periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n.  443 - Roma,  20 gennaio 2005

Sommario

Onida (Consulta): aumenta contenzioso Stato-Regioni

Elezioni regionali: si vota il 3 e 4 aprile.
La situazione leggi elettorali

Riforma della scuola media superiore

Regioni: rassegna stampa on line

Emilia-Romagna: al via programmazione energetica territoriale

Farmaci: nasce centro collegamento agenzia-regioni. Spesa: i dati Fedefarma

Regioni: rassegna stampa on line

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(red)

Emilia-Romagna: al via programmazione energetica territoriale

 

La Regione Emilia-Romagna - secondo quanto riportato dalla newsletter Autonomie della Regione Emilia-Romagna - ha approvato la programmazione energetica. Si tratta di una legge regionale sulla programmazione energetica territoriale "Disciplina della programmazione energetica territoriale ed altre disposizioni in materia di energia".
L’obiettivo principale del Piano è qualificare il sistema elettrico ed energetico regionale. In Emilia-Romagna - si legge su Autonomie - c’è bisogno di più energia e soprattutto di energia più sicura, efficiente e pulita, con un preciso impegno di responsabilità ambientale più competitivo e meno costoso. Per questo l’obiettivo del Piano prevede di raggiungere l’autosufficienza elettrica della regione entro il 2010 con una strategia "a misura d’ambiente".
Per raggiungere il pareggio del bilancio elettrico ed insieme mantenere fede agli impegni assunti a Kyoto, il Piano prevede azioni su tre livelli diversi.
Occorre innanzitutto portare a conclusione il processo, già avviato, di conversione di tutte le vecchie centrali ad olio combustibile (altamente inquinanti e poco efficienti) in impianti a metano e a ciclo combinato da realizzare con le migliori tecnologie secondo quanto indicato dalle direttive europee per l’attuazione di Kyoto.
Si punta poi su un aumento della produzione elettrica con fonti rinnovabili (idroelettrico, eolico, fotovoltaico, biomasse). Si prevede così di moltiplicare per sette il totale della produzione realizzata con impianti eolici e fotovoltaici e di dieci volte al dotazione attuale di pannelli solari.
Infine, in questo scenario, la Regione Emilia-Romagna vuole effettuare la regolazione delle eventuali proposte di insediamento di nuove centrali di potenza, contenendole entro i limiti dei fabbisogni corrispondenti alla necessità di energia elettrica di potenza "alla punta" necessaria per costruire un "sistema elettrico autosufficiente".
Con queste previsioni il Piano per il sistema elettrico regionale risulterà coerente con gli obiettivi di Kyoto: entro il 2010 le emissioni di CO2 dovute alla produzione elettrica si ridurrebbero dalle attuali 13,2 milioni di tonnellate (comprensive di 7 milioni di tonnellate imputabili alle importazioni) a 11,2 milioni di tonnellate. (cfr anche
Link a Ermes Ambiente e il testo di legge "Disciplina della programmazione energetica territoriale ed altre disposizioni in materia di energia" (pdf, 133 Kb)
(red) 

Riforma della scuola media superiore

La newsletter di Palazzo Chigi  informa sulla bozza di riforma del secondo ciclo  del sistema educativo di istruzione e formazione.
Il ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca (nella foto il Ministro Moratti) ha messo on line il 13 gennaio scorso il documento di lavoro contenente i principi e le linee della riforma a norma della
legge 53/2003:
On line sul sito del Ministero:
lo Schema di decreto legislativo concernente le norme generali relative al secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione ed i livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale, a norma dell'articolo 1 della legge 28 marzo 2003, n.53; il Documento di lavoro per la presentazione schematica dei principi e delle linee contenuti nello Schema di decreto  e il Comunicato stampa del 18 gennaio 2005.
Su tale documento è iniziato - secondo la newsletter di Palazzo Chigi - in questi giorni il confronto con le parti sociali, con le Regioni, con le forze politiche, con gli ordini professionali, con le associazioni degli insegnanti, dei genitori e degli studenti. La riforma sarà affidata ad un apposito decreto legislativo, da emanare ai sensi dell'art.1 della legge 53/2003. Il processo di attuazione della riforma avverrà nel rispetto delle norme vigenti in materia di programmazione regionale dell'offerta Formativa. (cfr. il
dossier su www.governo.it).
(red)

