FASCICOLI
Conferenza dei Presidenti delle Regioni
e delle Province autonome
 

OSSERVAZIONI DELLE REGIONI IN MERITO AL DOCUMENTO " Programma Nazionale della Ricerca 2004-2006".

Punto 4) O.d.g. Stato-Regioni

Premessa

Il documento " Programma Nazionale della Ricerca 2004-2006"- rappresenta la importante tappa finale di un  percorso, iniziato con la definizione delle Linee Guida, si concluderà con l’approvazione del PNR in sede CIPE.

Le Regioni, che con nota n. 4059/a4RS del 23 ottobre 2003 hanno inviato al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca alcune osservazioni in merito alla prima bozza del PNR e che successivamente hanno analizzato una successiva bozza del 19.05.2004 manifestano il loro apprezzamento per il fatto che l’attuale versione del PNR raccoglie alcune delle indicazioni.

Di seguito sono riportate alcune osservazioni che evidenziano le principali criticità emerse dall’analisi del suddetto documento.

Osservazioni

II Piano Nazionale della Ricerca 2004‑2006 ha il pregio di affrontare in modo sistematico le questioni portanti della ricerca in Italia.

Come evidenziato a par 2) il documento  assume un carattere programmatico in quanto “ è diretto ad definire il quadro di contesto , gli obiettivi generali, le opportunità per la ricerca italiana nel contesto internazionale ed il quadro dei possibili interventi” .

E’ inoltre da sottolineare come ( vedi par 2) sia espressamente dichiarata la volontà di aggiornare annualmente il PNR , secondo quanto previsto dal D.L. 204/1998.

Le Regioni chiedono che in sede di revisione l’intero impianto del PNR fornisca previsioni economiche esaustive e funzionali alla realizzazione degli interventi proposti ed alla definizione puntuale di quest’ultimi.

Sarebbe opportuno pertanto collegare da subito le previsioni economiche di asse su disponibilità finanziarie e su strumenti economici consolidati del bilancio pubblico.

Sarebbe cioè auspicabile che emergessero dall’aggiornamento del PNR 2004‑2006 indicazioni chiare e vincolanti per le scelte economiche del Paese sia in termini di investimenti che di strumenti . In tale ottica risulta necessario che il PNR affronti il problema dell’integrazione con l’azione di altre Pubbliche Amministrazioni coinvolte nel processo di promozione dell’innovazione nel Paese ed in particolare con il Ministero delle Attività Produttive.

Grazie a indicazioni mirate la stessa programmazione economica e fiscale della futura Finanziaria potrebbe assumere uno spessore e un valore più incisivo e propositivo per il mondo della ricerca.

Per quanto riguarda gli strumenti descritti nell’Asse 3 le Regioni concordano con la decisione di sospendere il rifinanziamento della  agevolazione conosciuta come “tecno- Tremonti  .

Il  rifinanziamento di una agevolazione fiscale per gli utili reinvestiti in ricerca e sviluppo da parte delle imprese, proposta effettuata anche dalle parti sociali nell’ambito dell’accordo sottoscritto il 19 giugno 2003 ed implementata con la cosiddetta “tecno-Tremonti” agisce, per sua natura, quale intervento automatico che non contempla alcun aspetto valutativo riferibile ai contenuti dell’iniziativa fiscalmente agevolata. Non è detto, pertanto, che il finanziamento vada a sostenere reali attività di ricerca, stante anche la difficoltà per una loro effettiva classificazione. Esclude sostanzialmente le Università e gli Enti di Ricerca.

A tal proposito va segnalato che il documento siglato dalle parti sociali prevede l’introduzione di “un’agevolazione fiscale per gli utili reinvestiti per le imprese che, attraverso adeguata certificazione, eseguita da enti registrati presso l’autorità competente, mostrino di investire in ricerca e sviluppo risorse proprie superiori alla media dei tre anni precedenti.” L’art. 1 del disegno di conversione in legge del DL n°269 del 30/9/2003 non ha recepito tali indicazioni ponendo serie ipoteche all’efficacia dell’iniziativa.

