periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 440 - Roma, 15, 16 e17 gennaio 2005

Sommario

Il Codice dei beni culturali e del paesaggio: i limiti delle Regioni

Regionali in Puglia: Vendola vince primarie

Siglata proposta accordo rinnovo medicina convenzionata

Ghigo a Le Province: lavoriamo insieme per le riforme

Aifa incontra Federfarma e Fofi

Basilicata: campagna su spesa farmaceutica

Il Codice dei beni culturali e del paesaggio: i limiti delle Regioni

"Il Codice dei beni culturali e del Paesaggio" è stato pubblicato da Il Mulino con il commento a cura di Marco Cammelli. All'opera, coordinata da Carla Barbati e Girolamo Sciullo, hanno fornito la loro collaborazione S. Amorosino, E. Bellezza, M.P. Chiti, S. Civitarese Marreucci, G. Corso, G. D'Auria, F.Margiotta Broglio, G. Marzuoli, G. Pastori, G. Pioletti, G. Pitruzzella, A. Roccella, A. Travi, P. Urbani.
Il Volume parte proprio dal commento al decreto legislativo del 22 gennaio 2004, n.42, recante il Codice dei Beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n.137.
Tra gli argomenti affrontati dal volume rientra "Il ruolo di cooperazione delle regioni e degli altri enti pubblici territoriali", tema approfondito da
Giorgio Pastori (Preside della Facoltà di Giurisprudenza alla cattolica e Professore ordinario di "Diritto amministrativo"). "Il codice dei beni culturali  - scrive, fra l'altro Pastori - prevede la esclusiva titolarità delle funzioni in materia di tutela del patrimonio culturale allo Stato e specificamente al ministero per i Beni e le Attività culturali, salvo prevedere che questo possa esercitarle direttamente o possa conferirne l'esercizio alle regioni (...).
Sul presupposto della generale titolarità statale di tali funzioni, si mira "a individuare conseguentemente per le regioni, nonché per gli altri enti pubblici territoriali, un ruolo di carattere subordinato". "La rubrica dell'articolo e intitolata alla cooperazione delle regioni e degli altri enti pubblici territoriali." E si  "precisa poi che regioni, comuni, città metropolitane e province cooperano con il Ministero nell'esercizio delle funzioni di tutela in conformità a quanto disposto dalle norme del Codice in materia di tutela". Si configura dunque "un ruolo di cooperazione ausiliaria o servente delle regioni e degli altri enti pubblici territoriali rispetto al Ministero e the si può esplicare nei singoli casi e con le specifiche modalità previste dalle restanti norme del Codice".
E per quanto riguarda le funzioni "delegate" alle regioni si dispone che le funzioni di tutela previste dal Codice sono esercitate dalle regioni con riguardo a "manoscritti, autografi, carteggi, documenti, incunaboli, raccolte librarie non appartenenti allo Stato o non sottoposte alla tutela statale, nonché libri, stampe e incisioni non appartenenti allo Stato". "Secondo quanto risulta dalla relazione accompagnatoria si è voluto con tale previsione non solo mantenere alle regioni le funzioni ad esse delegate gia con l'art.9 del decreto del Presidente della Repubblica 14 gennaio 1972, n. 3 (ora abrogato dall'art. 184 del Codice) in tema di beni librari, ma anche completarle e integrarle trasformando quelli che talora nel DPR 3/1972 erano solo poteri di impulso o di proposta conferiti alle regioni in funzioni organicamente conferite". Come è agevole notare - sottolinea Pastori - nonostante si parli di "funzioni conferite", si tratta più propriamente, per le espressioni usate, di un conferimento dell'esercizio di funzioni, equiparabile a una delega, e tutto ciò "in difformità da quanto vorrebbe l'articolo 118 della Costituzione che fa riferimento a un riparto di funzioni mediante l'attribuzione della titolarità dalle stesse e in coerenza invece con le scelte fatte nel precedente articolo 4. Che si tratti non più che di una delega risulta d'altronde confermato ove si tengano presenti i poteri riservati al Ministero dal successivo comma 7 per tutte le funzioni comunque conferite".
Si viene così a inquadrare anche il "conferimento di funzioni" nell'ambito del "ruolo di cooperazione delineato in generale". A tutto ciò si aggiunga che "non è ben chiaro inoltre quale sia l'ambito esatto dei beni librari oggetto della delega di funzioni". Il Decreto, continua Pastori nella sua analisi, prevede poi la "possibilità di conferire per atti non legislativi l'esercizio di altre funzioni di tutela dei beni culturali alle regioni e di individuare altre riforme di coordinamento sulla base di specifici accordi o intese e previo parere della Conferenza Stato-Regioni". Una possibilità da esercitare però in un ambito delimitato e si circoscrive tale opportunità "a uno specifico tipo di beni: oltre le ricordate raccolte librarie private, anche carte geografiche, spartiti musicali, fotografie, pellicole o altro materiale audiovisivo con relativi negativi e matrici non appartenenti allo Stato".