Elezioni regionali: si vota il 3 e 4 aprile. La situazione leggi elettorali

L'intesa politica sulla data in cui tenere le elezioni regionali, ovvero il 3 e il 4 aprile, e  l'abbinamento con le amministrative, e' stata raggiunta al ministero per gli Affari regionali.
''La data del 3-4 aprile - ha detto il ministro degli Affari Regionali Enrico La Loggia (nella foto) -  è stata condivisa da tutti, così come l'accorpamento con le amministrative. Intanto sta andando avanti la discussione in Parlamento sul ddl che consentirà di fare questo abbinamento''.
All'incontro, oltre al ministro, hanno preso parte il sottosegretario al ministero dell'Interno Giuseppe D'Ali' e  alcuni presidenti di regione e assessori regionali.
Anche il sottosegretario D'Ali' ha  confermato: ''C'e' stata una larga condivisione per tenere le regionali il 3 e il 4 aprile e sul fatto che questa data vada bene anche per le amministrative per le quali, tuttavia, attendiamo il via libera dal Parlamento''.
Alcuni rappresentanti delle Regioni, come l'assessore al  Bilancio della Lombardia, Romano Colozzi, hanno chiesto di indire subito le regionali. ''Per il via libera alle regionali - ha spiegato l' assessore - non c'e' bisogno di attendere la legge, si possono indire già da domani. In questo modo i  consigli regionali avrebbero già la certezza della data e potrebbero dare il via agli adempimenti necessari''.
Il termine ultimo per indire le amministrative è il 7 febbraio, mentre il 16 febbraio e' il termine ultimo per indire le regionali. ''Contiamo di far coincidere le due indizioni'', ha spiegato D'Ali', il quale, a chi gli ha chiesto una risposta sulla sollecitazione arrivata dai rappresentanti delle Regioni, ha risposto: ''Deciderà il governo''. Per l'assessore del Lazio agli Affari istituzionali, Donato Robilotta, infine, e' stata ''una riunione proficua. La data del 3 e 4 aprile - ha osservato - e' l'unica possibile anche per l' accorpamento con le amministrative''.
Secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa è previsto un aumento complessivo di 130 unità, rispetto al 2000, anche se occorrerà attendere il varo nelle diverse Regioni delle leggi elettorali (varate finora in Toscana, Marche e Lazio) perché tale incremento si concretizzi.
 

REGIONI

STATO DEI LAVORI

sulle leggi elettorali
Aggiornamento al  13 gennaio 2005

ABRUZZO

L.R. n. 1 del 19 marzo 2002: la legge è stata dichiarata parzialmente incostituzionale dalla Corte Cost. con la sentenza 196 del 2003.

BASILICATA

Non è stato presentato nessun progetto

CALABRIA

Sono stati presentati quattro ppdl in corso di elaborazione (due del centrosinistra, uno della maggioranza ed uno della lista liberalsgarbi)

CAMPANIA

Il pdl elettorale è stato discusso dal Consiglio solo in linea generale

EMILIA-ROMAGNA

Il 1° luglio è stato approvato un ordine del giorno in previsione della legge elettorale, la cui bozza è stata illustrata ai componenti nella seduta del 23 novembre u.s.

LAZIO

Il Consiglio ha approvato l’11 gennaio u.s. la legge elettorale

LIGURIA

Non è stato presentato nessun progetto

LOMBARDIA

Non è stato presentato nessun progetto

MARCHE

L.R. n. 27 del 16 dicembre 2004

MOLISE

Non è stato presentato nessun progetto di legge

PIEMONTE

Il 29 dicembre è stato presentato in Commissione una pdl elettorale.

PUGLIA

La Commissione ha approvato il 7 gennaio u.s. il pdl elettorale. Attualmente in aula

TOSCANA

L.R n. 25 del 13 maggio 2004

UMBRIA

Non è stato presentato nessun progetto

VENETO

Non è stato presentato nessun progetto

FONTE  Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome

 

 

REGIONI

COMPOSIZIONE CONSIGLIO REGIONALE

2000/2005

COMPOSIZIONE CONSIGLIO REGIONALE *

STATUTI APPROVATI

COMPOSIZIONE CONSIGLIO REGIONALE*

BOZZE STATUTI

Situazione al 17 gennaio 2005

 

ABRUZZO

40

 

50

 

BASILICATA

30

 

n.p.

