Parere sullo schema di disegno di legge di conversione in legge del
decreto-legge 13 settembre 2004, n. 240, recante misure per favorire
l’accesso alla locazione da parte di conduttori in condizioni di disagio
abitativo conseguente a provvedimenti esecutivi di rilascio, nonché
integrazioni alla legge 9 dicembre 1998, n. 431
Punto 3) Odg. Conferenza
Unificata
Con il decreto legge n.240/2004,
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.215 del 13.9.2004, viene affrontato il
problema degli sfratti degli inquilini “disagiati”, ovvero dei nuclei
familiari con basso reddito e con la presenza di componenti handicappati o
anziani. Il decreto, che è operativo solo nei Comuni ad alta tensione
abitativa, delinea un nuovo percorso, in quanto, nel differire al 31 ottobre
le procedure esecutive di rilascio degli immobili, già sospese fino al 30
giugno, prevede la sottoscrizione da parte di conduttori, proprietari ed
enti locali di nuove tipologie contrattuali, incentivate dalla concessione
di contributi pubblici.
Tuttavia, le misure adottate
nel provvedimento varato dal Governo suscitano alcune perplessità.
In primo luogo, si prevede la
costituzione di uno “sportello emergenza sfratti”, aperto direttamente dal
Ministero delle Infrastrutture presso gli ex IACP, al quale possono
rivolgersi i soggetti interessati per richiedere informazioni o per
riscuotere il contributo assegnato.
Tale procedura ripropone
ancora una volta un modello centralista, che tende a far recuperare allo
Stato un ruolo gestionale, ignorando totalmente la competenza attribuita
alle Regioni in materia di politiche abitative ed addirittura prevedendo
l’utilizzo di enti dipendenti da quest’ultime, quali gli ex IACP, senza
neppure tener conto che, in molti casi, quest’ultimi sono stati
profondamente trasformati o addirittura soppressi.
Ai comuni invece dovrebbe
competere l’organizzazione e la gestione degli sportelli emergenza sfratti
ed il decreto legge dovrebbe contenere le misure adeguate allo svolgimento
della funzione.
E’ necessario inoltre
sottolineare che le iniziative previste dal decreto vengono finanziate con
una parte delle risorse destinate ad alimentare il Fondo per gli affitti
precedentemente citato.
Ciò comporta un’ulteriore
riduzione di tale stanziamento, già nettamente insufficiente rispetto al
fabbisogno manifestato dalle Regioni a seguito dei bandi emanati dai Comuni.
Infatti, quest’ultimo è pari a € 710.314.306,79, mentre l’ammontare delle
risorse messe a disposizione dallo Stato per l’anno 2004 se non integrato
dello stanziamento destinato al finanziamento del decreto legge ammonta a €
248.248.333,46.
La norma in esame, quindi, ben
lungi dal risolvere l’emergenza abitativa sempre più grave in alcune aree
del paese, produce unicamente uno slittamento in avanti dei tempi,
scaricando ogni responsabilità sui Comuni e sulle Regioni, che si troveranno
successivamente a dover gestire una nuova emergenza.
Si ritiene, pertanto, che
vadano ricercate contemporaneamente soluzioni più organiche, in modo da
poter fornire una risposta efficace ai bisogni alloggiativi manifestati non
solo da chi è in procinto di sfratto, ma anche da altri nuclei familiari
appartenenti a strati sempre più estesi della popolazione. Tali soluzioni
possono essere fornite esclusivamente da un adeguato incremento del parco
alloggi a canone sociale, che non è attualmente in grado di soddisfare la
domanda crescente in particolar modo nelle grandi città, e dalla
realizzazione di abitazioni a canone moderato o concertato, alle quali
possano accedere coloro che non hanno redditi sufficienti a sostenere una
locazione sul libero mercato.
Da ultimo si ritiene opportuno
prevedere la partecipazione delle Regioni all’attività di monitoraggio
indicata dal DL consentendo alle stesse di disporre delle informazioni
necessarie per alimentare gli osservatori regionali e quello nazionale
indispensabili per una corretta programmazione degli interventi.
Le Regioni infine giudicano
positivamente l’inserimento del disposto all’articolo 7 del decreto legge
che recepisce le richieste più volte formulate dalle Regioni in sede tecnica
e politica.
In conclusione le Regioni
esprimono parere negativo sul decreto legge salvo l’accoglimento integrale
delle osservazioni sopra riportate.
Roma, 23 settembre 2004 |