Pastori si sofferma infine anche sulla "individuazione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia" a singole regioni ancheCasella di testo: nella specifica materia della tutela dei beni culturali, con legge dello Stato su iniziativa della regione interessata e sulla base di intese con questa. Una previsione che, sottolinea Pastori, appare "assai riduttiva: si limita a riferirsi a ulteriori forme di coordinamento che non sembrano comportare vere e proprie deleghe di funzioni (a meno di non ricavare un'indicazione in tal senso dall'applicabilità dei poteri del Ministero di cui al comma 7 anche a queste forme di coordinamento), ma implicare soltanto rapporti di cooperazione nell'esercizio delle rispet­tive attribuzioni di Stato e regioni".
Dall'esame - conclude Pastori - si comprende con più precisione quale sia il tipo di attività a cui si fa prevalente riferimento per il ruolo di cooperazione regionale e locale. Si fa riferimento in prevalenza ad attività di intervento operativo per la protezione e la difesa concreta ed effettiva dei beni. Si tratta di prestazioni, servizi, ausili finanziari che possono essere svolti il più delle volte sulla base di accordi e convenzioni fra il Ministero, regioni ed altri enti territoriali, ma che restano determinazioni regolative in ordine ai beni di competenza statale.
(sm)

Siglata proposta accordo rinnovo medicina convenzionata

In merito all'accordo sulla medicina convenzionata il Comitato di settore delle Regioni per il comparto sanità ha annunciato - attraverso gli assessori ROMANO COLOZZI (Lombardia), GIOVANNI BISSONI (Emilia Romagna) e FABIO GAVA (Veneto) - che "è stata siglata la proposta di accordo per il rinnovo della medicina convenzionata.
Il comitato di settore valuterà formalmente tale proposta di accordo nei prossimi giorni.
Riteniamo comunque già da oggi di potere anticipare una valutazione positiva del lavoro svolto in riferimento agli indirizzi che lo stesso comitato di settore aveva formulato quali obiettivi generali e specifici.
In particolare si ritiene importante sottolineare l’equilibrio fra le nuove importanti responsabilità che competono alle singole Regioni e l’obiettivo di salvaguardare la forza di una intesa nazionale.
Tale risultato si affianca a quelli non meno importanti di innovazione nella organizzazione e qualificazione dell’assistenza ai cittadini.
D’altra parte condividere l’obiettivo di innovare i servizi, valorizzare l’assistenza territoriale e con essa la centralità del medico di medicina generale senza il coraggio di innovare l’organizzazione e il rapporto del medico col territorio avrebbe rappresentato una contraddizione irrisolvibile e tale da pregiudicare ogni reale possibilità di cambiamento.
La stessa necessità di  sviluppare efficacia e appropriatezza  nella tutela della salute  è patrimonio comune di tutte le regioni  e questa esigenza  deve trovare  nei nuovi contratti di lavoro e nelle convenzioni  concreta applicazione  valorizzando l’apporto professionale  che i medici e gli altri operatori sanitari possono dare a  questa priorità .
Per  tali ragioni non si comprende e ci rammarica  il tono e i contenuti espressi dal presidente dello SNAMI che dipinge la bozza di convenzione con colori cupi adducendo motivazioni che non trovano corrispondenza nel testo in questione.
I diritti e la professionalità dei medici non sono assolutamente in pericolo.
Non è peraltro mai stato in discussione il principio del rapporto fra singolo professionista e servizio sanitario nazionale o la facoltà di libera scelta dei cittadini del professionista di fiducia e i nuovi strumenti aggregativi sul territorio hanno carattere sperimentale in un percorso condiviso fra regioni e organizzazioni sindacali.
Auspichiamo la ripresa di un dialogo con lo Snami ed il superamento di ogni contrapposizione esasperata nell’interesse dell’intera categoria e dell’organizzazione dei servizi a tutela dei cittadini".
(red)