 

CALABRIA

42

50

 

 

CAMPANIA

60

 

80

 

EMILIA-ROMAGNA

50

65

 

 

LAZIO

66

60

 

 

LIGURIA

40

 

50

 

LOMBARDIA

82

 

 

 

MARCHE

 

42

 

 

MOLISE

30

 

n.p.

 

PIEMONTE

60

60

 

 

PUGLIA

60

70

 

 

TOSCANA

50

65

 

 

UMBRIA

30

36

 

 

VENETO

60

 

n.p.

FONTE  Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome
* N.B.: l’aumento del numero dei consiglieri per la legislatura 2005/2010 sarà operativo esclusivamente per le Regioni che avranno adottato lo statuto regionale e la conseguente legge elettorale.


(red)

Onida (Consulta): aumenta contenzioso Stato-Regioni

Cresce il contenzioso fra Stato e Regioni, "decisamente influenzato dagli effetti delle riforme costituzionali"; quella del Titolo V della Parte seconda della Costituzione "ha continuato ad alimentare una conflittualità che, dalla fine del 2001, non accenna a scemare". E crescono iconflitti tra poteri dello Stato: "una crescita impetuosa quasi interamente dovuta alle numerose controversie che vedono comeprotagonisti organi giudiziari, da un lato, organi governativi soprattutto parlamentari, dall'altro". A parlare è il Presidente della Corte costituzionale Valerio Onida (nella foto). Occasione il tradizionale incontro con la stampa di inizio anno, incontro che ha avuto ad oggetto l'attività della Corte nel 2004. "Il contenzioso Stato-Regioni - ha fatto rilevare Onida, che lascerà la Consulta alla fine del mese per scadenza del mandato di giudice costituzionale (con lui, per lo stesso motivo, il vice presidente Carlo Mezzanotte) - ha impegnato la Corte come mai era avvenuto in passato, tanto da giustificare la tesi secondo cui esso sta cambiando o ha già cambiato il modo di lavorare della Corte stessa, sotto il profilo qualitativo". L'attenzione della Corte e' stata focalizzata e continua a focalizzarsi sugli Statiti delle regioni.
"Complessivamente - ha tra l'altro detto al proposito Onida - non e' arbitrario dire che ci siamo trovati e ci troviamo di fronte ad una contraddizione, fra un disegno di legge costituzionale innovativo e ambizioso, ed una realtà effettiva, di metodi e contenuti della legislazione governativa e parlamentare, e talora anche regionale, di organizzazione, di capacita' di gestione delle rispettive competenze e delle forme di collaborazione, restata largamente ferma ai caratteri del passato. Si sono individuati degli obiettivi, piu' o meno condivisibili che siano, ma non si sono individuati con sufficiente precisione e realismo i percorsi necessari e possibili per passare dall'assetto preesistente e quello nuovo prefigurato. Questa contraddizione ha posto e pone la Corte di fronte al difficile compito di risolvere le controversie cercando di dare soluzioni che non contraddicano la lettera e lo spirito del nuovo Titolo V della Costituzione".
