FASCICOLI
Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome
Documento approvato
 

2 ottobre 2003

DOCUMENTO DELLA CONFERENZA DEI PRESIDENTI DELLE

REGIONI E DELLE PROVINCE AUTONOME SULLE RISORSE

IN CAMPO AMBIENTALE DA TRASFERIRE ALLE REGIONI

 

 

 

Il problema del trasferimento delle risorse spettanti alle Regioni sia a seguito degli accordi di programma sia in relazione a quanto già prescritto dal DPCM in attuazione all’art. 7 del D.lgs 112/98 diventa sempre più pressante.

 

A) Per quanto riguarda gli accordi di programma, risultano non trasferite da parte dello Stato neppure le risorse dichiarate “immediatamente disponibili”, tanto meno quelle subordinate all’adozione di specifici adempimenti a livello dei ministeri interessati.

 

            A titolo di esempio, si allega una situazione concernente il Piemonte relativa all’accordo di programma del 18 dicembre 2002 concernente le risorse idriche (all. 1).

 

            Le risorse subordinate a specifici adempimenti non sono state neanche rese disponibili nell’ambito di ordinanze di protezione civile (da ultimo quelle sulla siccità) che le Regioni hanno invocato per la soluzione di problemi urgenti. E’ il caso di una richiesta avanzata in data 15 aprile 2003 dal Presidente Ghigo di integrazione dell’ordinanza 3258 sugli eventi atmosferici.del nov. 2002 che hanno colpito le Regioni Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, allo scopo di disporre immediatamente delle risorse necessarie per la realizzazione degli interventi finanziati dalla Legge 388/2000 che possono contribuire a ridurre l’insorgenza di nuovi fenomeni di eutrofizzazione.

 

Occorre altresì concludere gli accordi di programma in itinere già definiti nei contenuti definendo le relative procedure (snelle e non burocratizzate) finanziarie e di rendicontazione (si cita ad esempio l’accordo di programma dell’Emilia Romagna per il miglioramento della qualità dell’aria per il quale era già stato sottoscritto un protocollo d’intenti tra il Ministro Matteoli e il Presidente Errani).

Si allega un documento di dettaglio sul comparto acque.

 

B) Per quanto riguarda il DPCM relativo al trasferimento dei fondi di cui al D.lgs 112/98 i problemi riguardano:

 

-         il trasferimento della cassa per il 2003 sulle quote assegnate (che al momento è solo al 50%)

-         la problematica relativa al taglio delle risorse per la compensazione con il flusso finanziario a favore delle Regioni derivanti dai canoni per il demanio idrico.

Tale compensazione è stata calcolata nella misura prevista dalla specifica tabella del DPCM 13 novembre 2000 misura che in quella sede è stata valutata in eccesso rispetto all’effettivo gettito alle Regioni, come emerso nella ricognizione operata d’intesa tra le Regioni e lo Stato anche per l’erroneo versamento dei canoni allo Stato.

Occorre al proposito garantire le risorse a suo tempo definite dal DPCM per l’esercizio delle funzioni attraverso il rimborso delle quote spettanti.

Si precisa, in merito che per quanto attiene il taglio ai fondi assegnati alle Regioni con il DPCM discendente dal trasferimento delle funzioni in campo ambientale ai sensi del D.lgs 112/98, la questione relativa a tali risorse nulla ha a che vedere con il gettito derivante dalla gestione del demanio idrico, gestione che non era stata contemplata negli articoli di riferimento dell’accordo tra Stato e Regioni e del conseguente DPCM. di trasferimento delle risorse

            Le eventuali compensazioni in merito attengono a una gestione separata, oggetto di apposito tavolo presso la Presidenza del consiglio dei Ministri.

-         La garanzia per gli anni successivi al 2003 del flusso delle risorse riconosciute alle Regioni dal DPCM (e dalle successive verifiche di congruità) attraverso i meccanismi concordati con la Conferenza dei Presidenti.

 

 

 

Roma, 2 ottobre 2003