Aifa incontra Federfarma e Fofi

Il Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco Antonella Cinque, il Direttore Generale Nello Martini e il Consigliere Guido Rasi hanno incontrato i Presidenti e i Direttori Generali di Federfarma e FOFI con l’obiettivo di attivare  un confronto sistematico e continuativo con gli operatori della sanità sui temi di maggior impatto sul settore.

E' stato concordato di avviare un approfondimento congiunto che porti all’elaborazione di proposte per rilanciare il consumo dei farmaci generici e definire un Piano di comunicazione sulle liste di trasparenza dei farmaci di fascia C.
Particolare attenzione è stata, inoltre, riservata alle nuove modalità di monitoraggio della spesa farmaceutica disposte sulla base dell’art. 50 della Legge 326/2003 che, senza garantire alcun miglioramento nella rilevazione dei dati, sottrarrebbero all’Agenzia Italiana del Farmaco competenze affidatele dalla Legge istitutiva e sinora svolte in maniera trasparente, puntuale ed efficace.
L’AIFA inoltre si farà promotrice di un documento che tenga conto del sistema attualmente in vigore e delle innovazioni prodotte dall’art. 50 da sottoporre al Governo, al Parlamento e alla Conferenza Stato Regioni
.
(red)

Regionali in Puglia: Vendola vince primarie

Le primarie del centrosinistra in Puglia per la scelta del candidato alle prossime regionali ha visto la vittoria a sorpresa di Vendola di Rifondazione comunista su Boccia, proposto dalla Margherita. 
Il deputato Niki Vendola ha infatti vinto - al di là dei pronostici - con il 51% le primarie del centrosinistra per la candidatura alle Regionali. Hanno votato 79.296 persone in 112 sezioni: a Niki Vendola sono andate 40.358 preferenze mentre Francesco Boccia ha ottenuto 38.676 voti (1.682 voti in meno).
A Bari e in provincia Vendola ha ottenuto 17.153 voti, oltre 3.400 in piu' di Boccia che ha ammesso la sconfitta e ha assicurato il proprio sostegno a Vendola.
Per il leader di Rifondazione Comunista, Fausto Bertinotti, ''la notizia della vittoria di Niki Vendola nelle primarie pugliesi da' un'emozione''.
''Ora dovremo abbracciare tutte le forze del centrosinistra - ha detto Vendola - abbracciare Francesco Boccia, che e' una risorsa fondamentale del centrosinistra''.
Per lo stesso Vendola ''E' una vittoria che e' andata al di la' di qualsiasi aspettativa - riconosce - noi partivamo con un dato incomparabile, sembravamo destinati ad una bella battaglia di testimonianza''.
Sorpreso anche il Corriere della Sera che ha dovuto rifare e correggere durante la notte il primo articolo (occhiello: "la vittoria va a Boccia") con un'altra versione dello stesso e con un nuovo occhiello: "Il candidato di Rifondazione batte Boccia della Margherita".
(red)