 Si tratta in ogni caso di interventi a pioggia ed indiscriminati sull’intero comparto produttivo, che non consentono di concentrare l’intervento pubblico su quei settori a maggiori potenzialità concorrenziali sui mercati internazionali, che realmente necessitano di investimenti in ricerca. Le criticità strutturali, dovute alla perdita di competitività, richiedono, invece, interventi di sistema del tutto analoghi a quelli adottati dai paesi più avanzati, e finalizzati a ridurre le barriere fra scienza e mercato così come indicato più volte nel documento.

Le Regioni concordano inoltre con la necessità di una attenta valutazione  sull’opportunità la proposta di proseguire l’attività a sportello finanziata dal FAR. Nell’ottica di una ripartizione di ruoli e compiti tra Amministrazione Centrale e Regioni la mancanza di tale strumento, che eventualmente potrebbe essere reso più selettivo, elimina un nodo importante nell’accompagnamento del processo di innovazione delle imprese con particolare riferimento a quelle meridionali. Non è altresì pensabile che i bilanci regionali possano, anche a seguito della politica di ulteriore  riduzione dei trasferimenti prospettata per la prossima Finanziaria, sostituire tale canale di finanziamento.

Per quanto riguarda l’Asse IV si riprende atto della posizione del Governo di emanare” specifici decreti legislativi di attuazione ( della modifica del titolo V della Costituzione) fa prevedere un diverso assetto in materia di promozione, finanziamento e valutazione delle attività di R&S”. Tali atti saranno valutati nei modi e nelle sedi opportune.

In merito alla ripartizione dei compiti tra Amministrazione centrali e Regioni la proposta effettuata nel PNR risulta una buona base di partenza nell’ottica in cui vi sia un reale partenariato nella fase di predisposizione delle proposte con particolare riferimento alle iniziative della costituzione dei laboratori pubblico-privati. (le iniziative per la realizzazione dei Distretti tecnologici in corso già  prevedono un ruolo attivo delle Regioni anche nella fase di attuazione e non limitata alla fase di proposizione) anche in funzione della loro ricaduta territoriale e della necessità di godere di pre-esistenze in termini materiali ed immateriali che richiedono una attenta programmazione regionale. La delibera CIPE n° 83 del 13/11/2003 infatti al punto 4. prevede testualmente “L’attuazione degli interventi di cui al precedente punto 2 ( tra cui i laboratori pubblico-privati nelle Aree depresse) avverrà attraverso il ricorso alla modalità generale dell’Accordo di programma quadro regionale (APQ) o interregionale, salvo gli interventi di carattere infrastrutturale concernenti la “banda larga”, nonché altri interventi che saranno individuati tra le Amministrazioni titolari e il Dipartimento per le politiche di sviluppo e di coesione, le cui caratteristiche non consentono di ricorrere proficuamente allo strumento dell’APQ.” Si evince quindi la possibilità, che andrebbe sicuramente esplorata, di realizzare tale tipologia di interventi in concerto con le Regioni.

Infine, per quanto riguarda l’istituzione dei Progetti Integrati Nazionali (par 123), anche se è assolutamente condivisibile la necessità di realizzare progetti di ampio respiro che coinvolgano una pluralità di tipologie di attori(Università, Imprese, EPR etc) la descrizione di tale strumento è ancora meno dettagliata della versione precedente del PNR ("Elementi per il Programma Nazionale della Ricerca 2004-2006"- Bozza versione 19.09.2003) e pertanto risulta necessario definire in dettaglio l’eventuale modalità di attivazione dei PIN.

 

Conclusioni

Il documento in esame ha accolto alcune delle indicazioni fornite dalle Regioni.

Considerando che, come precedentemente riportato, il documento assume un carattere programmatico e che è stata dichiarata espressamente la volontà di aggiornare annualmente il PNR, secondo quanto previsto dal D.L. 204/1998, le Regioni esprimono parere positivo alla attuale versione del PNR chiedendo che si attivi sin da subito il processo di revisione del Piano al fine di definire in modo più puntuale obiettivi e risorse. Tale processo di revisione deve essere inoltre l’occasione per intensificare il partenariato tra MIUR e Regioni al fine di consentire l’attivazione delle opportune sinergie per lo sviluppo della competitività del Paese.

Roma, 3 febbraio 2005