Quanto ai conflitti di attribuzione tra poteri dello Stato il Presidente uscente della Consulta ha ricordato che si tratta di uno "strumento inteso a dare una soluzione di tipo giurisdizionale a controversie che altrimenti resterebbero o potrebbero restare affidate a sole soluzioni basate su rapporti di forza o di negoziazione politica".
"L'impiego di tale strumento - ha sottolineato - in conformità a questa sua natura di ultimo rimedio per restaurare l'ordine costituzionale, dovrebbe restare relativamente eccezionale, evitando che controversie di tipo politico o comunque risolvibili mediante un corretto rapporto fra i poteri interessati siano portate davanti alla Corte". Invece "l'esperienza degli ultimi anni non e' purtroppo, da questo punto di vista, tranquilizzante". A preoccupare Onida è soprattutto la crescita dei conflitti tra magistratura eParlamento. "L'elevato numero di conflitti di questo genere -ha detto - e' la spia di una conflittualità per così dire endemica, di una tensione sottostante, fra politica e giustizia". E ancora: "la grande frequenza dei conflitti di questo tipo manifesta un malessere di fondo del nostro sistema.
Se poi si tiene conto di un ulteriore dato di fatto, e cioè che la grandissima parte dei giudizi penali e civili instaurati contro membri del Parlamento in relazione a loro dichiarazioniritenute diffamatorie vedono come attori o querelanti dei magistrati, e si riferiscono a dichiarazioni critiche nei riguardi dell'attivita' di tali magistrati, e' facile avvedersi che siamo di fronte ad una delle emergenze del fenomeno di tensione fra politica e magistratura, o meglio fra politici e magistrati". 
Il 2004 per la Corte costituzionale e' stato un anno "importante", "nient'affatto un anno normale",  ha detto Valerio Onida, presidente uscente della Corte, nel corso della conferenza stampa tenuta oggi. La Corte ha visto succedersi tre presidenti: prima Riccardo Chieppa, poi Gustavo Zagrebelsky, infine Onida, che a fine mese lascerà Palazzo della Consulta per scadenza del mandato di giudice costituzionale (assieme a lui e per lo stesso motivo il vice presidente Carlo Mezzanotte). Un anno particolare, dicevamo, il 2004 anche perche è stato, ha sottolineato Onida, quello della firma del Trattato che adotta una Costituzione per l'Europa. "Questa Carta - ha fatto rilevare - non potrà non avere incidenza anche sulla posizione e sulle funzioni della Corte costituzionale". Poi il passato anno e' stato anche quello in cui e' stata approvata la modifica di alcuni articoli delle Norme integrative per i giudizi davanti alla Corte. "La riforma - ha ricordato Onida - ha riguardato molteplici aspetti dei giudizi".
Quanto ai numeri: le decisioni emesse nel 2004 sono state 446 (167 sentenze e 279 ordinanze). Da esse emerge un consistente aumento del contenzioso Stato-Regioni e dei conflitti tra poteri dello Stato, in particolare di quelli tra magistratura e Parlamento. Un contenzioso, ha evidenziato Onida, che ha enfatizzato il ruolo aerbitrale della Corte.
(red)