Ghigo a "Le Province": lavoriamo insieme per le riforme

 "Riapriamo insieme il dialogo sulla natura del futuro Senato federale e sul federalismo -  ha sottolineato Enzo Ghigo, presidente della Conferenza delle Regioni, in un intervento al periodico dell'UPI "Le Province -  Le Regioni sono unite nel sostenere una nuova Camera delle Autonomie, abbiamo un grande interesse per le riforme istituzionali, ma non dividiamoci, paradossalmente, su una cosiddetta eccessiva regionalizzazione del nuovo sistema istituzionale. Il Senato federale è un’ottima opportunità per rappresentare gli interessi dei governi del territorio, per applicare il principio di sussidiarietà sia a favore dei cittadini che a livello istituzionale. Cerchiamo sempre di trovare qual è il modo migliore, e quindi di dare indicazioni al Parlamento non contraddittorie. Lavoriamo invece a cercare di correggere un processo legislativo troppo farraginoso e non davvero efficace a far proprie le istanze delle realtà territoriali".
Intanto la commissione Affari costituzionali di palazzo Madama riprenderà la settimana prossima l'esame del disegno di legge di riforme costituzionali. Sono previste,al riguardo, tre sedute: mercoledì 18 e mercoledì 19 alle ore 20.30, giovedì 20 alle ore 15. All'ordine del giorno, l'illustrazione degli emendamenti depositati al provvedimento, da parte del relatore Francesco D'Onofrio (Udc).

(red)

Basilicata: campagna su spesa farmaceutica e indagine salute anziani

Abbattere la spesa farmaceuticaattraverso un coinvolgimento diretto delle famiglie. L'usocorretto delle medicine alla base della campagna che la Regione Basilicata in collaborazione con la facolta' di farmacia dell’universita' di Napoli e gli ordini dei medici e deifarmacisti di Basilicata, lancera' nei prossimi giorni per spiegare che i farmaci non sostituiscono gli stili di vita, mentre bisogna prestare attenzione alle cure passaparola e alle indicazioni del medico.
Ogni nucleo familiare lucano ricevera' un opuscolo con i consigli utili su come curarsi, quali leprocedure da seguire in caso di malattia, cosa fare per aiutare la regione a spendere di meno.
L'iniziativa ha il duplice scopo di migliorare la salutedei cittadini e ridurre il divario tra la spesa farmaceuticanazionale (14%) e quella lucana (16%).
“La campagna – ha spiegato l'assessore regionale alla sanita', Carlo Chiurazzi - vuole avviare un percorso dicrescita culturale delle famiglie lucane che mira a favorire lagiusta percezione del farmaco e del suo uso”. L'attenzione
sara' rivolta anche ai farmacisti ed ai medici lucani perpromuovere i farmaci generici, il cui impiego e' ancora moltocontenuto, "sebbene la loro l’efficacia sia uguale a quelladegli altri della stessa specie".
Inoltre è stata effettuata un'indagine sull'invecchiare in salute in Basilicata. L’indagine «Invecchiare in Salute» è stata realizzata dal Censis con l’obiettivo di approfondire la condizione anziana in Basilicata, analizzandone la multidimensionalità e la complessità. Per mezzo del questionario, somministrato ad un campione rappresentativo di 571 persone con un’età superiore ai 60 anni, sono state raccolte opinioni ed autovalutazioni su tre temi essenziali: - definizione di un «profilo» dell’anziano e della condizione anziana in genere; - le loro reali condizioni, ossia la qualità della loro vita sia in relazione alle scelte individuali che alla vivibilità dell’ambiente circostante; - la dimensione della salute che, più di ogni altra, si è rivelata essere strategica nella definizione della condizione anziana.
(red)
 

Proprietario ed editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
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Direttore responsabile: Marco Tumiati
In redazione: Stefano Mirabelli (caporedattore); Giuseppe Schifini (caposervizio)
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