regionali, ovvero il 3 e il 4 aprile, e l'abbinamento
con le amministrative, e' stata raggiunta al ministero
per gli Affari regionali. ''La data del 3-4 aprile - ha detto il ministro degli Affari Regionali Enrico La Loggia (nella foto) - è stata condivisa da tutti, così come l'accorpamento con le amministrative. Intanto sta andando avanti la discussione in Parlamento sul ddl che consentirà di fare questo abbinamento''. All'incontro, oltre al ministro, hanno preso parte il sottosegretario al ministero dell'Interno Giuseppe D'Ali' e alcuni presidenti di regione e assessori regionali. Anche il sottosegretario D'Ali' ha confermato: ''C'e' stata una larga condivisione per tenere le regionali il 3 e il 4 aprile e sul fatto che questa data vada bene anche per le amministrative per le quali, tuttavia, attendiamo il via libera dal Parlamento''. Alcuni rappresentanti delle Regioni, come l'assessore al Bilancio della Lombardia, Romano Colozzi, hanno chiesto di indire subito le regionali. ''Per il via libera alle regionali - ha spiegato l' assessore - non c'e' bisogno di attendere la legge, si possono indire già da domani. In questo modo i consigli regionali avrebbero già la certezza della data e potrebbero dare il via agli adempimenti necessari''. Il termine ultimo per indire le amministrative è il 7 febbraio, mentre il 16 febbraio e' il termine ultimo per indire le regionali. ''Contiamo di far coincidere le due indizioni'', ha spiegato D'Ali', il quale, a chi gli ha chiesto una risposta sulla sollecitazione arrivata dai rappresentanti delle Regioni, ha risposto: ''Deciderà il governo''. Per l'assessore del Lazio agli Affari istituzionali, Donato Robilotta, infine, e' stata ''una riunione proficua. La data del 3 e 4 aprile - ha osservato - e' l'unica possibile anche per l' accorpamento con le amministrative''. Secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa è previsto un aumento complessivo di 130 unità, rispetto al 2000, anche se occorrerà attendere il varo nelle diverse Regioni delle leggi elettorali (varate finora in Toscana, Marche e Lazio) perché tale incremento si concretizzi.
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Cresce il contenzioso fra Stato e
Regioni, "decisamente influenzato dagli effetti delle riforme
costituzionali"; quella del Titolo V della Parte seconda della
Costituzione "ha continuato ad alimentare una conflittualità
che, dalla fine del 2001, non accenna a scemare". E crescono iconflitti tra poteri dello Stato: "una crescita impetuosa quasi
interamente dovuta alle numerose controversie che vedono comeprotagonisti organi giudiziari, da un lato, organi governativi
soprattutto parlamentari, dall'altro". A parlare è il
Presidente della Corte costituzionale Valerio Onida (nella foto). Occasione
il tradizionale incontro con la stampa di inizio anno, incontro
che ha avuto ad oggetto l'attività della Corte nel 2004. "Il
contenzioso Stato-Regioni - ha fatto rilevare Onida, che
lascerà la Consulta alla fine del mese per scadenza del
mandato di giudice costituzionale (con lui, per lo stesso
motivo, il vice presidente Carlo Mezzanotte) - ha impegnato la
Corte come mai era avvenuto in passato, tanto da giustificare
la tesi secondo cui esso sta cambiando o ha già cambiato il
modo di lavorare della Corte stessa, sotto il profilo
qualitativo". L'attenzione della Corte e' stata focalizzata e