Farmaci: nasce centro collegamento agenzia regioni. Spesa: i dati Fedefarma

 

Dai dati della spesa farmaceutica a carico del SSN relativi al periodo gennaio-novembre 2004, elaborati da Federfarma, emerge che la spesa farmaceutica netta a carico del SSN nel periodo gennaio-novembre 2004 è aumentata del +8,7% rispetto agli stessi mesi del 2003, attestandosi a circa 10 miliardi 998 milioni di €. Si conferma così l’andamento registrato nel periodo gennaio-ottobre 2004 (+8,7%).
L’aumento della spesa è correlato a un incremento del numero delle ricette del +7% rispetto al periodo gennaio-novembre 2003. Il numero delle ricette nel periodo gennaio-novembre 2004 è stato di oltre 429 milioni, in media 7,49 per ogni cittadino italiano.
Al contenuto incremento della spesa netta registrato nel settembre 2004 (+2,2% rispetto a settembre 2003) e alla lieve riduzione di spesa di ottobre 2004 (–0,3% rispetto a ottobre 2003) ha fatto seguito, nel mese di novembre 2004, un più sensibile aumento di spesa: +9% rispetto a novembre 2003. I primissimi dati indicano, tuttavia, per il mese di dicembre 2004 un andamento più contenuto della spesa. L’aumento di novembre è correlato a un sensibile incremento del numero delle prescrizioni, pari al +10,9% rispetto a novembre 2003.
L’aumento di prescrizioni e spesa di novembre 2004 è legato, in parte, agli effetti determinati dall’entrata in vigore, dal 19 novembre, delle nuove note AIFA e, in particolare, all’incertezza legata all’entrata in vigore delle nuove disposizioni. I medici, infatti, possono essere stati indotti a tutelare i propri pazienti, che rischiavano di essere penalizzati dalle nuove disposizioni, rilasciando un maggior numero di prescrizioni prima dell’entrata in vigore delle nuove limitazioni. È il caso, ad esempio, dei farmaci contro il glaucoma la cui prescrizione, prima dei chiarimenti interpretativi dell’AIFA, sembrava dover essere sottoposta, dal 19 novembre, alla stesura di un piano terapeutico da parte di una struttura pubblica, rendendo più difficile per i pazienti la consegna dei farmaci a carico del SSN. La spesa per tali farmaci, nel mese di novembre 2004, ha fatto registrare, infatti, un incremento di spesa del 16,8% rispetto a novembre 2003. Complessivamente, la spesa per i farmaci con nota è aumentata di quasi il +30% rispetto a novembre 2003 e il numero di confezioni di farmaci con nota del +9%. L’incidenza sulla spesa lorda SSN della spesa per farmaci con nota è passata dal 32,6% di novembre 2003 al 37,8% di novembre 2004.
Sulla base dei dati gennaio-novembre è possibile stimare che nel 2004 la spesa farmaceutica netta a carico del SSN si attesti intorno ai 12.000 milioni di euro, in linea con le previsioni effettuate di recente dall’Agenzia del Farmaco, con un incremento di spesa del +7,4% rispetto al 2003.  Lo sforamento del tetto di spesa sarebbe pari a 1.277 milioni di euro.  La spesa farmaceutica si attesterebbe al 14,6% della spesa sanitaria, superando di 1,6 punti percentuali il tetto del 13%.
I dati completi sono pubblicati sul sito www.federfarma.it alla voce ‘spesa e consumi farmaceutici’. Per una panoramica sui ticket regionali è invece possibile consultare la sezione ‘ticket regionali’.
Il Consiglio di Amministrazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco, in osservanza al dettato del DM n°245 del 2004, ha deliberato l’istituzione e la composizione del Centro di collegamento Agenzia-Regioni . Il Centro di collegamento Agenzia-Regioni assicurerà il raccordo funzionale tra l’Agenzia Italiana del Farmaco e le Regioni al fine di garantire l’unitarietà nazionale del sistema farmaceutico in un contesto di decentramento regionale.  Tra le principali attività di cui si occuperà il Centro, con funzioni di istruttoria tecnica, il monitoraggio della spesa farmaceutica e dei suoi determinanti con i relativi scostamenti a livello Regionale e Nazionale sulla base dei dati forniti dall’Osservatorio Nazionale sull’impiego dei Medicinali; l’incentivazione e promozione dei generici; l’approfondimento e il coordinamento delle politiche per l’informazione sui farmaci, la pubblicità, i convegni e congressi.
Il Centro di collegamento Agenzia-Regioni, che avrà durata quinquennale, è presieduto dal dott. Luigi Patregnani, esperto farmacista del Servizio assistenza ospedaliera della Regione Marche, ed è composto dalla dott.ssa Francesca Tosolini, Responsabile del Servizio farmaceutico regionale della Regione Friuli-Venezia-Giulia, dalla dott.ssa Rosanna Carniglia De Carli, esperto della Regione Liguria, dalla dott.ssa Patrizia Brini, esperto della Regione Piemonte, dal dott. Giuseppe Bellavia, esperto della Regione Sicilia, dalla dott.ssa Caterina Gualano, Dirigente dell’Ufficio Autorizzazioni all’Immissione in Commercio dell’Agenzia Italiana del Farmaco, dal dott. Antonio Addis, Dirigente dell’Ufficio informazione sui farmaci dell’Agenzia Italiana del Farmaco, dal dott. Mario Bruzzone, Dirigente dell’Ufficio Prezzi dell’Agenzia Italiana del Farmaco, dal dott. Carlo Lucchina, Direttore della Direzione Generale Sanità della Regione Lombardia, dal dott. Loredano Giorni, Dirigente della Direzione del Diritto alla salute e delle Politiche di solidarietà-settore farmaceutica della  Regione Toscana.
(red)

 

Proprietario ed editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
Redazione: via Parigi, 11 - 00185 - Roma
Direttore editoriale: Marcello Mochi Onori
Direttore responsabile: Marco Tumiati
In redazione: Stefano Mirabelli (caporedattore); Giuseppe Schifini (caposervizio)
Progetto grafico: Mirabelli, Schifini
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