continua a focalizzarsi sugli Statiti delle regioni. "Complessivamente - ha tra l'altro detto al proposito Onida - non e' arbitrario dire che ci siamo trovati e ci troviamo di fronte ad una contraddizione, fra un disegno di legge costituzionale innovativo e ambizioso, ed una realtà effettiva, di metodi e contenuti della legislazione governativa e parlamentare, e talora anche regionale, di organizzazione, di capacita' di gestione delle rispettive competenze e delle forme di collaborazione, restata largamente ferma ai caratteri del passato. Si sono individuati degli obiettivi, piu' o meno condivisibili che siano, ma non si sono individuati con sufficiente precisione e realismo i percorsi necessari e possibili per passare dall'assetto preesistente e quello nuovo prefigurato. Questa contraddizione ha posto e pone la Corte di fronte al difficile compito di risolvere le controversie cercando di dare soluzioni che non contraddicano la lettera e lo spirito del nuovo Titolo V della Costituzione". Quanto ai conflitti di attribuzione tra poteri dello Stato il Presidente uscente della Consulta ha ricordato che si tratta di uno "strumento inteso a dare una soluzione di tipo giurisdizionale a controversie che altrimenti resterebbero o potrebbero restare affidate a sole soluzioni basate su rapporti di forza o di negoziazione politica". "L'impiego di tale strumento - ha sottolineato - in conformità a questa sua natura di ultimo rimedio per restaurare l'ordine costituzionale, dovrebbe restare relativamente eccezionale, evitando che controversie di tipo politico o comunque risolvibili mediante un corretto rapporto fra i poteri interessati siano portate davanti alla Corte". Invece "l'esperienza degli ultimi anni non e' purtroppo, da questo punto di vista, tranquilizzante". A preoccupare Onida è soprattutto la crescita dei conflitti tra magistratura eParlamento. "L'elevato numero di conflitti di questo genere -ha detto - e' la spia di una conflittualità per così dire endemica, di una tensione sottostante, fra politica e giustizia". E ancora: "la grande frequenza dei conflitti di questo tipo manifesta un malessere di fondo del nostro sistema. Se poi si tiene conto di un ulteriore dato di fatto, e cioè che la grandissima parte dei giudizi penali e civili instaurati contro membri del Parlamento in relazione a loro dichiarazioniritenute diffamatorie vedono come attori o querelanti dei magistrati, e si riferiscono a dichiarazioni critiche nei riguardi dell'attivita' di tali magistrati, e' facile avvedersi che siamo di fronte ad una delle emergenze del fenomeno di tensione fra politica e magistratura, o meglio fra politici e magistrati". Il 2004 per la Corte costituzionale e' stato un anno "importante", "nient'affatto un anno normale", ha detto Valerio Onida, presidente uscente della Corte, nel corso della conferenza stampa tenuta oggi. La Corte ha visto succedersi tre presidenti: prima Riccardo Chieppa, poi Gustavo Zagrebelsky, infine Onida, che a fine mese lascerà Palazzo della Consulta per scadenza del mandato di giudice costituzionale (assieme a lui e per lo stesso motivo il vice presidente Carlo Mezzanotte). Un anno particolare, dicevamo, il 2004 anche perche è stato, ha sottolineato Onida, quello della firma del Trattato che adotta una Costituzione per l'Europa. "Questa Carta - ha fatto rilevare - non potrà non avere incidenza anche sulla posizione e sulle funzioni della Corte costituzionale". Poi il passato anno e' stato anche quello in cui e' stata approvata la modifica di alcuni articoli delle Norme integrative per i giudizi davanti alla Corte. "La riforma - ha ricordato Onida - ha riguardato molteplici aspetti dei giudizi". Quanto ai numeri: le decisioni emesse nel 2004 sono state 446 (167 sentenze e 279 ordinanze). Da esse emerge un consistente aumento del contenzioso Stato-Regioni e dei conflitti tra poteri dello Stato, in particolare di quelli tra magistratura e Parlamento. Un contenzioso, ha evidenziato Onida, che ha enfatizzato il ruolo aerbitrale della Corte. (red) |
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Dai dati della
spesa farmaceutica a carico del SSN
relativi al periodo gennaio-novembre 2004, elaborati da Federfarma,
emerge che la spesa farmaceutica netta a carico del SSN nel periodo
gennaio-novembre 2004 è aumentata del +8,7% rispetto agli stessi mesi
del 2003, attestandosi a circa 10 miliardi 998 milioni di €. Si conferma
così l’andamento registrato nel periodo gennaio-ottobre 2004 (+8,7%). |
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